Vladimir Putin difensore delle radici cristiane contro il "Relativismo Etico" dell'Europa

Il presidente russo è convinto che uno Stato deve avere soprattutto una forza spirituale e morale

Oliver Roy, professore di scienze politiche francese, esperto di islam, intervistato da Repubblica ha detto che "È comprensibile che il Papa si sia lamentato ma ricordiamoci che Santa Sofia è prima di tutto un simbolo per gli ortodossi". Olivier Roy è convinto che la "provocazione", così la definisce, di riconvertire l'ex basilica e museo di Santa Sofia in moschea sia una scelta perdente per Recep Tayyip Erdogan anche nella relazione strategica con Vladimir Putin, gran difensore della Chiesa ortodossa.

 

«Dopo le statue abbattute ora anche quest’onta, il gioiello dei gioielli della Costantinopoli cristiana che potrebbe ridiventare luogo di culto per una singola religione perdendo così il suo intrinseco ecumenismo e la sua stessa sacralità e saggezza (da cui il nome“Hagia Sophia”, Divina Sapienza)». (Marco Cesario, Mala tempora currunt: la seconda rovinosa caduta di Costantinopoli, 11.7.2020, Atlanticoquotidiano).

Mentre per don Nicola Bux, evocando la lezione di Benedetto XVI all’università di Regensburg il 12 settembre del 2006, il gesto di Erdogan mette in discussione la Dichiarazione di fratellanza universale firmata ad Abu Dhabi dall’imam di Al Azar e dal papa Francesco.

 

«Purtroppo, il dialogo ideologizzato ha indotto i cattolici al relativismo, nonostante Paolo VI abbia scritto:“La sollecitudine di accostare i fratelli non deve tradursi in un’attenuazione della verità…il nostro dialogo non può essere una debolezza rispetto all’impegno della nostra fede…non si può transigere con i principi teorici e pratici della nostra professione cristiana”(Enciclica Eclesiam suam).
 

E così, mentre in Europa i politici favoriscono la diffusione di moschee, in Turchia Erdogan ‘schiaffeggia’ i cristiani del mondo, spingendo alla trasformazione di Santa Sofia in moschea». (Nicola Bux, Santa Sofia, le mire del sultano e una Chiesa tiepida troppo occupata con la salvaguardia del creato, 11.7.2020, loccidentale).

Certamente il premier russo Vladimir Putin non starà a guardare, vista la sua profonda religiosità.

 

Infatti ancora oggi tutti ricordiamo l’incontro solenne tra Papa Francesco e il premier russo Vladimir Putin del 23 novembre 2013 in Vaticano. Su quell'incontro vale la pena riportare alcune riflessioni apparse sui blog cattolici. Significativa la lettera di Pippo Corigliano direttore dell'Ufficio informazioni dell'Opus Dei, che ha scritto al direttore di Tempi, Luigi Amicone, dopo il dono dell'icona (la Madonna della tenerezza) che Putin ha consegnato a papa Francesco.

 

Il Corigliano ricordava che la Madonna a Fatima alla fine aveva previsto la conversione della Russia. Il bacio che il Presidente della Russia ha dato all'icona, e il suo segno di croce nel classico modo dei bizantini, prima che il Pontefice facesse altrettanto, va visto nella direzione di una possibile conversione futura della Russia? Vedremo, certo noi non conosciamo le intenzioni dello statista russo, e non sappiamo se conosca le apparizioni di Fatima e il loro Messaggio.

 

“Ma credo che il suo gesto,compiuto davanti al Santo Padre nella capitale della cristianità, possa e debba servire a noi che abbiamo creduto in Fatima fino al punto di porre quel Messaggio nel cuore del nostro apostolato, per invitarci a intensificare la nostra preghiera affinché si avveri quello che ancora deve realizzarsi di quel Messaggio”. (Marco Invernizzi, Fatima, Putin e Pippo Corigliano, comunitàmbrosiana.it)

 

Quello che sappiamo che la Russia ha cessato di diffondere gli errori del comunismo nel mondo ormai da più di vent'anni, ma non si è ancora convertita. “La promessa di Fatima ha ancora molta strada da percorrere perché si avveri compiutamente, ma questo gesto va certamente, in qualche modo, in quella direzione. E questo deve riempirci di speranza, della speranza cristiana, seconda virtù teologale, quella speranza che nasce dalla Fede e che anima la carità”.(Ibidem)

 

Non è difficile capire quali potrebbero essere le conseguenze in tutto il mondo quando questa conversione cominciasse ad avverarsi in modo visibile e significativo. I segni non mancano se è vero che la Russia è l'unico Paese industrializzato, con Israele, in cui negli ultimi anni sono aumentate le persone che professano una religione, come sostiene Rodolfo Casadei nello stesso numero di Tempi (4 dicembre 2013). Poi ci sono alcuni segnali positivi nella politica di Putin come quello della difesa della famiglia naturale, la difesa del valore della vita e la difesa delle comunità cristiane, interessante la recente indicazione del suo governo di dare in adozione i bambini russi soltanto a famiglie italiane, perché da noi ancora non c’è il matrimonio gay.

