Cerimonia per i Caduti Torinesi durante gli scontri del 21 e 22 settembre 1864

Si è svolta giovedì 24 settembre in piazza San Carlo

Si è svolta giovedì 24 settembre 2020, alle ore 11, presso la lapide collocata in piazza San Carlo 161, la cerimonia di commemorazione dei Caduti torinesi che perirono durante gli scontri del 21 e 22 settembre 1864, a seguito dello spostamento della capitale da Torino a Firenze.

Sono intervenuti il consigliere comunale Fabrizio Ricca, in rappresentanza della Città, il presidente del Consiglio Regionale, Stefano Allasia, il giornalista e storico, Giorgio Enrico Cavallo, il vicepresidente di "Gioventura Piemonteisa", Carlo Comoli.

Questo l’intervento del presidente Stefano Allasia: Buongiorno, saluto tutti i presenti, le autorità civili e militari,

Ci troviamo qui, oggi, per ricordare i caduti torinesi che perirono sotto il fuoco delle guardie di pubblica sicurezza e degli allievi carabinieri durante gli scontri del 21 e 22 settembre 1864.

Per molto tempo questo episodio sanguinoso ha rappresentato una di quelle pagine dimenticate della storia e soltanto nel 1999 è stata apposta una lapide per ricordare coloro che sacrificarono la vita in difesa delle proprie idee, dei propri valori e della propria Città.

Sono trascorsi 156 anni da quella che possiamo definire una vera e propria “strage di Stato”: in due giornate di scontri vennero represse nel sangue le proteste popolari causate dal malcontento generato dalla decisione di spostare la capitale del Regno da Torino a Firenze.

I torinesi avevano combattuto per l’unificazione nazionale nel 1861 e avevano creduto nel vento del Risorgimento che da Torino aveva soffiato verso le altre parti d’Italia e, pur sapendo che, prima o poi, la capitale sarebbe stata trasferita a Roma, non avevano immaginato di poter perdere il primato in favore di Firenze a causa della sottoscrizione di una convenzione tra l’Italia e la Francia in base alla quale Napoleone III si impegnava a ritirare da Roma entro due anni le truppe francesi e l’Italia a non invadere lo Stato Pontificio e a trasferire la capitale da Torino a Firenze. Fu questa la scintilla delle vibranti proteste popolari da parte di chi vide in quella scelta la volontà di sminuire e svuotare Torino del proprio ruolo di capitale del Risorgimento e del Paese.

La lapide che ricorda in piazza San Carlo i manifestanti che andarono, ignari, incontro alla morte riporta 52 morti e 187 feriti, vite spezzate nella difesa di un’idea e nella scelta di non accettare in silenzio un atto inopportuno e indecoroso, un’imposizione fatta al popolo che aveva animato la lotta per l’unità del Paese.

Come Presidente del Consiglio regionale del Piemonte ritengo doveroso ricordare quell’episodio e commemorare quei cittadini, i nostri concittadini, il loro orgoglio, la loro tenacia, il loro coraggio e soprattutto il loro esempio.

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Articolo pubblicato il 24/09/2020