
Solo curiose coincidenze? A volte le allegorie possono nascondere delle sorprese...
Dante Alighieri, da buon Iniziato ai Misteri, era sicuramente un visionario.
Con questo termine intendo dire che Dante fosse colto da visioni, autentiche porte repentinamente spalancate su dimensioni altre.
Dante descrive la prima volta Lucifero nel XXXIV Canto dell'inferno, e rimandiamo il Lettore all'articolo pubblicato su questa Testata:
http://www.bdtorino.eu/sito/articolo.php?id=35974
Successivamente quando il Poeta descrive la figura del demone, nel Canto XIX del Paradiso, si esprime così:
Pd. XIX, 40-48
... Poi cominciò: «Colui che volse il sesto
allo stremo del mondo, e dentro ad esso
distinse tanto occulto e manifesto,
non poté suo valor sì fare impresso
in tutto l'universo, che 'l suo verbo
non rimanesse in infinito eccesso.
E ciò fa certo che 'l primo superbo,
che fu la somma d'ogne creatura,
per non aspettar lume, cadde acerbo;
In questa descrizione della Creazione divina, Dante, ci rappresenta un Creatore munito di compasso che divide l’Universo, separando ciò che è occulto da ciò che deve palesarsi. L’Idea divina, essendo per definizione perfetta e infinita, non può pervadere la parte dell’Universo destinata alla Creazione, che di per sé risulta una riduzione dovuta al processo di materializzazione.
Il grande superbo, Lucifero, la creatura più bella e quasi perfetta nata nella mente di Dio, desideroso di partecipare al processo della Creazione non attende di essere egli stesso illuminato dalla Grazia e a causa di questa "imperfezione" viene precipitato, nel vero senso della parola, nel Mondo immaginato da Dio, senza aver ancora ottenuto le qualità necessarie (acerbo).
Lucifero che ora rappresenta l’incompiutezza del male diventa il lato oscuro della Creazione, il polo negativo, la Causa di ogni nefandezza che interesserà l’Universo appena definito.
Dante prosegue facendo proprio il mito cosmico di matrice aristotelica-averroistica, riproponendo l’immagine di un Mondo nel quale tutte le terre emerse si trovavano radunate nell’emisfero australe, mentre le acque occupavano la zona boreale.
Lucifero, peccando di superbia, si sentì allo stesso livello di Dio e per questo atto di orgoglio venne scagliato a testa in giù verso la Terra.
Nella bellissima immagine del Poeta vediamo le terre emerse fuggire terrorizzate verso l’emisfero boreale, mentre il povero Lucifero precipitando nella zona che ora viene definita Antartide urta con la testa e crea una sorta di cunicolo (Natural Burella) che lo condurrà fino al centro della Terra-Universo.
La materia cosmica di cui era composto il mondo, ancora più spaventata dall’intrusione demoniaca, rifugge ulteriormente allontanandosi dal centro della Terra verso l’emisfero Boreale creando un cono vuoto che costituirà il cratere infernale.
Tutto questo cosa c’entra con i dinosauri?
La risposta che intendo dare non vuole essere una assertiva o arrogante affermazione, bensì un velato suggerimento che potrebbe legare la metafora dantesca ad un evento realmente accaduto un bel po’ di tempo fa sul nostro Pianeta.
Come sappiamo la conformazione fisica delle terre emerse non è sempre stata la stessa: Alfred Wegener nel 1912, con la sua Teoria della Deriva dei Continenti propose un modello, ora comunemente accettato, che dall’inizio dell’Archeozoico fino al Triassico, quindi da 4,6 miliardi a circa 200 milioni di anni fa, tutte le terre risultavano essere riunite in una grande massa, detta Pangea, circondata da un unico oceano chiamato Panthalassa. Dopo 20 milioni di anni (giorno più giorno meno) la Pangea si sarebbe suddivisa in due supercontinenti, Laurasia e Gondwana, separati da un unico braccio di mare, l'Oceano Tetide.
http://www.bdtorino.eu/sito/articolo.php?id=37283
In seguito lo spostamento dei continenti, che prosegue ancora oggi alla velocità della crescita delle nostre unghie, ha determinato la forma attuale delle terre emerse e degli oceani.
