
“Ce la faremo”. Lo disse Angela Merkel durante la Bundespressekonferenz del 31 agosto 2015 riferendosi alla difficile gestione degli immigrati in Germania. Da allora, la Germania non è stata più la stessa e tanti, in contesti e tempi diversi hanno ripreso, dopo, questa esternazione, che sapeva di comando.
Le difficoltà che oggi attanagliano l’Italia riguardano la gestione di una dannata pandemia che costringe i governanti allo slalom esasperato tra i paletti della economia da preservare e quelli della salute da tutelare.
In merito, ho sentito persone diverse dal nord al sud dell’Italia, dall’est all’ovest, isole comprese. Da tutti, mi è arrivato come un pugno nello stomaco lo scoramento angoscioso per un presente che pare sfugga di mano. Ma, in dialetto diverso, una sola è stata la conclusione:
“JA CA NGI LA FACIMU – GHE LA FAREMA – GHE LA FEMMU – DAJE CHE JE ‘A FAMO – JAMMEM JA C’A FACIMU – CE LA PUTIMO FA – SI’ CHE GHE LA FEM –GHE LA FEMO – GLIELA PUTIM FE’ – CIA FACIMM – JE’ A POTEMO FA – CIA’ PUTIMM FA – DEEJE CHE CE LA FAMO – BI LA PODIMUS FAGHERE – IAMM’ BELL - CE LA FAREMO”.
Certo, ce la faremo. Se non ce la faremo, questo non sarà più il nostro Paese... e noi lo amiamo troppo. Si vales, valeo.
armeno.nardini@bno.eu
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Articolo pubblicato il 31/10/2020