Il Santuario Madonna delle Grazie di Racconigi (Cuneo)
Racconigi (CN): Santuario della Madonna delle Grazie

Di Ezio Marinoni

Racconigi ha conservato l’aspetto e il carattere di una città sabauda del secolo scorso, un piccolo scrigno dove è venuto alla luce il futuro ultimo Re d’Italia, Umberto di Savoia, il 15 settembre 1904.

Il Castello Reale occupa la scenografia della piazza, la sua storia è così antica che affonda radici e fondamenta su un primitivo monastero, poi trasformato in casaforte; vi hanno abitato la Marchesa Adelaide di Susa, quando apparteneva alla Marca di Torino, e poco dopo (nel 1091) suo nipote, Bonifacio Del Vasto, Marchese di Saluzzo.

Sull’immenso cortile si può immaginare la figura dello Zar di Russia Nicola II, quando nel 1909 vi venne in visita di Stato, con la Corte e il treno imperiale.

Nel 1930 il Castello viene donato dalla famiglia reale italiana a Umberto, in occasione delle nozze con Maria José del Belgio.

Imboccata la strada che si stacca alla sinistra del Castello, al numero 100 di via Regina Margherita sorge il Santuario Madonna delle Grazie (appartenente alla Diocesi di Torino) annovera alcune importanti ricorrenze religiose: il 4 marzo si ricorda il Beato Umberto III di Savoia; il 16 luglio l’apparizione della Madonna a Racconigi; il 26 agosto la solennità del Santuario, con la Messa del Voto; il 28 ottobre la festa di San Giuda Taddeo.

Il Santuario dovrebbe essere aperto tutti i giorni, dalle 7 alle 11,30 e dalle 15 alle 19,30 (in tempi di Covid-19 questi orari non sempre sono rispettati).

E un monumento splendido degli alti tuoi prodigi è il magno Tempio erettoti nell’alma Racconigi dalla regal pietà della Sabauda Casa, quando, da morbo invasa, periva la città” (Ode a Maria Vergine Santissima delle Grazie, del 1884).

La sua storia

La tradizione e testi di archivio riferiscono che nel pomeriggio del 16 luglio del 1493, lungo le sponde del torrente Macra, la Vergine Maria sia apparsa a un pastore sordomuto di nome Giò Antonio Chiavassa, mentre costui stava pascolando il suo gregge. Il giovane, guarito nell’udito e nella parola, si reca in città, dove la notizia del miracolo arriva subito ai notabili del luogo, che in segno di ringraziamento fanno dipingere su legno di noce l’icona che ancora oggi si conserva all’interno del Santuario.

Cresciuta la devozione nei confronti della Beata Vergine delle Grazie, nel 1494 i Padri Carmelitani Calzati erigono un convento nel luogo dell’apparizione: esso verrà poi soppresso e trasformato in cascinale nel 1802 durante l’occupazione napoleonica, con l’allontanamento dei Carmelitani. Dallo scempio si salva miracolosamente l’antica icona di legno della Madonna.

Il luogo dell’apparizione è ancora oggi individuabile dove, sul lato occidentale dell’ex convento, si conserva un dipinto dell’evento.

Più volte la città di Racconigi fu colpita da epidemie e siccità e in tre occasioni il Comune fa solenni voti alla Beata Vergine delle Grazie, al fine di ottenere la liberazione da questi flagelli.

Il primo voto avviene nel 1742, per la liberazione dalla peste che colpiva il bestiame. La novena si conclude il 26 gennaio 1743. Un’abbondante nevicata avrebbe fatto cessare l’epidemia. In ricordo è conservato un quadro ovale a destra dell’altare.

Il secondo voto risale al 1753: nel mese di luglio e agosto Racconigi viene colpita dalla siccità. All’inizio di settembre il Comune avvia un triduo di preghiera, al termine del quale ritorna la desiderata pioggia, assente da più di due mesi.

Il terzo voto è del 1835: a Racconigi questa volta il nemico è il Cholera Morbus, che miete vittime ogni giorno: le autorità comunali si recano per una novena al Santuario. Inoltre, ogni giorno si organizza una processione. Appena si conclude la novena, la città è liberata dal flagello.

Questi eventi, considerati miracolosi dalla popolazione, concorrono ad accrescere la devozione, non solo a Racconigi ma anche nelle zone circostanti, verso la Madonna delle Grazie venerata, in precedenza, nella chiesetta di San Michele e della Madonna della Neve, e sono motivo della edificazione del santuario.

