Limone Piemonte (CN) - Gianni Bui: dalla realtà all'astratto

Una mostra dell’ex del Toro e affermato pittore

Dall’8 al 30 agosto, presso la Sala esposizioni Grand Palais Excelsior di Limone Piemonte, grande mostra con le opere di Gianni Bui, ex mitico giocatore del Torino e curata da Franco Carena e Alessandro Capato. Inaugurazione sabato 8 alle ore 17,30.

Mi sia concesso iniziare con un ricordo personale:

“È lui, è lui. È Gianni Bui”…

 

Uno slogan che credo molti tifosi ricorderanno: memoria di tempi non proprio vicini, che hanno però lasciato una traccia molto nitida nella memoria di quanti “tengono per il Toro”. Per la cronaca ricordiamo che in totale Bui ha collezionato 188 partite in serie A, con 48 gol, 20 dei quali messi a segno con la maglia del Toro. 

Oggi abbiamo il privilegio di rivedere Bui in una veste che non tutti conoscono: quella dell’artista. Un artista dotato di grande spontaneità e che ha saputo costruirsi un linguaggio originale, con il quale ha modulato tutta una serie di istanze creative, ora influenzate da correnti e scuole, ora frutto della sua totale libertà espressiva. Il risultato è comunque sempre gradevolissimo, che ci consente di apprezzare la sua passione per l’arte e in particolare il modo con il quale sa porgerla agli altri.

 

L’abbiamo amato come giocatore e adesso facciamo altrettanto con il pittore, dopo averne conosciuto l’opera, di cui questa mostra ci offre un nitido spaccato. Senza dubbio si tratta di un’opera che è contrassegnata da un’articolata scelta di riferimenti poetici, convogliati in un linguaggio eterogeneo, in cui riverberano echi espressionisti e informali e dove non mancano accenti futuristi. Tutto un corpus di scelte pittoriche che non sono però sterili agganci a modelli storicizzati, ma teste di ponte verso l’universo personale dell’artista.

Infatti, Gianni Bui appartiene a quella categoria di artisti che sono stati capaci di elaborare un proprio linguaggio pittorico sublimando i limiti dei luoghi comuni, per riuscire ad andare oltre il perimetro delle apparenze e liberare così il proprio sentire nel tessuto visivo.

 

In effetti basta osservarne la produzione per rendersi immediatamente conto di quanto siano autonome le sue scelte pittoriche: creazioni che consentono all’artista di definire con grande autonomia il proprio dialogo tra soggetto dell’ispirazione e ricerca formale.

Inoltre, dal nostro punto di vista, ogni opera risulta contrassegna da un’identità propria, che la rende colma di spunti e di occasioni di approfondimento: infatti, nelle singole pitture c’è una storia interiorizzata, forse il riflesso di un vissuto personale, forse un’emozione, forse un sogno.

Partito da un universo creativo magmatico – così come ci pare di scorgere riferendoci al suo vissuto artistico – il pittore ha poi elaborato le proprie linee guida adottando un modus operandi capace di andare oltre i ceppi delle convezioni formali, fino a strutturare un linguaggio che veleggia autonomamente, sia dal punto di vista eminentemente poetico che tecnico.

 

La sua produzione ci pone davanti a tutta una serie di sollecitazioni, inducendoci a pensare continuamente all’effettivo senso della forma e dei suoi rapporti con la spazio. Il risultato, in questa occasione espositiva, è un tracciato articolato, anche complesso, lungo il quale abbiamo modo di non sentirci mai abbandonati alla mercé dei segni, ma condotti con semplicità in un universo dinamico, che non ci delude mai.

Il percorso poetico di Gianni Bui si scandisce attraverso un itinerario in cui tecnica e valutazione della forza evocativa del contento, si amalgamano con forza, dando così vita a un complesso di opere, che anche quando risultano piuttosto differenti tra loro, non nascondono di essere apparentate da comuni istanze costruttive.

Nell’insieme la mostra pone in risalto la vastità e la complessità della ricerca di Bui, suggerendo delle affascinanti strade verso spazi dominati da una forte autonomia e da un’indubbia limpidezza poetica.

 

L’artista è capace di produrre soprattutto delle suggestioni che lasciano il segno nell’immaginario del fruitore, coinvolgendolo in una sorta di illusione ottica in cui l’apparenza si miscela all’evocazione simbolica.

In effetti, il simbolo è materia viva di un lessico espressionista, che si cristallizza con vigore soprattutto nella serie di masse cromatiche abilmente dimensionate nello spazio.

 

La grande tensione compositiva è un po’ il leitmotiv che dà sostanza a tutta l’opera di questo capace artista: senza cedere mai nulla alla banalizzazione e alla ricerca un po’ estraniante scaturita dalle adulazioni delle molteplici formulazioni compositive, riesce sempre a proporre nuovi universi, nuovi vortici evocativi.

Il risultato è costituito da una dinamica modulazione di forme e di colori, arricchita da notevoli effetti cromatici, la cui origine è da ricercare in una composizione poetica che lascia sempre aperta una relazione tra il vedere e l’immaginare.

 

La cifra stilistica di Gianni Bui emerge con forza in questa bella mostra, che pone in rilievo la sua limpida ricerca improntata sullo studio e la verifica delle forze intrinseche alle forme chiaramente tracciate, scandite ora da linee curve, ora da moduli geometrici chiusi in forme precise.

Realtà e sogno si uniscono così in un’osmosi che dà vita a un mondo parallelo, comunque legato da un inscindibile cordone ombelicale al vissuto dell’artista, sempre attento a non scivolare nel déjà vu e capace di stupirci con nuove e brillanti realizzazioni pittoriche.

 

Gianni Bui: dalla realtà all’astratto per arrivare ad altro

8-30 agosto

Sala esposizioni Grand Palais Excelsior

Via Roma, 11

Limone Piemonte

Orari

Venerdì 17-19,30 • 21-23

Sabato 10,30-12,30 • 17-19,30 • 21-23

Domenica 10,30-12,30 • 17-19

 

 

 

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Articolo pubblicato il 07/08/2020