
Albert Bourla, presidente della Pfizer americana, annuncia che il vaccino anti covid-19 sviluppato con BioNTech, partner tedesco, è risultato efficace nel prevenire il 90 per cento delle infezioni
Questo dannato Covid-19 da un giorno all’altro cambia il colore delle nostre Regioni, stabilito con criteri che ne sintetizzano lo stato di emergenza.
Mentre il virus, ne vira il giallo in arancio con tendenza al rosso, la notizia che giunge, desiderata ed attesa, fa volare le borse e rallegra i cuori: Albert Bourla, presidente della Pfizer americana, annuncia che il vaccino anti covid-19 sviluppato con BioNTech, partner tedesco, è risultato efficace nel prevenire il 90 per cento delle infezioni durante l’ultima fase della sperimentazione pressoché terminata.
La Commissione europea, altra notizia che allarga il cuore, firma un contratto per l’acquisto di 300 milioni di dosi di questo vaccino, da distribuire agli Stati dell’Unione in proporzione alla popolazione di ciascuno.
All’Italia (siamo poco più di 60 milioni) toccheranno circa 40 milioni di dosi che serviranno a vaccinare circa 20 milioni di persone giacché la prima inoculazione prevede un richiamo dopo 3 settimane.
Gridiamo di gioia, che ha sempre qualcosa di irrazionale.
Ma subito dopo interviene la ragione che induce ad alcune riflessioni.
Il vaccino, che deve essere conservato a 70 gradi sottozero, nei frigoriferi comuni tiene per un massimo di 5 giorni e non abbiamo ora alcuna catena di logistica in grado di gestire, tanto in Italia che nel resto del mondo, questo problema.
Ma diamolo per risolto, non so come.
Bisogna inocularlo e non abbiamo un piano di dettaglio, ma solo una generica indicazione di privilegiare certe categorie sociali: le strutture sanitarie allargate dai medici fino al personale delle pulizie, le forze dell’ordine, gli anziani.
E gli adolescenti e i bambini bisogna considerarli?
Abbiamo già i dati dei vaccinandi, da contattare prima secondo priorità (che sono da definire in sede governativa o parlamentare?) e ricontattarli dopo?
Chi dovrà farlo? Dove convocarli? Chi materialmente provvederà alla inoculazione del vaccino?
Medici, farmacisti o anche… veterinari, ai quali qualcuno vorrebbe delegare anche i tamponi?
Si incontreranno ancora resistenze di “no vax” che in un passato non tanto lontano hanno fatto sentire la loro voce dissenziente?
Un non vaccinato contro covid-19 non farebbe male solo a se stesso, farebbe male anche ad altri portando in giro la propria carica virale se si ammalasse: occorre quindi una preventiva campagna di sensibilizzazione individuale al riguardo o una norma impositiva nell’interesse primario della collettività?
Per chi più sa, certo i nostri interrogativi non sono i soli, ma almeno il problema dello stoccaggio del vaccino sarebbe ridotto se fosse liofilizzato.
La Pfizer dice che ci sta lavorando.
L’Astra Zeneca, che pure è a buon punto nell’ultima fase della sperimentazione, cui sono interessati almeno altri otto centri di ricerca in vari Stati, dice che il proprio non richiede la catena del freddo per la conservazione ed il trasporto.
Chi deve sapere lo sa; sa pure che occorre una produzione enorme di vaccini per soddisfare le richieste dell’intero mondo e che possono essere diversi quelli anti covid-19, così come sono diversi gli altri ormai di comune utilizzo per la prevenzione di altre malattie.
Ci pensi, quindi.
Noi pensiamo sommessamente ch’è importante esserci ancora quando si sarà chiamati per il vaccino anti covid-19; per questo, per esserci allora, continueremo ora a star lontani dagli assembramenti, a portar la mascherina e lavarci spesso le mani non per disinteresse pilatesco, ma per necessaria prevenzione non solo personale.
Si vales, vàleo.
armeo.nardini@bno.eu
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Articolo pubblicato il 12/11/2020