Biella – Il periodico trimestrale Rivista Biellese

Ottanta pagine di importanti e interessanti notizie

La copertina del mese di luglio 2020 della  Rivista Biellese riporta una bella immagine di Alpe Baroso del 1932-34 di una campagna fotografica condotta dal Segretariato Nazionale della Montagna (documento proveniente dall’Archivio Storico di Trivero –VC). Il periodico  inizia con un servizio di Riccardo Quaglia, che ricostruisce attraverso un approfondito racconto la registrazione filmata  della  IV Incoronazione della Madonna d’Oropa nel 1920.

Le riprese vennero  eseguite, da Giuseppe Sesia - oggi diremo operatore -   e dirette (regista)  dal salesiano  Don Alberto Maria De Agostini. Andrea Battisti, un servizio sui pesci d’acqua dolce, e lancia un grido d’allarme per la trota marmorata  che rischia l’estinzione a causa dell’ibridazione e della competizione con altre trote - ben nove specie di salmonidi, la maggior parte delle quali non autoctone-  si trovano nella rete idrografica biellese.   

Giuseppe Paschetto, tratta degli “scontri sociali del 1920 nel dibattito interno al Partito Socialista. Sulle pagine del «Corriere Biellese», la divisione tra riformisti e massimalisti preannuncia la scissione comunista”.  

Claudia Pavignano e  Raffaella Gamba ”Merli de Graia, al Merletto di Graglia la villa costruita nell’Ottocento dall’impresario Giulio Garzena ospitò nel secondo dopoguerra un collegio per bambini profughi istriani. La severa Corinna Escher lo diresse fino alla chiusura avvenuta nel 1969”.   

Carlo Dezzuto racconta attraverso le sue pagine una bella storia: i mille anni di Bernardo di Aosta, il santo che nel biellese è titolare di varie parrocchie e oratori.  ”L’alpe e l’alpeggio”, lo studio  eseguito da Pier Luigi Perino, fornisce un’analisi delle capacità produttive dei   pascoli biellesi  e alcune idee per il futuro. Francesco De Domenico,”Una piccola nave per una grande storia”. Lo scaffale,  presenta la recensione di un libro  di   Elena Gallo, “Centocinquant’anni di storia associativa vandornese”.

Per la rubrica in cucina, Mina Novello tratta un prodotto fondamentale: il burro, e gli eccellenti butirri  derivati dagli alpeggi biellesi. Nella tradizione locale tra i diversi derivati del latte il burro è sempre stato ritenuto di particolare pregio e benché impiegato sia cotto che crudo nella alimentazione quotidiana, ha goduto di maggiore stima rispetto a condimenti abituali considerati più ordinari quali strutto e grassi animali diversi (oca, gallina) e utilizzato con avvedutezza, anche da chi ne  poteva disporre in abbondanza, ovvero i malgari per i quali il burro rappresentava anche fonte di guadagno essendo pregevole oggetto di commercio”.  

Il testo, però, analizza  anche nel dettaglio la caseificazione e i vari tipi di formaggi, per quanto riguarda il burro, non si  sofferma non  solo sull’alto valore nutritivo, ma approfondisce anche gli impieghi medicamentosi. Come sempre ogni saggio della rivista è accompagnato da una ricca  documentazione fotografica.

 

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Articolo pubblicato il 06/08/2020