Il rasoio di Occam dimenticato nel cassetto degli attrezzi

“Entia non sunt multiplicanda sine necessitate”.

Nel sito Internet www.brocardi.it troviamo questa traduzione: non si devono moltiplicare le cose se non ne sussiste la necessità; troviamo poi questa spiegazione: la massima esprime il principio, al quale dovrebbe attenersi il legislatore, per il quale si dovrebbe evitare l'eccesso di produzione legislativa, arrestando così quel processo di ipertrofia della legge che viene sempre più spesso denunciato come uno dei maggiori difetti del nostro sistema giuridico.

Nei mesi scorsi abbiamo visto un chiaro esempio di questa ipertrofia con la raffica di DPCM, i Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, da qualcuno definiti “hard”, coi quali Conte è intervenuto personalmente nell’immediato per fronteggiare la situazione di emergenza generata dalla pandemia dilagante. Essi non hanno coinvolto il Parlamento e così è stato quasi azzerato il dialogo democratico con l’opposizione. Questo è solo uno dei fatti che hanno sollevato non poche critiche all’operato del Governo nella problematica gestione della cosa pubblica dall’inizio del corrente anno.

Covid-19: troppe incertezze e titubanze in Italia. Ma il nostro Paese si è cimentato per primo con questo nemico subdolo ed invisibile e tanti altri Stati hanno imparato dai nostri troppi errori, non giustificabili però solo coi troppi ritardi dell’OMS per passare dal giudizio di epidemia a quello di pandemia.

Troppi i nostri morti, per i quali manifestiamo il più sentito cordoglio, e troppi i contagiati ed i ricoverati, che impongono un sentito ringraziamento per gli operatori sociosanitari e per tutti gli altri che si son sacrificati nell’interesse dei troppi, bisognosi talvolta di tutto.

Troppi i DPCM, come abbiamo detto, e troppi i Bollettini della Protezione civile, i Decreti Legge, i Decreti attuativi di precedenti Decreti e quelli di imposizione e successiva eliminazione delle misure di contenimento.

Troppe le sanzioni per violazione delle norme di lockdown e troppe le indicazioni farraginose sui rapporti parentali coi congiunti, le altre cervellotiche sul distanziamento social, confuso con quello fisico, e le disposizioni al limite dell’assurdo sulla adozione di separatori anche sulle spiagge.

Troppe le Delibere del Consiglio dei ministri, le Ordinanze ministeriali e quelle regionali, che hanno visto anche i ricorsi al TAR.

Troppe le informative, le circolari e i chiarimenti alle circolari, i provvedimenti correttivi di precedenti disposizioni, i dossiers, i protocolli e i comunicati stampa.

Troppe le dichiarazioni dell’OMS, le raccomandazioni del Comitato Tecnico Scientifico, le linee guida operative e di pianificazione diramate.

Troppi i virologi o ritenuti tali e troppe le diagnosi possibilistiche sull’origine e la provenienza del contagio e le sue cure dall’efficacia probabilistica ammannite con troppe riserve.

Troppi i consulenti tecnici assoldati e troppi i loro suggerimenti rimasti inascoltati.

Troppe le aule inadatte ad una ripresa sicura della scolarità e le stravaganze su banchi monoposto e sedie con le rotelle.

Troppe le proposte di impiego degli oltre 200 miliardi deliberati dalla UE per la nostra ripresa.

Chi ne avesse voglia o necessità, potrà soddisfare i propri bisogni collegandosi al link

https://www.camera.it/temiap/documentazione/temi/pdf/1203754.pdf?_1588279335853

nel quale il Servizio Studi della Camera dei deputati in data 28.8.2020 dà un “Quadro generale” di tutte le “Misure sull’emergenza coronavirus (Covid-19)”.

“Il troppo è troppo”, scriveva Giuseppe Giusti nella sua “Raccolta di proverbi toscani”, a commento del detto popolare “il troppo stroppia”. Se questo è già quando il bene passa i limiti, figuriamoci allora quanto stroppia il male, se è troppo.

Nella emergenza, di cose fatte male, purtroppo, ce ne sono state troppe perché è mancata l’operazione chirurgica di ridurre tutto all’essenziale tagliando quel che era fuori misura.

Il brocardo d’apertura del nostro scritto sintetizza il pensiero di Guglielmo di Occam, francescano teologo e filosofo medievale. Per lui, occorre tagliare di netto tutte le varianti che si affastellano nei momenti di difficoltà ed imboccare solo la via che sembra più logica, la quale finirà certamente per essere la più efficace. Il suo assunto non è rimasto confinato nella notte dei tempi perché il “Rasoio di Occam”, nato in ambito filosofico come ”Principio di razionalizzazione del ragionamento”, è oggi alla base del pensiero scientifico moderno come “Principio metodologico di economia” o “di parsimonia”, per il quale, tra l’altro, è inutile fare con più ciò che si può fare con meno; così, si riduce anche il rischio di errori che, se commessi, potrebbero essere più facilmente individuati e corretti.

Saremmo ingiusti se per Conte parlassimo di Governo delle complicazioni degli affari semplici, perché la pandemia non è stata e continua a non essere un affare semplice, ma crediamo di non sbagliare nel dire che “Giuseppi” ha dimenticato nel cassetto degli attrezzi il rasoio di Occam e, non avendo tagliato il superfluo del suo operato, sarà comunque tagliato fuori dal consesso perché non sarà giudicato guardando innanzitutto ai miliardi UE, portati alla causa dell’Italia agonizzante.

Si vales, valeo.

armeno.nardini@bno.eu

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Articolo pubblicato il 11/09/2020