Mancano i banchi piccoli e quelli grandi sono già rottamati
Banchi "fuori misura" e arredamento scolastico nella discarica (BO)

Ma perché serpeggia una diffusa sensazione di stupidità o chissà cos’altro, su questa storia dei banchi piccini piccini?

Non è che uno se la voglia sempre prendere con le decisioni del Governo e in particolare con la ministra Azzolina, ma questa faccenda dei banchi davvero non è possibile ignorarla senza colpo ferire.

C’è troppa stupidità compressa nelle decisioni restrittive (dei banchi) e se ne vedono delle belle anche nelle contromisure… Allievi in ginocchio scrivono sulla sedia, altri invitati ad adoperare il libro come base d’appoggio; davanti, solo il vuoto… mentale. Sono immagini che passano al Tg. Incrociano gli occhi di chi guarda la tv.

Molte classi sono ancora sprovviste di quelli nuovi. Non sono chiare le forme, ma non mancano originali offerte, nel frattempo i vecchi, funzionanti banchi che qualche geniale geometra incaricato dal Governo, ha stabilito essere fuori misura, sono spariti con magico tocco e in tempo anticipato dalle scuole. Giusto portarsi avanti col lavoro, in certi casi però…

Si tratta di una fesseria senza precedenti. Doveroso considerare inoltre, che i nuovi banchi monoposto consentono solo un comodo alloggio per: i gomiti dell’allievo, una matita, una gomma e un temperino. Oggetti che non servono più nella nuova scuola di taglio informatico; ahimè. Altro spazio non c’è.

Nella foto posta in apertura e che sta girando su Facebook, realizzata dal fotografo Michele Lapini, si vede il materiale scolastico accumulato nel deposito del Comune di Bologna. Sedie, cattedre, armadi e banchi, molti dei quali monoposto, quindi, probabilmente ancora utili alle nuove direttive, sono stati portati via dalle scuole e accatastati in attesa, per lo meno lo si auspica, di un intelligente e corretto smaltimento.

Sono soltanto un ben mediocre architetto, quindi non date troppa importanza a questo parere, però lasciatemelo dire: “non è con il banco piccolo che si allargano le aule. È ovvio che ci si dovrà adeguare, vi staranno meno allievi, ma una volta stabilita la distanza tra una sedia l’altra, sicuramente posizionati a dovere, anche i vecchi banchi avrebbero fatto il loro mestiere”. E poi, circola la netta impressione che sotto sotto, di riffa o di raffa, dal tempo dei semafori ad ogni incrocio, c’è sempre qualche "parente" che su queste novità ci guadagna.

È vero che ogni tanto si sente il bisogno di aggiornare l’arredamento. Questo è un sentimento lecito a chiunque abbia la possibilità di soddisfare necessità o capriccio per quanto riguarda la propria abitazione oppure l’ufficio. Nel caso della scuola provvede lo Stato, e siccome lo Stato siamo noi, ce lo possiamo permettere tutti allo stesso modo? Siamo persuasi infine che questa sarà la soluzione finale per salvaguardare la salute degli studenti?

CoViD-19 permettendo, sarà il tempo a decretare i limiti di ogni ragione e il buon senso per ogni decisione.

 

 

Tempi moderni i nostri. La memoria ritorna a quando nelle classi a volte si era più di 30, tutti vicini, educati monelli compagni di banco a rischiare morbillo e pertosse. Ricordi in bianco e nero… Oggi il buon Totò, uomo sempre attuale, ironizzando sul nostro recente, tragicomico provvedimento e traducendo la morale comune, molto probabilmente direbbe:

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Articolo pubblicato il 18/09/2020