Durante il periodo Triassico iniziarono a comparire i primi antenati dei dinosauri, rettili che diventarono sempre più grandi fino a raggiungere delle dimensioni incredibili (l'Argentinosaurus pesava oltre 50 tonellate) che non conobbero mai rivali, nemmeno ai nostri tempi.
Esattamente alla fine del Giurassico, circa 66 milioni di anni fa, un meteorite di una decina di chilometri di diametro precipitò nella zona dello Yucatan determinando una catastrofe planetaria che rischiò di sterilizzare per sempre l’azzurro Pianeta.
Quello che videro i poveri dinosauri e tutte le altre specie di forme viventi presenti fu qualcosa di inconcepibile, ne parla il paleontologo scozzese Steve Brusatte in "Ascesa e caduta dei Dinosauri"- UTET 2018, un testo meraviglioso che racconta i dettagli scientifici dell’evento, con i favori di una penna magistrale.
Immaginiamo un asteroide che inizia a comparire come una luce sempre più abbagliante nel cielo notturno, fino ad essere visto anche di giorno. Nel giro di poco tempo avremmo potuto osservare una spaventosa palla di fuoco precipitarsi contro la Terra, oltre l’orizzonte (naturalmente osservandolo dall’Italia). Sarebbe seguito un silenzio assoluto, nessun rumore o canto d’uccello, tutti gli esseri viventi impietriti dal terrore.
Dopo un certo periodo di tempo (il suono è molto più lento della luce) avremmo udito un forte boato, visto oscurarsi il cielo e probabilmente avremmo terminato di soggiornare, da vivi, sul nostro pianeta.
Volendo effettuare con molta immaginazione, una comparazione tra la descrizione dantesca e gli eventi geologici sopracitati, potremmo osservare alcuni aspetti comuni:
Dante, come Wegener, parla di un momento storico durante il quale tutte le terre si trovarono riunite a formare una grande massa (Pangea), circondata dall’oceano Panthalassa.
La caduta di Lucifero potrebbe invece essere associata a quella del meteorite che 66 milioni di anni fa precipitò sulla Terra creando una devastazione senza precedenti. Assumendo la forma di una sfera rovente dal bagliore accecante, si conficcò nel golfo dello Yucatan creando un cratere di 150 km di diametro.
Che il meteorite fosse portatore di luce (Lucifero) e di separazione (diavolo, colui che divide) è palesemente vero e Dante lo descrive chiaramente nel Purgatorio XII:
Pg. XII, 25-27
Vedea colui che fu nobil creato
più ch'altra creatura, giù dal cielo
folgoreggiando scendere ...
Dante rifugge dalle più comuni rappresentazioni pittoriche, che forzano l'immagine orribile o grottesca di Lucifero, al contrario lo definisce come d’aspetto nobile e meraviglioso mentre scende dal cielo come una folgore.
Per concludere:
Ipotizzare che Dante si riferisse ad eventi geologici o paleontologici che non poteva conoscere sarebbe sicuramente eccessivo… tuttavia risulta essere molto curioso l'accostamento tra l'immagine delle terre primigenie, descritte dal Poeta, e l’immagine di una sorta di Pangea che raggruppava tutte le terre emerse, disperse in seguito, a causa di un evento geologico, definito Deriva dei Continenti.
Altrettanto curiosa l’immagine di un asteroide che, come il Lucifero dantesco, piovve dal cielo determinando l’estinzione di massa del Cretaceo e la scomparsa dei dinosauri.
Lucifero stesso è anche il nome dato al pianeta Venere, l’astro del mattino che illumina il cielo poco prima del sorgere del Sole.
Come in tutte le Visioni o le astrazioni immaginative non risultano tanto importanti i dettagli bensì le idee osservate nel loro insieme; idee che in questo caso parlano di una frammentazione delle terre emerse e di un evento drammatico come la caduta di un asteroide-demone portatore di catastrofi.
Senza voler forzare troppo la mano sullle ipotetiche similitudini tra descrizioni poetiche e fatti geologici o astronomici, mi limito a suggerire qualche riflessione sulle possibili analogie tra queste curiose coincidenze lasciando gestire al dubbio del Lettore ogni considerazione e soprattutto ogni conclusione in merito.
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Articolo pubblicato il 05/07/2020