20 agosto 1875: muore a Torino Michelangelo Castelli
Via Michelangelo Castelli a Racconigi (CN)

Amico e confidente di Camillo Cavour, è deputato e senatore del Regno di Sardegna

«Annunziamo con dolore la morte accaduta l’altra notte del senatore Michelangelo Castelli, primo segretario di S. M. pel Gran Magistero Mauriziano e membro della R. Deputazione sopra gli studii di storia patria. Egli fu tra’ primi scrittori che promossero l’era costituzionale in Piemonte, e sostenne con moderazione e fermezza le sue opinioni nella stampa periodica sin dal 1848, e nel Parlamento, ove fu mandato da’ suoi concittadini di Racconigi. Fu amicissimo del conte di Cavour, che gli affidò più volte difficili incarichi, molta fiducia avendo nella sua prudenza e spirito conciliativo.

Gli furono poscia affidati gli archivi dello Stato, in cui compié alcune riforme.

Di cortesi e modeste maniere e arguto nel conversare, seppe cattivarsi la simpatia e la stima di quanti ebbero la ventura di stringere relazioni con lui e apprezzarne le rare doti».

Così “La Stampa” di sabato 21 agosto 1875 annuncia la morte del senatore Michelangelo Castelli, avvenuta il giorno precedente.

Michelangelo Castelli è nato a Racconigi (Cuneo), il 4 dicembre 1808, da famiglia benestante che ha coltivato idee giacobine. Studia giurisprudenza all'Università di Torino dove si laurea nel luglio del 1835.

Nell'ottobre dello stesso anno viene eletto sindaco di Racconigi e mantiene questa carica fino al 1837.

Dal 1847 collabora con il giornale torinese “Il Risorgimento”, dove lavora per la parte politica a fianco del direttore del quotidiano, il conte Camillo Cavour, del quale sarà sempre un amico fedele e un leale confidente. Cavour contraccambia questi sentimenti: Castelli è ammesso nei più reconditi segreti della politica dello statista e può essere considerato uno dei più abili ed efficaci cooperatori.

Castelli viene eletto Deputato del Regno di Sardegna già nella I Legislatura, il 26 giugno 1848 (nel Collegio di Condove), e lo sarà fino alla VI Legislatura (1859), nei collegi di Racconigi e di Boves. Di modi amabili, dotato di spirito conciliativo, franco e schietto di carattere, Castelli al Parlamento Subalpino rappresenta l’anello di congiunzione tra le due frazioni del partito costituzionale, che nel 1851 si disputano la prevalenza. A lui si deve in particolare la fortunata associazione di propositi e di volontà, che, grazie alla lealtà del Re, la saggezza dei governanti, il coraggio dell’esercito e l’abnegazione dei popoli, porta all’unificazione dell’Italia.

Dal 4 novembre 1852 fino al 6 marzo 1854 è nominato Primo ufficiale, poi Segretario generale del Ministero dell'interno, carica che ricorda quella attuale di sottosegretario.

Il 29 febbraio 1860 è chiamato al Senatore del Regno di Sardegna per la categoria terza, quella dei deputati dopo tre legislature o sei anni di esercizio.

In ambito professionale, come funzionario amministrativo, 16 luglio 1854, diviene Direttore generale degli Archivi generali di Torino, poi Archivio centrale dello Stato di Torino.

Nel quadro della sua attività politica Castelli ricopre numerosi incarichi: Consigliere di legazione a Parigi (1850); Primo segretario del Gran magistero dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro (2 novembre 1870); Consigliere della Direzione generale dei Teatri del Regno; Socio residente della Deputazione di storia patria di Torino; Socio della Deputazione di storia patria per le antiche province di Lombardia; Cancelliere dell’Ordine della Corona d’Italia.

Michelangelo Castelli muore a Torino, il 20 agosto 1875. Il giorno 21 si svolge il suo imponente funerale a Racconigi dove viene sepolto per sua esplicita volontà. L’orazione funebre è tenuta dal comm. avv. Cova, primo ufficiale del Magistero Mauriziano.

A Racconigi, Michelangelo Castelli è ricordato da una via.

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Articolo pubblicato il 20/08/2020