L'intraprendenza di biellesi e vercellesi è nella storia della Pampa argentina

Celebrata da un elegante volume di Giancarlo Libert (di Renato Dutto)

Il libro "Biellesi e Vercellesi nella Pampa. L’emigrazione dalle province di Biella e Vercelli in Argentina", uscito nel luglio scorso, rappresenta una nuova tappa del pluriennale lavoro che ha portato l’autore Giancarlo Libert a studiare il fenomeno dell’emigrazione piemontese con ricerche storiche e iconografiche, raccogliendo testimonianze e interviste, oltre a ricerche d’archivio, incontrando più volte le comunità dei piemontesi in Argentina.

Edito dalla A4 Servizi Grafici di Chivasso (To), fa seguito ai precedenti lavori curati dall’autore e dedicati, alle province di Asti, Cuneo, Torino e Alessandria. Il volume, di 256 pagine, ha un taglio storicobiografico è dotato di un significativo apparato statisticofotografico, ed esce in collaborazione con il Centro Studi Ricerche Storiche onlus, con il determinante apporto fotografico dell’Archivo General de la Nación di Buenos Aires, della Fondazione Sella e del Centro di Documentazione Ecomuseo Valle Elvo e Serra. Distribuito dalla Book Service sas di Torino (mail info@bookservice.it), il libro verrà presentato in diversi comuni delle province di Biella e Vercelli.

Dopo la presentazione di Liliana Pittarello, già direttore del ministero dei Beni Culturali per il Piemonte e per la Liguria, il libro illustra la storia dell’emigrazione italiana nel mondo, l’arrivo dei primi italiani in Argentina, il riconoscimento ufficiale, da parte del Regno di Sardegna della Confederazione

Argentina avvenuto nel 1837, primo tra gli Stati pre-unitari.

Viene analizzato il fenomeno diffuso dei gemellaggi tra paesi piemontesi e argentini e i dati aggiornati dell’emigrazione tratti dal registro degli italiani residenti all’estero, registro tenuto presso tutti i comuni. La seconda parte è dedicata alla colonizzazione agricola in Argentina e alla nascita delle numerose colonie, abitate in gran parte da Piemontesi, nelle province di Santa Fe e Córdoba. La terza parte è dedicata a

oltre un centinaio di personaggi di origine biellese e vercellese emigrati in Argentina, come gli scienziati Pietro Carta Molino, il farmacista Carlo Giuseppe Ferraris.

Un importante capitolo è dedicato all’intraprendenza biellese nel campo tessile, con le storie dei fratelli Alfredo ed Ermenegildo Bozzalla Cassione fondatori del Lanificio Argentino, il conte Vittorio Buratti della Malpenga, Ugolino e Juan Giardino fondatori di Villa Giardino sulla Sierra di Córdoba. A fianco di questi anche altri personaggi come gli industriali fratelli Macchieraldo, originari di Dorzano e produttori di macchine da cucire e di cucine a San Francisco di Córdoba, l’arcivescovo di Vercelli Monsignor Albino Mensa, nato a Villa Alicia e la senatrice Mirella Giai, nativa di Trivero ma residente a Rosario ed eletta al parlamento italiano alcuni anni or sono, nella circoscrizione estero. Un capitolo è dedicato agli incontri dei Piemontesi nel Mondo svoltisi dal 2016 ad Oropa, alla nascita delle cappelle dedicate alla Madonna d’Oropa in Argentina ed al legame dei nostri emigranti con il santuario. A conclusione del libro, un accurato indice dei nomi e delle località curato da Pietro Uscello.

L’ultima parte è tratta dai contributi e dalle testimonianze del giornalista vercellese Giovanni Barberis, da sempre vicino alle tematiche migratorie attraverso la trasmissione “Passaporto”, il professor Francesco Rigazio, che dedica spazio all’emigrazione ciglianese, alle testimonianze raccolte dal Centro di Documentazione dell’Ecomuseo Valle Elvo e Serra, ricordando altresì le realtà locali che si occupano di emigrazione come il Museo delle Migrazioni di Pettinengo, il Museo dell’Emigrante di Roasio e la Casa Museo dell’Alta Valle Cervo. (ren.dut.)

Fonte: PiemonteNewsletter Agenzia settimanale d’informazione della Giunta Regionale n. 35 del 16 ottobre 2020.

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Articolo pubblicato il 26/10/2020