 

Max Ferrari di Ininsubria.it vede in Putin un novello “comandante delle truppe cristiane” anche perché pare che nel 2012 durante un incontro al Patriarcato di Mosca promise che, se rieletto alla presidenza, una delle sue priorità sarebbe stata la difesa dei cristiani perseguitati in Medio Oriente. Le orribili vicende siriane hanno dimostrato che ha mantenuto la parola. In un convegno tenutosi in settembre a Valdai Putin ha detto di ammirare l'autorevolezza del Pontefice e ha dichiarato:"Al di là delle divisioni di cui si parla tanto, tra noi c'è tanto in comune. Condividiamo radici e valori cristiani".
 

Una dichiarazione che nella UE sinistrata e filoislamica nessun capo di stato si azzarderebbe più a fare, ma Vladimir Putin battezzato di nascosto nella cattedrale di San Pietroburgo negli anni dello stalinismo, non ha paura e nel discorso sull'identità russa ha detto cose di tale rilevanza da porlo alla testa di un potenziale movimento identitario europeo di ispirazione cristiana”.(Max Ferrari, Putin dal papa: stop alla persecuzione dei cristiani, 25.11.13 Ininsubria.it)

 

Il presidente russo è convinto che uno Stato deve disporre di una forza militare, tecnologica, economica, ma soprattutto deve avere una forza spirituale e morale. E a proposito dei Paesi europei ha detto: "Possiamo vedere come i Paesi euro-atlantici stanno ripudiando le loro radici, persino le radici cristiane che costituiscono la base della civiltà occidentale. Essi rinnegano i principi morali e tutte le identità tradizionali: nazionali, culturali, religiose e finanche sessuali. Stanno applicando direttive che parificano le famiglie con figli alle convivenze di partners dello stesso sesso, la fede in Dio con la credenza in Satana e il "politicamente corretto" ha raggiunto tali eccessi, che ci sono persone che discutono seriamente di registrare partiti politici che promuovono la pedofilia.
In molti Paesi europei-
ha aggiunto il presidente russo- la gente ha ritegno o ha paura di manifestare la propria religione.

 

Le festività sono abolite o chiamate con altri nomi; la loro essenza religiosa viene nascosta e qualcuno sta aggressivamente tentando di imporre tali modelli in tutto il mondo. Io sono convinto che questo apre una strada diretta verso il degrado e il regresso, che sbocca in una profondissima crisi demografica e morale.
Senza i valori incorporati nel Cristianesimo e nelle altre religioni storiche, senza gli standard di moralità che hanno preso forma dai millenni, le persone perderanno inevitabilmente la loro dignità umana. Ebbene:noi riteniamo naturale e giusto difendere questi valori. Si devono rispettare i diritti di ogni minoranza di essere differente, ma i diritti della maggioranza non vanno posti in questione".

 

Ora comprendo perché certi mass media dipingono il presidente russo come il più bieco dei dittatori. Quale leader occidentale oggi avrebbe il coraggio di dire cose simili? Nessuno!
Non è un caso scrive Ferrari che papa Francesco ha scritto a Putin e non a Obama o Letta, usando parole pregne di significato:"Signor Presidente - scrive il Papa- prego per un esito fruttuoso dei lavori del G20. Invoco abbondanti benedizioni sul Vertice di San Pietroburgo e su tutte le attività e gli impegni della Presidenza Russa del G20 nell'anno 2013. Nel chiederle di pregare per me, profitto dell'opportunità per esprimere, Signor Presidente, i miei più alti sentimenti di stima".

 

Una stima che probabilmente porterà, dopo il suo incontro in Vaticano, sicuramente ad uno storico incontro tra il Vescovo di Roma e il Patriarca Kirill. Lo auspica anche il cardinale Paul Poupard che ritiene la visita di Putin in Vaticano come un fatto storico e sulla Russia aggiunge: "Crollato l'impero persecutore ateista è tornata l'ora di Cristo".

 

Il cardinale ribadisce inoltre l’importanza che i popoli europei - per dirla con Giovanni Paolo II - respirino con due polmoni, quello dei cristiani d’Occidente e quello dei cristiani d’Oriente. "L’incontro di Vladimir Putin con Papa Francesco è un evento molto importante sia per la Chiesa che per lo Stato russo e per l’Europa cristiana”. Lo ha detto all’agenzia cattolica  ZENIT, Artur D?browski presidente dell’Azione Cattolica dell’arcidiocesi di Cz?stochowa (Polonia). “Bisogna ricordare - ha sottolineato il presidente - che grazie al dialogo continuo fra la Russia, la Chiesa Ortodossa, la Chiesa Cattolica e la Santa Sede è stato possibile presentare una proposta di pace comune per la risoluzione del conflitto in Siria”.

 

”E’ sorprendente - ha aggiunto - constatare che l'uomo che discende dalle strutture del comunismo dell'ex Unione Sovietica riconosce la necessità di tutelare i valori cristiani nella vita pubblica. L’ incontro fra Putin e il Papa rafforzerà le relazioni tra la Federazione Russa e il Vaticano e contribuirà a costruire un ponte di dialogo tra Chiesa Ortodossa russa e Chiesa Cattolica”.

 

 

 

                                                                                                                                                                                           

 


 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 15/07/2020