I Morti del Coronavirus - Esclusivo: i nomi delle vittime

Facciamo come i telegiornali della sera: contiamo le vittime del coronavirus. Con una differenza, però: il nostro “mortometro” farà anche i nomi dei deceduti.

Eccoli qui di seguito.

Sig.ra Verità (non si conosce la data di nascita, comunque si presume essere molto molto anziana). C’è un vecchio detto secondo cui la prima vittima delle guerre è, appunto, la verità. Essendo l’emergenza sanitaria assimilabile a una guerra, l’anziana signora non poteva mancare fra i morti.

Alzi la mano chi di voi, intellettualmente onesto, oggi presume di possedere un briciolo di verità. Non dal punto di vista filosofico naturalmente: da secoli gli intellettuali si contorcono su questa parola a cominciare dalla perfida domanda di Pilato a Cristo “Quid est veritas?”, ma noi oggi ci limitiamo a circoscrivere la domanda all’ambito comunicativo-politico-sanitario. 

Chi, nel marasma delle notizie sull’epidemia, ha oggi qualche certezza? La macchina dell’informazione ogni giorno produce milioni, o miliardi, di notizie, di certezze, di smentite, di ritrattazioni, di propaganda e di contro-propaganda, in una battaglia senza fine fra negazionisti e affermazionisti con tutte le sfumature intermedie (personalmente mi ritengo uno scettico in cerca di certezze, come certi laici in cerca di Dio, ben conscio che non approderò a nulla), il tutto reso ancora più turbolento e opaco dall’eterna tendenza della politica a sfruttare a proprio vantaggio le crisi epocali con l’uso cinico della menzogna.

Sig.ra Scienza (anche qui si tratta di una donna molto anziana, anche se non come la prima, la cui data di nascita si può collocare approssimativamente intorno al XVII secolo). Vedere gli scienziati dire oggi quello che hanno negato ieri, e negare oggi quello che affermeranno domani riempie di tristezza e ci fa seriamente riflettere sui limiti dell’umana conoscenza, di quella scientifica in particolare.

In più vedere molti di loro litigare pubblicamente su temi che dovrebbero essere ragionevolmente oltre il dubbio fa rabbrividire, non tanto per lo spettacolo deprimente che danno queste menti profonde e altamente professionali, certificate e molto spesso auto-certificate, ma per la constatazione che da loro dipendono le decisioni di organismi internazionali,  governicchi nazionali, presidenti regionali, sindaci affannati che vanno a incidere in maniera  disastrosa sulle nostre vite singole e collettive, tutti soggetti che dovrebbero forse riflettere su un altro concetto filosofico detto “eterogenesi dei fini”, se sanno che cos’è.

E’ pur vero che, da un punto di vista epistemologico, il metodo scientifico è fatto di congetture e confutazioni, per usare la nota espressione popperiana, ma è anche vero che questo metodo forse produce risultati nel lungo periodo; in una presunta situazione di emergenza la sig.ra Scienza dovrebbe essere più assertiva o quanto meno fornire risposte prudenti o -quantomeno- concordate fra i suoi sommi sacerdoti in modo da dare qualche sicura regola di comportamento. Come diceva un noto economista “nel lungo periodo saremo tutti morti”. Comunque, la signora riposi in pace.

Sig. ra Informazione (di questa dama, certamente venerabile per l’età -peraltro non identificabile- si conoscono sopratutto i comportamenti poco raccomandabili). Da sempre, nella maggior parte dei casi, donna di servizio del Potere, l’informazione aveva una sorella minore e decisamente peggiore di lei, la sig.na Propaganda, che aveva preso presso di sè e messa anche lei al servizio del Padrone.

Non è il caso di aver letto Le Bon, Bernays, Lippmann, Packard, Noelle-Neumann per capire che cosa sta succedendo. Lo capisce la persona qualunque, minimamente accorta, quando prova nausea dinnanzi alla colata cementizia di un’informazione (sopratutto televisiva) che ormai parla solo di coronavirus a tutte le ore del giorno e della notte e in modo tale da indurti a cercare i programmi di cartoni animati.

L’informazione, ubbidiente a chissà quali direttive, ha deciso non di informare ma di aderire a una plumbea agenda setting del terrore che, convinta forse di fornire un servizio pubblico (ma ne dubito), è diventata palesemente e consapevolmente la guardia del corpo dei pubblici poteri, che le delegano il compito di governo delle  percezioni e delle intelligenze altrui. In realtà non sappiamo bene se sia proprio morta dal momento che qua e là sopravvivono alcuni cespugli di contro-informazione (gli affermazionisti naturalmente parlano di disinformazione) che rappresentano però sorelle minori e disconosciute.  In ogni caso, secondo alcuni esperti, e per rimanere in campo terapeutico, la sig.ra Informazione non è proprio morta ma in stato di coma semi-vigile. Aspettiamo maggiori informazioni.

Sig.re Libertà e Democrazia (si tratta di due anziane sorelle, nate presumibilmente in Grecia qualche secolo prima di Cristo). Hanno sempre avuto nei secoli una vita stentata e malaticcia, quindi non ci stupisce che non abbiano retto all’assalto del virus. Nel nostro paese poi le due sorelle sono morte non solo per la malattia ma anche perché un governo di buoni a nulla, com’è noto, è stato capace di tutto.

Persone non elette da nessuno, capeggiate da un signore che in due anni ha detto e fatto tutto e il contrario di tutto, hanno stravolto una Costituzione che non conoscono e si sono messe nelle mani dei famosi esperti di cui dicevamo sopra che, anche loro, da febbraio hanno detto e fatto tutto e il contrario di tutto.

Parafrasando quel che disse Churchill della conferenza di Monaco del 1938, il nostro governo ha dovuto scegliere fra la malattia e la rinuncia alla libertà: ha scelto la seconda e, a tutt’oggi, ha avuto anche la prima. Il governo Conte, ma anche molti amministratori locali, terrorizzati non dal virus ma dalle conseguenze politiche e giuridiche delle loro scelte, hanno preferito eccedere in protagonismo stracciando i principi costituzionali e quelli generali del nostro ordinamento e instaurando una dittatura sanitaria che cancella libertà acquisite da sempre e distrugge l’economia, cioè la vita vera e reale di moltissime persone. E poi vanno cianciando in Europa della Polonia e dell’Ungheria che non rispettano lo stato di diritto, ma che almeno hanno governanti liberamente eletti.

Ci fermiamo qui. Però, come nei telegiornali, a breve aggiorneremo l’elenco dei morti.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 17/10/2020