Scontro con Macron, Erdogan lancia boicottaggio del Made in France

Il presidente turco sfida Parigi e attacca: "Musulmani in Europa come gli ebrei sotto il nazismo"

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha lanciato un appello a boicottare i prodotti francesi e ha inasprito lo scontro con il collega francese, Emmanuel Macron, che poche ore prima aveva condannato simili appelli circolati in alcuni Paesi islamici a causa delle vignette satiriche contro Maometto pubblicate in Francia.

 

Erdogan si appella ai leader politici

"Non comprate prodotti francesi", ha chiesto Erdogan, continuando ad alimentare la polemica a distanza con il collega francese, a meno di 48 ore dalla decisione della Francia di richiamare a Parigi l'ambasciatore ad Ankara. Decisione arrivata dopo che Erdogan aveva dichiarato che Macron ha "problemi mentali". "In Francia hanno detto di non comprare prodotti turchi, mi rivolgo al mio Paese e chiedo di evitare assolutamente di comprare prodotti francesi", ha detto Erdogan, per poi tornare sulla polemica a sfondo religioso con il presidente francese.

 

"Lo dico ai cristiani e agli ebrei. Prima di tutto siamo esseri umani e nella nostra religione (l'Islam, ndr), essere cristiani non è sicuramente una colpa, così come non lo è essere ebrei. Se i musulmani in Francia sono oppressi allora mi appello ai leader politici affinché intervengano", ha aggiunto il presidente turco. Dopo le frizioni in Libia negli scorsi mesi e nel Mediterraneo orientale la scorsa estate, Erdogan sta polemizzando ora con Macron i nome dell'Islam.

 

"Come gli ebrei sotto il nazismo"

Erdogan ha denunciato che i musulmani in Europa sono oggetto di una "campagna di linciaggio" come gli ebrei sotto il nazismo e ha accusato alcuni leader occidentali di sostenere l'islamofobia, chiamandoli "fascisti". "Voi siete fascisti nel senso vero, siete davvero gli anelli di una catena di nazismo", ha detto Erdogan senza fare nomi. "I musulmani oggi sono oggetto di una campagna di linciaggio simile a quella contro gli ebrei in Europa prima della Seconda guerra mondiale".

 

Le radici dello scontro

Il nuovo scontro è divampato sullo sfondo dell'onda emotiva in Francia per la decapitazione avvenuta il 16 ottobre nella banlieu di Parigi di un professore di storia che aveva mostrato le vignette su Maometto ai suoi alunni durante una lezione sulla libertà d'espressione. Ma già il 2 ottobre, presentando una legge per contrastare il "separatismo islamista", il titolare dell'Eliseo aveva fatto arrabbiare molti musulmani affermando che l’Islam ormai è "in crisi in tutto il mondo".

 

Il presidente turco ha denunciato presunti "maltrattamenti" da parte del governo francese di "milioni di membri di diversi gruppi religiosi", alludendo alla campagna di secolarizzazione di Parigi in nome della laicità e dei valori repubblicani.

 

dovrebbe comprendere misure di contrasto alla povertà, nuovi investimenti per la scuola e una stretta sulle moschee e su tutte le associazioni che divulgano idee anti-repubblicane. L’enfasi sull’Islam ha turbato Erdogan, anche perché il leader turco ambisce apertamente ad essere se non il “Sultano”, come accusano i suoi detrattori, comunque una figura di riferimento per i musulmani in Medio Oriente.

 

L'Ue invita al dialogo

La Commissione europea è intervenuta sullo scontro affermando che il dialogo è "più necessario che mai". Peter Stano, portavoce dell'Alto rappresentante Ue per la politica estera Josep Borrell, ha avvertito sul rischio di una "pericolosa spirale di non rispetto", comprovata dagli insulti da parte di Erdogan a Macron.

 

"Se continuiamo a subire pressione e tensione dovremo prendere provvedimenti", ha aggiunto Stano, "ma dipende dal presidente del Consiglio europeo decidere se discutere il caso al vertice di dicembre", quando i governi Ue affronteranno nuovamente la posizione da mantenere nei confronti di Ankara. 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 26/10/2020