Si guarda alla figura dell’ex Governatore, come possibile guida di un governo di salvezza nazionale.
Conte si intesta l’accordo di pessima utilità su Autostrade, snobba Di Maio, propone al PD ed al Movimento M5S un accordo sulle regionali, va in Europa a mostrare i muscoli un po’ sgonfi e torna trionfante più per merito di Angela Merkel e di Emmanuel Macron, che per il suo appeal sui Paesi frugali.
Nella sua maggioranza, a prescindere dalle ovazioni ricevute e dalla retorica straripante, non ha ancora trovato il consenso su come spendere la paccata di miliardi che solo tra un anno arriverà dall’Europa in modo produttivo, per togliere il Paese dal ristagno, avviare l’Economia e far riprendere l’occupazione. Abbandonando così la scelta disdicevole dei sussidi ed abrogando le leggi demenziali del reddito di cittadinanza e di quota 100.
Conte incassa e farà di tutto per salvare la sua carica di Premier prima di un autunno che sarà sicuramente caldissimo. E’ l’ultimo tentativo di un improvvisato leader che gioca le carte estreme tutto da solo come ha sempre fatto. Tutto da solo perché il M5S è ormai diviso e lacerato in mille correnti ed il comico genovese non è più in grado di mandare i suoi vaffa a nessuno, mentre il PD ha un gruppo dirigente modesto e senza leadership.
Dopo l’estate i conti economici ed anche quelli purtroppo sanitari verranno tirati, e l’Italia si troverà ad affrontare una crisi drammatica nella quale migliaia di disoccupati, un ceto medio sempre più impoverito, una incapacità di una visione politica strategica, potrebbero rischiosamente portare a gravi conflitti sociali. Di cui già si vedono le prime avvisaglie.
E’ evidente che si stia pensando al dopo. E tutti ormai guardano alla figura di Draghi come possibile guida di un governo di salvezza nazionale. Infatti ad oggi non vi è nessuna figura che abbia la capacità di guidare una Nazione che si troverà ben presto in una tempesta senza precedenti.
I soldi sono sempre meno. E si fanno “moine” ridicole pur di non accettare i miliardi del Mes solo per una visione ideologica. L’Europa rischia di dividersi ed ogni Stato, al di là delle spinte nazionaliste o sovraniste, cerca di salvarsi. Siamo al “redde rationem”.
Il voto delle elezioni amministrative di settembre segnerà sicuramente un campanello d’allarme per le attuali forze politiche. Purtroppo il pericolo è anche quello di un grave restringimento dell’opzione democratica, come i Decreti del Presidente del Consiglio hanno dimostrato. Le teste pensanti non possono abbassare la guardia e nascondersi dietro il conformismo di omuncoli di cartapesta o falsamente muscolosi.
Se Giuseppe Conte avesse le palle, potrebbe seguendo illustri esempi del passato, stilare l’elenco delle priorità e presentarsi in Parlamento per sfidare i pavidi che non hanno il coraggio di uscire dall’anonimato e compire scelte decisive per fare uscire l’Italia dal degrado, mandando all’aria le prefiche della decrescita felice. Ma purtroppo non sarà così.
In settimana, il calendario dei lavori di una maggioranza vergognosa ed avulsa dalla problematiche del Paese prevede, quali priorità la legge liberticida (omofobia), i 4.000 dipendenti di Alitalia da mantenere, i banchi scolastici a rotelle ed il massacro sistematico di P.Iva e Pma. Scenario aperto!
Francesco Rossa - Condirettore responsabile e Direttore editoriale
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Articolo pubblicato il 26/07/2020