La telecinesi: una facoltà che potremo usare in un futuro?  

La telecinesi, nota anche come psicocinesi, è la presunta capacità di muovere gli oggetti con la mente. Abbiamo potuto osservare tale fenomeno, chiaramente un trucco,  nel film "Guerre Stellari , Il ritorno dello Jedi" di George Lukas  quando Luke riesce a far levitare C-3P0 con la con la forza del pensiero.

All'apice della sua carriera, negli anni settanta, Uri Geller divenne noto in tutto il mondo per la sua abilità di piegare un cucchiaino con la forza del pensiero. Molto ben realizzata la finzione cinematografica di Lukas, e anche l'esperimento di Geller, che si rivelò un trucco ben eseguito, ma pur sempre un trucco.

L'interesse dimostrato dalla possibilità di agire sulla materia attraverso la nostra mente è nota da sempre, ed è ritenuta dai più una chimera, ma vi sono alcuni esperimenti, effettuati in ambienti scientifici di provata serietà, che parrebbero certificare la possibilità che il fenomeno si possa verificare realmente.

Negli ultimi decenni, la telecinesi è stata una delle aree di ricerca in più rapida crescita. Come le neuroscienze e l'intelligenza artificiale, la telecinesi è diventata la preferita tra i prodotti di Apple, Elon Musk e altri. Elon Musk vede il duo umano/IA come il miglior baluardo contro la scomparsa della nostra società così come siamo abituati a viverla. Negli ultimi anni sono stati sperimentati con successo alcuni software  che rappresentano l'apice della ricerca relativa alla possibilità di interagire a distanza con il pensiero.  Ciò che questi prodotti hanno in comune è che utilizzano tutti lo stesso processo capace di registrare le onde cerebrali da parte di un dispositivo posizionato sul cranio, funzionante da trasmettitore, tramite il quale è possibile inviare dati ad un computer.

I ricercatori del MIT, Massachusetts Institute of Technology, hanno recentemente sviluppato l'ICM Alterego, un sistema per il controllo degli oggetti tramite telecinesi. Affascinante e terrificante al tempo stesso, questa prodezza tecnologica funziona per subvocalizzazione, ovvero comprende la pronuncia mentale delle parole, permettendo a un oggetto connesso di raccoglierle e agire secondo ciò che la voce interiore sta dettando. Ciò avviene per mezzo di elettrodi posti sulla mascella e sul viso. Sostanzialmente una comunicazione telepatica che permette di prendere il controllo degli oggetti semplicemente pensando.

AlterEgo è costituito  da un'interfaccia neurale periferica non invasiva, indossabile, che permette agli esseri umani di conversare in linguaggio naturale con macchine, assistenti di intelligenza artificiale, servizi e altre persone senza voce - senza aprire la bocca e senza movimenti osservabili dall'esterno - semplicemente articolando le parole internamente.  Il feedback all'utente viene dato attraverso l'audio, attraverso la conduzione ossea, senza interrompere la percezione uditiva abituale dell'utente e rendendo l'interfaccia a circuito chiuso. Questo permette un'interazione uomo-macchina che viene soggettivamente vissuta come completamente interna all'utente umano, come se parlasse con se stesso. 

Gli obiettivi di AlterEgo sono di incrementare notevolmente e facoltà cognitive degli esseri umani e modificare le modalità utilizzate dalle persone per comunicare fra loro; le nostre attuali interfacce sono una barriera alla comunicazione uomo-macchina senza sforzo e privata. Un obiettivo primario di questo progetto è quello di aiutare a sostenere la comunicazione per le persone con disturbi del linguaggio, comprese condizioni come la SLA (sclerosi laterale amiotrofica) e la SM (sclerosi multipla).  Oltre a ciò, il sistema ha il potenziale per integrare senza soluzione di continuità gli esseri umani e i computer, permettendo all'informatica, intesa in senso generico, a Internet e a tutto ciò che costituisce l'intelligenza artificiale, di interfacciarsi con la nostra vita quotidiana come un "secondo sé", aumentando le nostre cognizioni e le nostre capacità. 

In pratica sarà sufficiente impartire al computer un comando semplicemente pensandolo,senza dover effettuare azioni esplicite  a riprova della energia del pensiero, concetto peraltro noto da tempo immemore, specie nel mondo orientale. Sri Aurobindo, il noto filosofo e mistico indiano, al pari di altri pensatori del suo calibro presenti in tutto il mondo,  era solito affermare ai suoi numerosi allievi : "I pensieri sono azioni". Una realtà positiva, riaffermata con il concetto di dover "pensare positivo" per trasformare, migliorandolo,  l'ambiente attorno a noi.

Un principio che oggi comincia a trovare il suo riscontro nella tecnologia, ma che scorrendo vecchie cronache di anni passati  fa capolino di tanto in tanto con curiose e simpatiche manifestazioni come quella riferita dallo psichiatra Antonio Mendicini che racconta come, durante una estrazione del lotto, la folla presente nella sala in cui questa veniva effettuata, si mise a "chiamare" a gran voce tre numeri: 6-22-26 che, uno dopo l'altro vennero pescati dall'urna dal bambino bendato, mandando in visibilio i presenti, a riprova di una facoltà verosimilmente latente in tutti noi che saremo in grado di utilizzare in un prossimo futuro.

 

foto MIT da :john Phelan, CC BY 3.0 , via Wikimedia Commons   
 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 11/12/2020