Torino - Segreti e favori: 61 capi d'accusa contro il caposcorta della sindaca e del pm Padalino

Con l'aiuto di complici fidati, nelle forze dell'ordine e dentro l'anagrafe, Davide Barbato poteva ricavare informazioni preziose e riservate su chiunque.

E per decine di volte l'avrebbe fatto, trascinando nei guai anche chi ha compiuto per lui quegli accessi illegittimi, da cui otteneva in cambio di qualche favore, un po' di vestiti, qualche prelibatezza come champagne, un cappone o un salame.

 

Era un uomo chiave il capo delle scorte eccellenti, da quella dell'ex magistrato Andrea Padalino alla sindaca Chiara Appendino: nell'avviso di chiusura delle indagini preliminari per la maxi inchiesta che ha coinvolto il re dei concerti Giulio Muttoni, l'ex senatore dem Stefano Esposito e anche l'aspirante candidato sindaco per il Pd Enzo Lavolta, Barbato ha fatto incetta di accuse: ben 61 su 87 capi di imputazione sono infatti riferite a lui.

 

Riceve da Muttoni, secondo l'accusa del pm Gianfranco Colace, un "numero indeterminato di biglietti omaggio, per sè o per altri, per eventi e concerti organizzati al Palapitour",  riesce anche a farsi sponsorizzare da lui la squadra di calcio della polizia, ed organizza un incontro in un bar tra l'imprenditore e l'allora pm Andrea Padalino affinchè "potesse spiegargli la situazione relativa all'interdittiva antimafia comminata il 31 luglio 2015  alla società Set Up Live". Faceva fare visure anagrafiche, controllare le targhe e le informazioni esistenti su nominativi che gli venivano di volta in volta indicati.

 

A volte traeva persino in inganno i colleghi che di lui si fidavano, per "violare" la banca dati Sdi. Semplici favori in alcuni casi, ma in altri, un tornaconto c'era eccome: per aver segnalato il nome di un avvocato difensore avrebbe chiesto in cambio l'assunzione in una panetteria del figlio, mentre per trovare lavoro alla figlia avrebbe fatto avere il passaporto in tempi rapidi a una nota famiglia di commercianti della città. L'aggancio per avere un documento in tempi record gli avrebbe fruttato anche "più forniture di abbigliamento intimo" da chi gli aveva chiesto il favore.

 

Da un carrozziere avrebbe ricevuto 13mila euro per "agevolare la pratica di due permessi di soggiorno". Si faceva dare bottiglie di champagne e ingressi gratuiti in discoteche come il Cacao e lo Chalet per la figlia. Per fare avere il porto d'armi  oltre al denaro riceveva generi alimentari tra cui "cappone e salame", dal titolare del ristorante "Colibrì".

 

E ancora, faceva da lui emettere "4 fatture da 35 euro al personale della scorta dell'onorevole Laura Boldrini in occasione del G7 a Venaria". Prometteva di riuscire a indirizzare una denuncia presentata da un commerciante "nelle mani di un magistrato della procura che conosceva (non specificando chi)" in cambio di capi d'abbigliamento per lui e famiglia. Una cena al ristorante "Nonna Jolanda" di Cambiano pagata da Rocco Scibilia  e una possibile assuzione per la sua compagna in uno studio legale, sono il tornaconto invece per la sua disponibilità a informarsi su eventuali procedimenti penali a suo carico pendenti in procura.

 

Comportamenti che però non hanno del tutto sorpreso qualcuno in procura, visto che diversi anni fa Barbato era stato già indagato proprio per aver rivelato informazioni tramite un accesso illecito allo sdi,  e aveva poi patteggiato pochi mesi di carcere.

 

Fonte: La Repubblica

 

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Articolo pubblicato il 18/10/2020