Emergenza Covid -19. La svolta di Cirio?

L’appello dei giovani medici impegnati nei reparti Covid-19.

Proseguono al Valentino i lavori per l’allestimento nel V Padiglione di Torino Esposizioni di un’area sanitaria Covid per pazienti a bassa intensità di cura. La struttura è stata messa a disposizione dal Comune di Torino, su richiesta dell’Unità di crisi della Regione Piemonte e con la collaborazione della Prefettura di Torino.

Ospiterà 55 tensostrutture fornite dalla Croce Rossa, dalla Provincia autonoma di Trento e dalla Regione attraverso la Protezione civile e la Maxiemergenza 118 che porterà all’interno del Padiglione V il Field Hospital, EMT 2 (Emergency medical team), struttura unica in Italia e tra le sole 4 presenti in Europa.

In totale lo spazio accoglierà 458 posti letto che saranno gestiti in forma integrata dalla AOU Città della Salute di Torino e dall’Asl Città di Torino. La fine dei lavori è in programma intorno al 20 novembre. Anche le tecnostrutture fornite dall’Esercito dislocate nelle aree di molti ospedali a Torino ed in Piemonte, potranno entrare in operatività nei prossimi giorni, come l’allestimento del Drive Through Difesa” (DTD), la struttura ad accesso in auto che ospiterà un hotspot per tamponi rapidi voluto dalla Regione Piemonte e realizzato in collaborazione con il Comune di Torino e Juventus Football Club. nel parcheggio dell’Allianz Stadium.

E’ una corsa contro il tempo, per fronteggiare, con margini di maggior sicurezza, l’andamento della pandemia ed assicurare assistenza e cura ai pazienti. I posti letto sono essenziali, ma senza l’assistenza di medici ed infermieri qualificati, ogni sforzo risulterebbe vano.

La Regione da mesi ha aperto bandi di assunzione, forse gestiti con parametri burocratici che il governo, nel frattempo  non ha provveduto ad eliminare o ad alleggerire. Oltre a medici volontari o già in pensione, la regione si è rivolta ai medici neo laureati, ottenendo una risposta plebiscitaria. Ma tutto questo impegno dell’Ente Regione,  unito all’abnegazione  da parte die candidati, mette il luce una delle tante anomalie del nostro sistema sanitario ed universitario.

Mentre con il deleterio decreto Balduzzi, beceramente gestito dall’ex assessore Antonino Saitta, in Piemonte si è fatto carne di porco di posti letto e strutture ospedaliere, senza neppure, assicurare sorveglianza e  manutenzione alle strutture rese inoperative e poi abbondantemente,  vandalizzate e quindi inservibili, a livello accademico è stato fatto di peggio.

La Facoltà di Medicina, da qualche anno, ha introdotto il numero chiuso, sottoponendo i candidati a fantasiosi test attitudinali, prima di consentirne l’accesso. Si è introdotto un’ apriorismo, invece di dare importanza e logicità, come in passato agli esami di sbarramento del primo anno che avrebbero di fatto selezionato i candidati al proseguo degli studi presso la facoltà, in base alle attitudini effettive.

Lo stesso criterio, ancor più discriminate lo si è usato per l’acceso ai corsi di specializzazione. Il risultato è  che l’università sforna pochi medici ed ancor meno specialisti, con la fuga all’estero dei giovani medici più meritevoli. Già in periodi normali  a causa di queste scelte sciagurate si preconizzava la carenza di anestesisti e di altri specialisti. Con la pandemia, il sistema sta scoppiando e nonostante i posti letto d’emergenza attivati ed in allestimento, e l’arrivo tardivo dei respiratori, si rischia che sia fortemente precaria la cura ai pazienti infetti, con fosche nubi che si addensano sul domani.

Come dicevamo, i giovani medici, tutti dirottati nei reparti Covid, hanno accettato  la precettazione e stanno lavorando a testa bassa. La vita, si spera, non finisca qui e, prima o poi i giovani  medici dovranno pensare al loro futuro. Futuro non certo roseo, con le limitazioni pesanti all’accesso alle scuole di specializzazione. Il presidente Cirio, sfangando i burocrati, da buon decisionista, sta imprimendo una svolta al sistema sanitario piemontese, essendo sceso in campo con la presa diretta di responsabilità.  

Se i risultati si otterranno, nonostante le querelles partitiche  e le polemiche prive di costrutto, i Piemontesi non potranno che ringraziarlo. Ma per completare il quadro e badare alla giustizia, prima ancora che alla gratitudine, l’impegno di Cirio non deve terminare qui. Prenda atto il nostro presidente dei risultati ottenuti dai giovani medici. Si prodighi, senza se e senza ma, con le autorità accademiche delle Facoltà di medicina del Piemonte e con il governo, per rimuovere le limitazioni all’iscrizione ai corsi di specializzazione.

Così i medici che in questo periodo sono fortemente impegnati nei reparti più difficili e rischiosi, possano serenamente  poter seguire le loro aspirazioni, scegliendo la specializzazione che riterranno maggiormente confacente alla loro cultura. Per equilibrare idoneità e preparazione, ci penseranno i docenti a selezionare i migliori, e non la freddezza di una esclusione numerica che offende il cittadino ed è fonte di ineguagliabile ingiustizia. Quest’istanza  nasce dall’aspirazione e dalla serietà di coloro che senza esitazione, si sono buttati a capofitto nei reparti Covid per salvare vite umane e ci stanno riuscendo.

Presidente Cirio, compia un atto di giustizia e di lungimiranza!

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Articolo pubblicato il 12/11/2020