Siena - L’Italia cattolica nel paesaggio dell’Europa

Le vicende di una storia politica lunga un cinquantennio con i suoi protagonisti e comprimari, e il significato di essere cattolici sul piano pubblico, il tutto sviluppato nelle pagine del libro di Giovanni Tassani

I personaggi di cui si tratta in questo vivace stimolante libro di Giovanni Tassani ”Il Belpaese dei cattolici. Novecento italiano: politica e interpretazioni” edito dalla casa editrice Cantagalli (263 pp. € 17.00) sono molti, ma il protagonista è uno solo, l’intellettuale cattolico: figura difficile da individuare soprattutto perché carente, nei lunghi anni della nostra repubblica, è stata l’elaborazione di un proficuo rapporto tra cultura e politica in campo cattolico. Il libro rientra nella collana diretta da Giuseppe Parlato ed ha la prefazione di Sandro Magister che scrive:”è un’eccezione anche oggi che la Democrazia cristiana è un ricordo lontano e la politica pare ridotta allo stato laicale e i cattolici – continua Magister - sono sparsi su tutto l’arco partitico e non crescono più in quei laici seminari che erano le organizzazioni ufficiali di Chiesa. Il bello è capire perché. E questo libro è la giusta guida di viaggio per comprenderlo”.

Una riflessione, quella di Tassani, che unisce a un’interpretazione decisamente innovativa un puntuale riferimento  alla vasta pubblicistica sull’argomento, ed è corredata di documentazione inedita.

Il libro ritorna su temi di politica e cultura, ponendo tanti anni dopo interrogativi simili sia pur in un contesto molto diverso. Dall’incontro fra moderati e cattolici popolari, secondo l’intuizione di Sturzo, nasceva una prospettiva culturale che, con il tempo, fu incrinata da tendenze progressiste e considerata conservatrice.

Tassani delinea la parabola di questa intuizione attraverso l’analisi dei principali intellettuali che con essa interagirono: da Franco Rodano a Gianni Baget Bozzo, da Augusto Del Noce a Gabriele De Rosa, senza tralasciare politici di primo piano come: Mario Scelba e Guido Gonella, a confronto con de Gasperi, Dossetti, Fanfani, Moro. La crisi di quella prospettiva fu anche la crisi, culturale e quindi politica, di un certo  modello cristiano, sempre più condizionato da letture radical - azioniste e poi dalla cultura, del post ’68, che prefigurava un concetto di democrazia fondato su buoni sentimenti universalistici e sulle nuove teologie progressiste, ben diverso da quello pensato dai cattolici popolari.

Il libro affronta anche il cambiamento dello scenario con l’elezione di papa Wojtyla,  che  durante il suo lungo pontificato porterà a nuove coordinate del cattolicesimo italiano.  Un libro che ripercorre le vicende di una storia politica che ha visto agire protagonisti e comprimari di un cinquantennio democratico ricco, specie nelle prime fasi, di energie e asporti dialettici. Ogni pagina del volume tiene un punto fisso alla riflessione sul significato di essere cattolici sul piano pubblico.

Giovanni Tassani, studioso di Storia Contemporanea, con questa nuova ricerca ritorna su alcuni dei personaggi considerati nel suo primo libro “La cultura politica della destra cattolica(1976)”.  Fra i suoi lavori, ricordiamo un volume su “Aldo Moro. Il politico nella crisi 1962/1973 scritto insieme a Gianni Baget Bozzo (1983)” e  “La terza generazione. Da Dossetti a De Gasperi fra Stato e rivoluzione (1988)”.

“Il Belpaese dei cattolici. Novecento italiano:politica e interpretazioni” di Giovanni Tassani, 265 pp. Edizioni Cantagalli, Siena €17.00

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Articolo pubblicato il 30/07/2020