(D)istruzione

Quando il futuro di un Paese rotola sulle rotelle dell'incompetenza

"Conoscere, discutere e infine deliberare", affermava il Professore e Statista liberale Luigi Einaudi, compianto Presidente della Repubblica. Un uomo concreto, pratico di ogni cosa sulla quale si permetteva di fornire il suo punto di vista: Politica, Economia, Storia, Agricoltura, Educazione. Uno che con la Cultura - e in particolare con la sua adorata libreria - aveva un rapporto pressochè viscerale.

Come commenterebbe oggi Einaudi, da quel suo famoso scrittoio del Presidente, lo scempio o meglio la distruzione cui certi non meritevoli epigoni del ruolo, che fu di illustri personaggi, stanno condannando la Scuola italiana? Un'istituzione - quella scolastica - la cui importanza è assolutamente strategica tanto per il presente quanto per il futuro della Nazione, visto che proprio sui banchi si stanno formando i decisori del domani, coloro i quali dovranno guidare il vascello Italia attraverso i marosi di un avvenire che certamente non si prefigura in discesa.

Eppure? Eppure dal Ministero retto da Lucia Azzolina (la quale comunque ha asserito con convinzione, tutta sua, di essere la persona giusta nel posto giusto) non esce una risposta che sia una, nè soluzioni concrete al problema delle migliaia di docenti precari, la vera ferita aperta di un sistema che ha bisogno di investimenti significativi su se stesso. In compenso (cioè a scompenso, si legga a sproposito) si favoleggia su questi fantomatici banchi a rotelle, geniale panacea che risolverà le precauzioni di distanziamento portando finalmente la cultura in giostra.

Problemi. Sorvoliamo sugli usi ludici che, istintivamente, bambini e ragazzi potrebbero farne, specie nell'intervallo. Veniamo ai fatti concreti, quelli che sarebbero piaciuti a Einaudi. Il Ministro parla di tre milioni di pezzi, che le nostre aziende produttrici dovrebbero sfornare in poco più di un mese: il lavoro di cinque anni portato a compimento in trenta giorni. D'accordissimo sul fatto che i nostri Imprenditori siano i migliori al mondo (nonostante il Presidente INPS Pasquale Tridico li abbia tacciati di pigrizia e opportunismo), purtuttavia non sono Mandrake. Motivo per cui hanno già avvertito del fatto che il bando andrà deserto. Quindi? Soluzione? Probabilmente qualche costruttore cinese che, dopo aver visto beatamente promuovere dai giallorossi il bonus monopattino, ora intravederà la possibilità di far correre i propri conti sulle rotelle dei banchi.

Seconda genialata, consequenziale alla prima. Chissà se il Ministro serba ricordi vivi di quando era Studentessa, chissà se si ricorda delle verifiche, dei compiti in classe e delle esercitazioni. Già, perchè l'apprendimento ha bisogno di spazi adeguati e, a meno che non si voglia abolire il Disegno tecnico con le sue assonometrie e proiezioni ortogonali, righelli squadre e compassi oggettivamente su quei trabiccoli non ci stanno.

E che dire delle versioni di Greco e Latino? Dove si potrà sistemare il voluminoso dizionario? Non certo lì sopra. Nondimeno se la facile soluzione dovesse essere quella di abolire le lingue antiche (magari per sostituirle con corsi di Cinese express, su pratici tablet ovviamente made in China) rispondiamo devotamente che si è oltrepassato il Rubicone e che il dado è tratto. O che almeno lo sarà non appena si potrà votare di nuovo. 

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Articolo pubblicato il 30/07/2020