Colpo di stato in Mali

Formato un comitato nazionale e un governo di transizione

C’è estrema preoccupazione per l’evolversi della situazione in Mali, dove martedì le forze armate hanno estromesso dal potere e costretto alle dimissioni il presidente Ibrahim Boubacar Keita, arrestato insieme al primo ministro, Boubou Cissé. Il paese attraversa da mesi una profonda crisi sociale e politica.

Eletto nel 2013 e nel 2018, Keita ha annunciato ieri notte lo scioglimento del Parlamento e del governo: «Non voglio che venga versato il sangue per restare al potere», ha detto alla televisione di Stato Ortm.

Poche ore dopo aver annunciato le sue dimissioni — al termine di una convulsa giornata di ammutinamento che si è trasformata in un colpo di Stato — i militari hanno dichiarato, sempre tramite Ortm, la loro intenzione di istituire un governo di «transizione politica civile» che porti alle elezioni in tempi ragionevoli.

«Noi, le forze patriottiche raggruppate nel Comitato nazionale per la salvezza del popolo (Cnsp), abbiamo deciso di assumerci le nostre responsabilità davanti al popolo e alla storia», ha affermato il loro portavoce, il colonnello Ismael Wagué, vice capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare. Nelle parole di Wagué, il golpe militare è stato necessario perché il governo di Keita — noto come Ibk — ha trascinato il Mali nel «caos, nell’anarchia e nell’insicurezza». Il Cnsp ha poi ordinato la chiusura di tutti i valichi di frontiera e imposto un coprifuoco dalle 21 alle 5.

Siamo in attesa dell’esito di una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza Onu che si è tenuta ieri. l presidente francese Emmanuel Macron ha condannato il golpe, discutendo della situazione anche con l’omologo nigeriano Mahamadu Issufu, l’ivoriano Alassane Ouattara e il senegalese Macky Sall ed esprimendo «il suo pieno sostegno agli sforzi di mediazione dell’Ecowas» (la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale). L’Eliseo ha fatto sapere che il capo di Stato francese «segue da vicino la situazione e condanna il tentato ammutinamento in corso».

Ferma condanna anche da parte dell’Unione Europea: «Questa non può in alcun modo essere una risposta alla profonda crisi socio-politica che colpisce il Mali da diversi mesi», ha twittato l’Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrel

Una videoconferenza dei capi di Stato della Ecowas sulla crisi in corso si terrà domani. L’organizzazione ha deciso intanto la chiusura dei confini regionali con il Mali e la «sospensione» del paese con «effetto immediato». In queste settimane sono falliti diversi tentativi di dialogo tra il governo e le opposizioni.

 

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Articolo pubblicato il 20/08/2020