Oggi accadde .... 21 luglio 1970, dopo 11 anni di costruzione, la diga di Assuan in Egitto viene completata.

Con il termine diga di Assuan si indica la più grande e più moderna delle due dighe sul Nilo che si trovano nei pressi della prima cateratta del Nilo, vicino alla città di Assuan (Aswan), in Egitto.

Normalmente ogni anno quando in estate le acque provenienti dall’Etiopia si dirigevano verso la parte bassa del Nilo questo inondava i terreni circostanti lasciando il limo, un sedimento di nutrienti e minerali sul suolo. Questi sedimenti sono stati quelli che hanno reso questi terreni nel corso della storia estremamente fertili e ideali per l’agricoltura. Le piene o i periodi di secca del fiume, però, non sempre si presentavano al momento ottimale portando talvolta alla perdita di interi raccolti o perché il fiume inondava i terreni in periodi dannosi per i raccolti o perché al contrario la piena arrivava troppo tardi, quando il raccolto si era seccato. Questo rese necessaria la costruzione di una diga che regolasse queste inondazioni.

Nel 1898 i britannici iniziarono a costruire una diga nei pressi di Assuan, terminandola nel 1902. Alcuni siti archeologici della zona, come il tempio di File, dovettero essere spostati per non essere sommersi dall’acqua del bacino che si sarebbe creato con la diga.

Il progetto iniziale prevedeva una diga lunga 1900 m e alta 54 m, ben presto queste dimensioni si dimostrarono inadeguate, per questo in due fasi successive si alzò la diga, prima tra il 1907 e il 1912 e poi tra il 1929 e il 1933. Quando, nel 1946 il livello dell’acqua quasi superò l’altezza della diga si decise che invece di aumentare per la terza volta l’altezza della diga sarebbe stato più utile costruire una nuova e più grande diga 6 km a monte della vecchia diga.

Il progetto della Grande Diga prese avvio nel 1952, utilizzando gli studi preliminari elaborati, con l’aiuto dell’ingegnere italiano Luigi Gallioli, da Danios, un greco nato in Egitto e poi emigrato in Europa, esattamente dopo la rivoluzione di Nasser.

L’anno successivo l’Egitto aveva avviato contatti internazionali per ottenere finanziamenti per la sua realizzazione: al Cairo il Segretario di Stato americano John Foster Dulles aveva confermato agli egiziani l’intenzione americana di aiutare finanziariamente l’impresa e lo stesso aveva fatto il Regno Unito e la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (IBRS).

Nel 1955 il governo americano precisò che il prestito era di ben 56 milioni di dollari, ai quali si aggiungevano i 14 del Regno Unito, mentre la IBRS confermava le ampie garanzie sugli altri finanziamenti: in totale il finanziamento raggiungeva circa 270 milioni di dollari. Ma col passare del tempo la buona volontà americana di aiutare la costruzione della diga si andava affievolendo, visto che il colonnello Nasser andava cercando aiuti economici e tecnici anche presso l’Unione Sovietica assieme alla proposta di ricevere forniture di armi.

Nei primi mesi del 1956 il governo americano continuò a temporeggiare, sostenendo che prima di concedere il prestito era necessario concludere alcuni adempimenti formali, tra cui il raggiungimento di un accordo tra tutti gli stati attraversati dal Nilo. Contemporaneamente Nasser concesse ad un giornale americano un’intervista, con cui fece conoscere al mondo che anche l’Unione Sovietica era interessata a finanziare la costruzione della diga.

In questa situazione incerta, dove vi furono continui contatti tra Egitto ed Unione Sovietica, culminati con la visita del ministro sovietico degli Esteri Dmitrij Trofimovi? Šepilov, e dove era evidente che Nasser stava cercando di trarre il maggiore vantaggio possibile sia dal blocco occidentale che da quello orientale, finirono per indurre gli Stati Uniti a ritirare la loro offerta di finanziamento: la decisione americana fu resa pubblica il 19 luglio 1956, quando Foster Dulles dichiarò che il denaro non era più disponibile per l’Egitto, seguito il giorno successivo anche da una analoga dichiarazione del governo britannico. Lo stesso 20 luglio Nasser rientrò in patria dalle isole Brioni, dove si trovava per un incontro con Tito e Nehru.

Dunque il governo egiziano decise di proseguire nel progetto utilizzando le entrate dovute alla nazionalizzazione del Canale di Suez. Nel 1958 in piena guerra fredda intervenne l’Unione Sovietica proponendo di pagare come regalo all’Egitto un terzo dei costi della costruzione e di fornire assistenza sia a livello tecnico che progettuale, che di macchinari.

La costruzione iniziò nel 1960 e l’Alta Diga fu terminata il 21 luglio del 1970, mentre la creazione del bacino che avrebbe accolto le acque si era completata nel 1964 e da quel momento si era iniziato a riempire anche se la diga non era ancora stata completata, fino a raggiungere la capacità massima nel 1976.

La diga fin dall’inizio spaventò gli archeologi, in quanto il sito archeologico di Abu Simbel e molti altri templi della Nubia rischiavano di essere sommersi dalle acque del bacino che si sarebbe creato. Nel 1960 l’UNESCO lanciò una grandiosa operazione internazionale per risolvere questo problema, vennero localizzati i monumenti che sarebbero stati sommersi, quindi spostati in posti più sicuri e qualcuno fu regalato ai paesi che contribuirono a questa opera di salvataggio, come il tempio di Ellesija, ora conservato al Museo egizio di Torino, donato all’Italia. Gli altri templi si trovano a Madrid (Tempio di Debod), al Metropolitan Museum d’Arte di New York (Tempio di Dendur), al Museo Egizio di Berlino (la porta del Tempio di Kalabsha), mentre il Tempio Taffa è stato spostato al Rijksmuseum van Oudheden a Leida, nei Paesi Bassi. Altri templi (Semna Est, due templi della fortezza di Buhen, un tempio da Aksha e la pietra tombale di Djehutihotpe) furono trasportati a Khartum in Sudan.

La diga nuova è un’opera immensa, è lunga 3600 m e larga 980 m alla base e 40 m sulla sommità, per un’altezza di 111 m; il volume è di 43 milioni di metri cubi. Le chiuse quando sono aperte al massimo possono far uscire fino a 11.000 m³/s di acqua.

Il lago artificiale che ha formato, il Lago Nasser, ha una superficie di circa 6000 km², è lungo 480 km e largo fino a 16 km e contiene tra i 150 e i 165 km³ di acqua.

Più di 90.000 persone dovettero lasciare le loro abitazioni per non essere sommerse dal lago.

Gli effetti delle pericolose inondazioni del 1964 e del 1973 e delle carestie del 1972-73 e del 1983-84 furono mitigati dalla presenza della diga. Inoltre nelle vicinanze del lago Nasser si è sviluppata una industria di pesca che però non riesce a decollare poiché si trova lontana da mercati significativi.

La diga ha 12 generatori di corrente ciascuno di 175 MW per una potenza installata di più di 2 GW. Riesce quindi a generare più della metà dell’energia elettrica necessaria all’Egitto e negli anni Settanta permise a quasi tutti gli egiziani di avere per la prima volta una connessione elettrica.

parmadaily.it

 

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Articolo pubblicato il 21/07/2020