Dopo l’ultima l’epidemia gli abitanti del Borgo Macra, privi di una chiesa capiente e dignitosa per le esigenze della popolazione, iniziano una raccolta di fondi per edificare un nuovo luogo di culto. La modesta somma raccolta non era sufficiente a sostenere l’impresa.

Nella ricorrenza del 26 agosto 1837 viene invitato ad assistere alla celebrazione religiosa il Re Carlo Alberto, con la regina Maria Teresa. Il Sovrano, verificato con i suoi occhi, lo stato in cui versava la vecchia chiesa, decide di affidare l’edificazione di un nuovo edificio all’architetto Ernesto Melano, e stanziando per questo scopo la somma di centomila lire dell’epoca.

Il santuario sarà edificato in un anno e viene aperto al culto il 25 agosto 1838, consacrato al culto dall’Arcivescovo di Torino, Monsignor Luigi Fransoni.

La sua struttura neoclassica l’ha fatta definire il “piccolo Pantheon cittadino”, per le sue forme esterne che rimandano al tempio romano del Pantheon e alla chiesa della Gran Madre di Dio a Torino. La pianta è a croce greca. Nella parte retrostante l’abside corre una galleria circolare su cui si affaccia la sacrestia. Il pavimento in marmo è decorato con un mosaico centrale rappresentante lo stemma reale di casa Savoia.

Presso l’altare di destra una lapide viene dedicata alla memoria di Umberto II di Savoia, particolarmente devoto all’immagine delle Vergine delle Grazie. Vicino all’altare un’altra lapide ricorda la fondazione del santuario grazie alla munificenza di Carlo Alberto di Savoia.

Sulla facciata esterna altre due lapidi sono state murate, nel 2004, centenario della nascita di Umberto II, e riportano dediche a Carlo Alberto e a Umberto II.

L’edificio è affiancato da un campanile, posto sul lato destro a ridosso dell’abside.

 

Nel 1911 sono stati inumati quattro componenti del ramo Savoia - Villafranca:

Eugenio Ilarione, con la moglie Elisabetta di Boisgarin;

Giuseppe Maria con la moglie Paolina Antonietta de Quelen.

Nel 1935, nel primo centenario della liberazione dal colera asiatico, vengono promossi molti festeggiamenti. Si organizza una processione per trasportare il quadro della Vergine nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, dove si prevede una solenne cerimonia. Nonostante la bella giornata estiva, appena l’icona viene posta sul carro processionale si scatena un furioso temporale, che dura fin al momento in cui l’immagine non torna al suo posto nella nicchia dell’abside del Santuario. Il commento pressoché unanime è che la Madonna non vuole uscire dalla sua chiesa!

 

Nel Santuario, oltre alla devozione mariana, si venera San Giuda Taddeo (il Santo dei casi disperati. Secondo la tradizione era cugino di Gesù, in quanto suo padre Alfeo era fratello di San Giuseppe).

Preghiera a S. Giuda Taddeo (per ottenere une grazia)

O glorioso Apostolo S. Giuda Taddeo, vero parente di Gesù e Maria secondo la carne, ricorro a Voi, che siete ben conscio della vostra grande dignità e potenza sul Cuore Divino di Gesù. Per mezzo di questo Cuore Divino io lodo e benedico Iddio per tutte le grazie di cui vi ha ricolmato. Umilmente prostrato davanti a Voi vi supplico con tutto il fervore del mio spirito di rivolgere su di me il vostro sguardo pietoso.

Oh! Accogliete le mie povere preghiere e non permettete che la fiducia riposta in Voi rimanga delusa.

A Voi il Signore ha concesso il privilegio di aiutare l’umanità nei casi più disperati.

Oh! Venite adunque in mio soccorso, perché io possa esaltare le misericordie di Dio.

Vi prometto di esservi riconoscente per tutta la mia vita e di essere sempre un vostro devoto, finché verrò, come spero, a ringraziarvi per tutta l’eternità lassù nel cielo. Amen.

 

Bibliografia

Mainardi Aldo - Le chiese di Racconigi - Ed. Coop. Don Primo Mazzolari.- 1980

Troya Gian Franco - Santuario Reale Votivo Madonna delle Grazie - Stampa L’Artistica Savigliano, edizione anastatica - 2006

 

@Ezio Marinoni

 

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Articolo pubblicato il 27/11/2020