La diabolica perseveranza nell'errore

L'Opinione di Claudio Berrino

La prevalenza del SI al voto referendario ha una origine ben precisa, che non risiede nella affermazione delle tesi riformiste della Sinistra “Giallo-Rossa” ma nella inadeguatezza dei vertici della coalizione di Destra. E’ difficile scusare l’inescusabile.

Per pressapochismo, ignoranza di diritto costituzionale, assenza di lungimiranza, i due leader della coalizione nella quale incautamente e loro malgrado gli Uomini Liberi di questa Nazione ripongono, o sono stati costretti a riporre per mancanza di alternative, la propria fiducia hanno espresso il loro assenso ad un progetto liberticida e sino a poco meno di otto giorni dalla consultazione referendaria hanno omesso di rinnegare l’errore commesso, tacendo e avallando con il proprio silenzio una manovra raffinata e perversa di sottrazione del Potere Legislativo al controllo del Corpo Elettorale.

Va da sé che l’encomiabile ma poco percepibile dissenso espresso da Giorgetti o da qualche assennato componente di FdI non ha certamente potuto modificare gli equilibri di una partita politica giocata sin dall’inizio scandalosamente male.

Il risultato disastroso non potrà certamente trovare un “compenso”  in quello che è stato l’ esito delle elezioni regionali, in quanto pare prevedibile in un prossimo futuro una convergenza dei pentastellati sulle richieste del Partito Democratico in materia di accettazione dei vincoli liberticidi del MES a ragione di una politicamente sempre maggiore irrilevanza di quello che venne presentato, ai suoi albori, come un movimento anti sistema.

Chi ha vissuto la propria giovinezza militando in quella che fu una effettiva forza di Destra non può esimersi dalla comparazione tra ciò che è stato e ciò che è oggi , tra chi ha incarnato ed espresso i valori della Tradizione e chi nei giorni nostri procede confusamente, inseguendo un consenso effimero e omettendo di seminare germi di pensiero per raccogliere domani il frutto dell’impegno esistenziale profuso da diverse generazioni.

Claudio Berrino

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Articolo pubblicato il 22/09/2020