L'importanza dell'informazione sul territorio: la rivista "Picchio Verde"

Una interessante iniziativa editoriale, in particolare dedicata al chierese, alla collina torinese, e al basso Monferrato, è quella realizzata dalla rivista "Picchio Verde", un periodico a cadenza quadrimestrale che  si rivolge a quanti siano interessati a conoscere, capire, vivere e fruire il territorio nei suoi vari aspetti, secondo i principi di consapevolezza, rispetto e sostenibilità, senza trascurare di presentarsi anche come voce critica e di stimolo per migliorare, sotto tutti i punti di vista, la vivibilità e integrità del territorio.

 Si rivolge inoltre a coloro che si pongono domande sull’uso del territorio, sull’identità dei luoghi, sul rapporto tra storia e futuro, con le sue implicazioni di accoglienza delle diversità e delle contaminazioni, che da sempre hanno interagito ed arricchito luoghi e popolazioni, contribuendo, quindi alla creazione dell’identità.

Con il numero attualmente in edicola «Picchioverde» vede anche un cambio di editore: il fondatore, Pietro Parena, a dicembre ha infatti chiuso la Tipografia Editrice in cui era nata e cresciuta la testata. Si tratta di una piccola realtà artigianale che ha segnato per oltre quarant'anni la storia culturale di questo territorio, come ha spiegato il direttore Giampaolo Fassino  nel corso della presentazione che si è tenuta nel municipio a Mombello di Torino, alla presenza dei componenti della redazione e di un folto pubblico intervenuto per l'occasione.

Il "Picchio Verde" è una rivista si, ma è soprattutto un documento che parla di territorio, descrive paesaggi, è custode della memoria del territorio e della sua salvaguardia, come ben illustrato nella prefazione di Giampaolo Fassino che afferma: "Da appassionato bibliofilo non posso non ricordare come dai "torchi" di Mombello siano usciti numerosi e importanti volumi dedicati ai nostri paesi: Piccola collina torinese di Mario Bertello e Bruna Fioretti (1977), passando attraverso la pubblicazione di opere preziose quali li paesaggio del romanico astigiano a cura dell'Osservatorio del paesaggio per il Monferrato e l'Astigiano (2006) e Droit et avant. Vicende storiche dei Villa di Andezeno, Chieri e Villastellone di Guido Vanetti (2009), solo per citare alcuni titoli.

Pietro Parena entra, a partire  da questo numero, nella redazione della rivista: in questo modo il bagaglio di esperienze umane e professionali che ha sin qui maturato rimarrà a servizio non solo della testata che ha fondato, ma, attraverso le nostre pagine, dell'intero territorio".

Il cambio di editore si pone in continuità con lo spirito che ha animato sempre la rivista, il cui lavoro principale è stato quello di cogliere  l'anima di un territorio che intere generazioni hanno consegnato intatto a noi, che ora abbiamo il compito di salvaguardare, se possibile migliorarle ulteriormente per lasciarlo in eredità a quanti verranno dopo di noi.

La titolarità della testata è passata ora in capo all'Associazione "CioCheVale" di Mombello di Torino, presieduta da Alberto Guggino, già componente del comitato scientifico che sostiene la rivista. Questo mutamento nell'assetto organizzativo della rivista porterà inevitabilmente a cambiamenti e alcune novità i lettori troveranno nelle pagine di questo primo numero della nuova linea editoriale.

In particolare merita segnalare la collaborazione instaurata con «Italia che Cambia» e «Piemonte che Cambia»: due voci che racconteranno esperienze virtuose del nostro Paese e della nostra Regione, buone pratiche di comunità cui poterci ispirare per migliorare il nostro territorio. L'arrivo di queste nuove energie, idee, competenze — e delle altre che si vorranno aggiungere strada facendo — farà sì che «Picchioverde» possa continuare il percorso intrapreso, migliorandosi ancora, essendo assimilabile ad una orchestra costituita da persone in possesso di saperi diversi, conoscenze individuali rappresentanti le nostre esistenze e sensibilità che, unite, permetteranno  di realizzare una visione sistemica sinergica, in grado di mantenere vive le comunità di un territorio molto vasto e ricco di storia, conscio della responsabilità di conservare antichi saperi, evitando di cancellare  la memoria di chi è vissuto prima di noi.

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Articolo pubblicato il 24/07/2020