La trasvolata patetica di Luciana&Giggino che regalano 11 milioni al governo di Tunisi

Invece gli inglesi bloccano la rotta della Manica.

Lunedì scorso per la seconda volta in un mese, la Ministra dell’Interno Lamorgese e il ministro degli esteri Di Mao, si sono recati in pellegrinaggio a Tunisi per “aiutare le autorità Tunisine” a contenere la fuga dei loro connazionali verso l’ospitabilissima Italia. I toni delle cronache governative grondano di retorica. Di Maio:” il fenomeno migratorio è molto complesso e crediamo che debba essere affrontato in una cornice ampia. Per questo abbiamo ribadito la massima disponibilità dell'Italia a portare avanti i negoziati per un accordo quadro in ambito migratorio che preveda forme virtuose di integrazione".

 

Lamorgese: "Siamo Pronti a sostenere la Tunisia" - L'incontro con il presidente della Repubblica e con il capo del governo incaricato tunisini è stato definito "positivo" dal ministro Lamorgese. "Abbiamo affrontato insieme una situazione di flussi migratori notevolmente aumentati verso le coste italiane. Abbiamo condiviso che l'approccio non debba essere soltanto securitario ma globale, anche se arrivi così massicci possono determinare un problema per il nostro Paese. La rete dei trafficanti di esseri umani sfrutta anche il momento difficile che sta vivendo la Tunisia e già ora infatti hanno cambiato porti di imbarco verso l'Italia rivolgendosi ad altri luoghi. Riteniamo che la Tunisia vada aiutata e l'Italia è pronta a prendere tutte le iniziative necessarie per supportare il Paese africano in termini di mezzi e strumentazioni al fine del controllo dell'immigrazione clandestina". Da brividi!

 

In effetti l’Italia ha sborsato oltre 11 milioni di euro verso i beduini che sono ormai scafati nello sfruttare la nostra dabbenaggine, lasciando che il peggio del peggio venga in Italia. Poi sono cavoli nostri.

Si assumo misure contenitive per non diffondere il contagio tra italiani ed i bravi tunisini, rifocillati e vestiti, scorazzano per la penisola, indisturbati. Stuprano, come la cronaca attesta, delinquono, ma nessuno osa fermarli  e rimandarli indietro, senza troppe liturgie.

 

Come rimpiangiamo i tempi di Francesco Cossiga presidente della Repubblica e  Giulio Andreotti e Bettino Craxi Presidenti del Consiglio, che in seguito allo  sbarco di ventimila albanesi  a Bari avvenuto l’8 agosto 1991, entro il 16 agosto li hanno imbarcati in aereo, destinazione Tirana.

 Questione di attributi, non di fichi secchi!

 

In questi giorni, mentre a Roma si consumano chiacchiere e stomachevoli attenzioni nei confronti di coloro che arrivano per delinquere, a Londra sempre per rimanere in argomento, si producono fatti e concreti.

Inevitabilmente si deve fare riferimento ai protagonisti.

Al Viminale siede Luciana Lamorgese, un ex prefetto di Milano promosso ministro dell’Interno dal governo giallorosso. All’Home Office di Londra Boris Johnson ha messo invece Priti Patel, una 48enne tatcheriana di ferro figlia di una famiglia indiana arrivata a Londra dall’ex-colonia ugandese.

 

Ma le differenze tra le due «ministre» non si fermano qui. La Lamorgese travolta quest’anno dallo sbarco di 15mila migranti, tra cui 6.429 tunisini e 2.338 bengalesi alla ricerca d’una comoda sistemazione italiana, il 29 luglio ha battuto i pugni sul tavolo definendo «inaccettabili» quegli arrivi. L’unico risultato sono stati gli ulteriori 2mila 224 intrusi accomodatisi in Italia nei 15 giorni successivi. Per non parlare del costo delle navi da crociera affittate al prezzo di 4 milioni di euro più Iva al trimestre per gestire la quarantena dei migranti positivi al Coronavirus. Un prezzo che alla fine andrà moltiplicato per molte volte visto che ciascuna delle navi prevede la sistemazione di un massimo di 250 migranti. L’iniziativa grottesca della nave, ampiamente pubblicizzata in Tunisi, sta funzionando come calamita, in quanto nel bel Paese, i posti comodi ai clandestini, non li nega nessuno.

 

Dall’altra parte della Manica. Lì anche la signora Priti Patel deve vedersela con un bel po’ di indesiderati in arrivo dalle coste francesi. Dall’inizio dell’anno più di 4mila e 100 «clandestini», come li chiama la ministra di Sua Maestà, hanno raggiunto le bianche scogliere di Dover. Un traffico bruscamente impennatosi ai primi di questo mese quando gli sbarchi hanno toccato quota 650, con una punta massima di 235 arrivi nelle 24 ore il 6 agosto.

 

Poca roba se paragonata agli oltre 7mila arrivi sulle nostre coste nel mese di luglio e ai 1.321 registrati nei primi 13 giorni di questo mese. Ma Priti Patel e il governo di Sua Maestà non la pensano così. Una settimana fa l’omologa della nostra Lamorgese ha convocato Dan O’Mahoney, un ex ufficiale dei Royal Marines, veterano del Kosovo e dell’Iraq, e gli ha conferito la carica di «Comandante per la Minaccia dei Clandestini nel Canale» ordinandogli di rendere «impraticabile» la rotta della Manica.

 

Non vogliamo neppure immaginare cosa potrebbe succedere qui da noi se, non Salvini, ma la rispettabilissima Lamorgese convocasse un ex ufficiale dei Marò chiedendogli di bloccare a qualsiasi costo barchini e gommoni in navigazione nel Canale di Sicilia.

 

 In Inghilterra dove, stando ai sondaggi, il 50 per cento dei sudditi non prova alcuna simpatia per i migranti non è volata una mosca. E così Priti Patel ha spedito O’Mahoney a Parigi ordinandogli di mettere con le spalle al muro le autorità d’oltremanica e raggiungere un’intesa per fermare i trafficanti d’ uomini. Il tutto mentre chiedeva alla Difesa di mettere a punto, in caso di mancato accordo, un’operazione della Royal Navy per bloccare i barchini in partenza da Calais. E per non sbagliare pretendeva l’immediato decollo di un pattugliatore incaricato di individuare le partenze e segnalarle ai funzionari del presidente Emmanuel Macron.

 

E così mentre in Italia, a dispetto delle dichiarazioni della Lamorgese continuavano gli sbarchi e si moltiplicavano i costi, in Inghilterra già s’intravede una soluzione. Dan O’Mahoney rientrato dal Parigi ha annunciato il piano comune per bloccare a Calais i trafficanti mentre la signora Patel ha fatto sapere di esser pronta a rispedire in Francia e Germania 557 dei 4.100 indesiderati approdati quest’anno. In poco più di una settimana, insomma, ha ottenuto quel che la nostra Lamorgese non è riuscita nemmeno ad abbozzare in oltre 11 mesi.

Mai come in questi giorni, ci torna amaramente in mente l’attualissima invettiva di Dante presente nel VI canto del Purgatorio, quale amara riflessione sulla condizione politica dell’Italia:

 
Ahi serva italia, di dolore ostello,

nave senza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!”

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 19/08/2020