Caos Coronavirus Sars Covid

Nel caos della gestione di questa dannata pandemia sotto gli occhi di tutti, che tocca tanti nell’intimo, alcune delle postille seguenti finiranno giustamente per essere considerate stupidaggini da buttare alle ortiche. Se lo farete, non ve ne vorrò. Mi auguro però che il gesto vi strappi un abbozzo di sorriso, considerandole proprio come sciocchezze degne di ben poca considerazione nella drammaticità del momento. Dirò infatti di come si scrivono e si pronunciano, ma anche della confusione sul significato di coronavirus e sars, termini oggi ricorrenti per la angoscia che continua a porli al centro dei nostri disagi. Dunque, andiamo.

I virus sono organismi parassiti, che vivono e si moltiplicano a spese di una cellula vivente. Coronavirus è uno degli oltre 300 mila virus in grado di colpire i mammiferi; prende il nome dal caratteristico involucro sferico con escrescenze superficiali disposte a corona, che lo rendono molto accattivante, ma solo visivamente. Ad un ramo della famiglia coronavirus, che provoca nell'uomo una forma di polmonite atipica, è stato dato il nome di SARS CoV-2, acronimo dell’inglese Severe Acute Respiratory Syndrome Coronavirus 2, in cui il 2 indica la sua stretta parentela con un'altra famiglia di coronavirus denominata SARS CoV-1.

SARS CoV-2 è nell’uomo dalla fine del 2019. Nessuno ne era venuto prima a contatto; nessuno quindi ne aveva già acquisito una immunità pregressa e tutti possiamo esserne contagiati ed ammalarci della nuova malattia respiratoria infettiva epidemiologica indotta da questo coronavirus, denominata COVID-19 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità l’undici febbraio 2020 con l’acronimo di COrona VIrus Disease (in inglese quest’ultima parola significa malattia); il 19 che indica l’anno in cui è stata identificata.

Come malattia, il nome dovrebbe essere di genere femminile: LA COVID-19; ma su Google è prevalsa la stringa “Il COVID-19” e la sua forma abbreviata “Il COVID”. Si è così radicato il genere maschile della malattia ed anche l’uso improprio del termine  coronavirus, per indicare tanto SARS CoV-2 che, ripetiamo, è un o dei virus della famiglia coronavirus, quanto COVID-19, che è la malattia respiratoria provocata da questo tipo virus.

Come per la maggior parte delle parole italiane, che sono piane, e anche perché viene dall’inglese che lo pronuncia allo stesso modo, è preferibile per l’acronimo l’accento tonico delle parole piane in italiano, quindi quello sulla ò: còvid, non covìd, come spesso si sente.

Quanto ai caratteri di stampa, gli acronimi si scrivono a tutte lettere maiuscole, senza punti tra loro; solo alcuni, per convenzione acquisita, si scrivono con maiuscole e minuscole mentre quelli che sono entrati nell’uso comune come sostantivi si scrivono con la sola lettera iniziale maiuscola. Queste sono le indicazioni della istituzione che detta legge in materia di nostra lingua, la Accademia della Crusca, per la quale è tollerato scrivere con la sola lettera iniziale maiuscola gli acronimi che, nel caso di loro stabilizzazione come sostantivi, dovrebbero essere scritti invece con tutte lettere minuscole. In italiano, i nomi di malattie non richiedono l’uso della iniziale maiuscola. Si vales, vàleo.

armeno.nardini@bno.eu

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Articolo pubblicato il 01/12/2020