L'Opinione di Claudio Berrino
Le verità urlate dai media mi hanno sempre suscitato perplessità. Più volte ho assistito alla trasfigurazione della realtà finalizzata a rendere una versione dei fatti politicamente corretta o, ancor peggio, a condizionare una collettività di followers privi di senso critico.
La storia recente e meno recente pullula di vicende che hanno fatto esprimere all'opinione pubblica valutazioni feroci poi rivelatesi di imbarazzante inadeguatezza. Ricordo le accuse a Giro Limoni, il "mostro di Roma" accusato di avere assassinato numerose bambine e, dopo anni di ingiusta detenzione dichiarato estraneo ai fatti.
Taccio per ragioni di opportunità le dichiarazioni rese dai giornali nazionali il mattino dell'arresto del compianto Enzo Tortora, anch'esso vittima di un vergognoso errore giudiziario.
Provo oggi grande e prudente perplessità di fronte allo sdegno collettivo suscitato dall'omicidio di Colleferro in quanto non conosco ancora, al pari di tutta la folla urlante ed assetata di giustizia, il reale svolgimento dei fatti e temo che le ricostruzioni emozionali di chi non era presente possano non coincidere con quanto sia realmente accaduto.
Intendiamoci, chi uccide per futili motivi un inerme merita la peggiore delle sanzioni detentive, oltre alla ripulsa morale di tutte le persone perbene. Osservo però che gli elementi probatori debbono ancora essere tutti accertati e valutati, soprattutto in una vicenda che possiede tutte le sfumature del politicamente corretto ove ragazzi italiani, naturalmente palestrati, tatuati, malvagi e estimatori delle arti marziali tolgono barbaramente la vita a un inerme giovane di colore reo di essere intervenuto a difesa di un amico.
Attendiamo i riscontri probatori, la reale ricostruzione dei fatti, la valutazione di una corte di giustizia prima di giungere ad esprimere una valutazione di condanna che, ove i fatti accertati fossero realmente coincidenti con quelli descritti dai giornalisti, sarebbe inevitabile.
In questi casi un atteggiamento prudente è dovuto, per rispetto della realtà storica, della nostra civiltà giuridica, della nostra stessa intelligenza.
Claudio Berrino
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Articolo pubblicato il 09/09/2020