Laura Castelli: esempio di grillismo piemontese di governo

Gigi Cabrino per Civico20News

E dire che per noi piemontesi poteva rappresentare una magra consolazione; in un governo in cui la componente di ministri provenienti dal Sud è preponderante avere una piemontese in un ministero chiave come quello dell’economia in veste di vice ministro, anche per chi non si riconosce nella maggioranza di governo, poteva tenere accesa una flebile speranza.

Speranza che è stata spazzata via con violenza, dopo alcune affermazioni improvvide su cui si poteva soprassedere per via della poca esperienza della Castelli, con le dichiarazioni cervellotiche e fuori da ogni contesto di ragionevolezza rese da Laura Castelli sui ristoratori.

Come molti pensavo di aver capito male anche io, invece no; la vIce ministro dell’economia ha dichiarato, con grande serenità, che i baristi e ristoratori, massacrati dalle chiusure prima e da norme folli per la riapertura poi, potevano cambiare lavoro.

Il settore della ristorazione è stato tra i più colpiti dalla crisi sociale ed economica conseguente in corona virus ed è quanto meno insultante dire , dall’alto delle sue laute prebende pubbliche – quelle contro cui i grillini della prima ora si scagliavano con forza fino a quando a percepirle non è toccato a loro – che se sono in difficoltà non hanno che da cambiare lavoro.

In linea generale non è mai opportuno consigliare ad una persona come fare o non fare il suo mestiere se non lo si conosce, sarebbe da parolai, per non dire peggio.

Inoltre la Castelli, da quanto risulta dal suo curriculum, non ha la minima idea di cosa voglia dire aprire un’attività e tanto meno condurla; bene inteso, non è che si debba essere esperti di impresa o di ristorazione, ma almeno si eviti di parlare di realtà che si conoscono al massimo per qualche ricerca su internet.

Probabilmente ha pensato di applicare quanto fatto nella sua personale esperienza a baristi e ristoratori; avrà pensato, l’On. Castelli, che come lei quando non si è trovata granchè bene a fare l’impiegata in un centro di assistenza fiscale è stata graziata dall’euforia pentastellata che l’ha portata, nemmeno trentenne , in Parlamento a guadagnare molto di più di quanto non percepisse da impiegata, allo stesso modo i baristi e ristoratori potessero fare lo stesso.

Da affermazioni estemporanee come queste si capisce quale sia la comprensione dell’economia e del lavoro d’impresa che ha Laura Castelli, e temo buona parte della rappresentanza parlamentare targata 5 stelle.

Nessun rispetto per attività che magari sono state avviate con enormi sacrifici e forti indebitamenti ( quando le banche finanziavano ancora chi intendesse avviare un’attività); oppure ristoranti e bar ricevuti in eredità dai genitori e prima ancora da nonni e oltre, generazioni di famiglie che hanno avviato, sviluppato e lasciato ai giovani le proprie attività e al sopraggiungere di una crisi epocale come quella che stiamo vivendo chi è chiamato ( per la verità piazzato lì per giochi di palazzo, ma questo è un altro discorso) a reggere le sorti dell’economia non sa dire altro che farebbero meglio a cambiare mestiere.

Va capita, la Castelli, abituandosi al lusso e agli ambienti di potere frequenta bar e ristoranti raffinati con clientele di alto profilo, si sarà dimenticata delle trattorie e dei bar piemontesi.

Ma saranno proprio loro, baristi, ristoratori e molti altri a farle cambiare mestiere alle prossime elezioni, se mai ci verrà permesso di tornare a votare.

 

Gigi Cabrino

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Articolo pubblicato il 21/07/2020