Il miracolo del Covid per il governo dei quaquaraquà

Sonni tranquilli per la conventicola degli incapaci

Con tutto l’umano rispetto che dobbiamo alle vittime del Covid ed a coloro che da mesi lavorano nei reparti ospedalieri, senza tregua e con pochi riconoscimenti, c’è qualcuno che è stato e continua ad essere miracolato dalla pandemia dominante.

Se torniamo indietro ad inizio anno e rileggendo le cronache politiche di allora, permanendo la situazione di normalità, Conte ed il suo governo avrebbero già dovuto fare le valigie a febbraio, invece Giuseppì continua a pontificare e si presume arrivi senza affanno a fine legislatura.

Così il presidente della Campania, il disinvolto Vincenzo De Luca con la sua supponenza ducesca, come da previsioni avrebbe dovuto cedere il passo, invece è ancora lì, suffragato dal terrore sapientemente propagato tra i suoi elettori e da discutibili provvedimenti clientelari erogati a piene mani, grazie ai fondi Covid.

Per non parlare dell’inquietante Arcuri, quel personaggio dalle dubbie capacità cui sono state affidate le scelte più deleterie e purtroppo incontrollate, come l’acquisto di camici per i medici e altre presidi difensivi inadeguati e buon ultimo i banchi con le rotelle, scovati in Cina  a prezzi che gridano scandalo.

Così purtroppo, è ancora il Covid a dettare l’agenda politica e non solo da noi. Negli Stati Uniti sta succedendo proprio questo, dopo che la malattia ha colpito Trump a poche settimane dal voto per le presidenziali. Ora nessuno sa cosa potrà accadere.

In Italia, dopo il risultato elettorale delle regionali, si sarebbe dovuto prendere atto della volontà degli elettori ed arrivare rapidamente almeno ad un rimpasto nella compagine governativa, dove la componente di maggioranza parlamentare, il M5S, era uscito a pezzi dalle urne. Il voto ha anche accentuato le spaccature tra i grillini. Infatti, Di Battista parla di ”morte nera” riferendosi all’ alleanza con il PD. Divisioni che appaiono insanabili.

Ma anche tra PD e M5S vi sono contenziosi aperti di grosso rilievo. A partire dal MES. Sulla scuola, ormai nel caos con un ministro assolutamente inadeguato, le differenze sono abissali.

Sulla legge elettorale, obbligatoria dopo il risultato referendario, le due forze che reggono la maggioranza sono agli antipodi. Non ultime, tengono banco le scelte sciagurate imposte dai grillini, come la costosissima nazionalizzazione dell’Alitalia, con la conseguente lottizzazione del CdA ed il blocco della realizzazione di infrastrutture di assoluta necessità che da anni sono già state finanziate.

In una situazione di razionalità, la crisi di governo sarebbe già aperta e si starebbe parlando di elezioni politiche anticipate. Ma non succederà nulla. La pandemia ha ripreso vigore, così il governo potrà vivacchiare ancora a lungo. C’è il Covid e il governo, dopo aver fallito con le scelte suicide di quest’inverno, sta escogitando in queste ore ulteriori misure dettate per calcolo e non per introdurre interventi mirati ed efficaci.

Ma fino a quando, valutata l’assurdità di alcune imposizioni, gli italiani continueranno ad essere ossequiosi al gendarme di turno od al ministro fantoccio? A nessuno verrà l’idea di far saltare il banco?

 

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Articolo pubblicato il 12/10/2020