Torino. Lettera ai candidati sindaci ancora ignoti

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un lettore, rivolta ai candidati sindaci di Torino (che ancora latitano)

I cittadini più sensibili, si accorgono che  gli annosi problemi della città, ancor più incancreniti dall’azione distorta della sindaca Appendino, pesano come macigni, sulla vita di ogni giorno ed il futuro dei nostri figli. Il contenuto di queste lettera segna un esempio significativo. Cogliamo l’anelito espresso nel testo che gireremo, a tempo debito, ai candidati che si cimenteranno per ricoprire l’oneroso ruolo di sindaco di Torino

 

Caro Direttore,

“Natale e passato, ma la fumata bianca per l’avvio del confronto elettorale per inaugurare l’era del post Appendino è lungi dall’iniziare. La sinistra si sta cimentando in “confronti” sotterranei tra le 14 componenti. Tace il centro destra se si eccettua una dichiarazione del barista di Zucca che, senza aver ricevuto investiture non si capisce con chi potrà correre o se la sua sortita sia assimilabile alla fiammella di uno dei tanti flambè serviti nei suo locale.

Alla mia età credo ancora alla politica sui muri e, nei giorni scorsi, ho visto spazi pavesati dal simbolo della Democrazia Cristina, che mi ricorda i grandi sindaci realizzatori della ricostruzione e quelli del Movimento di Mino Giachino che, almeno ha avuto modo di dimostrare di saper e voler fare, quando ha convogliato in piazza Castello enormi folle a  difesa della Tav. Ciò significa che qualcosa si sta muovendo.

Mi spiacerebbe se il governo, anche per dare fiato all’Appendino ed alla sua gemella romana, spostasse ancora la data del confronto elettorale ad ottobre, perchè qui di guai, questa giunta continua a farne e non pochi.

Mi permetto, per il suo tramite, indirizzare spunti operativi a coloro che potenzialmente potranno cogliere il testimone da Chiara Appendino.

Quando le due principali coalizioni si sveglieranno, ci inonderanno di frasi altisonanti e di programmi ultra decennali. Mi accontento di fare passi corti e concreti e vorrei sottoporre ai futuri  candidati, poche proposte tangibili che impatterebbero sulla qualità della vita di gran parte dei torinesi.

Com’è noto sotto le giunte Zanone e Castellani, per coprire il trincerone ferroviario si approvò la famosa spina, cioè un percorso stradale che dall’Ospedale Mauriziano avrebbe consentito il rapido raggiungimento della tangenziale in corso Grosseto, togliendo il grande traffico dal centro città e dalla periferia nord, risparmiata da gran parte del traffico di passaggio.

Questo progetto avrebbe comportato  anche un percorso sotterraneo in piazza Baldissera all’incrocio con i corsi Vigevano- Mortara, per poi proseguire in corso Venezia e infine confluire all’ingresso della tangenziale in c. Grosseto. Un percorso a rapido scorrimento che avrebbe portato effetti positivi ai residenti ed ai pendolari.

Con l’amministrazione  Appendino, i lavori furono sospesi, il caos si scatenò in piazza Baldissera, con il risultato di bloccare la circolazione all’interno della Circoscrizione e rendere difficoltoso i movimenti in entrata ed uscita dalla città. La giunta Appendino, nei frattempo ha speso milioni per peggiorare la viabilità dei controviali ed ha finanziato l’acquisto e la diffusione di pericolosi monopattini, senza disciplinarne l’operatività, che incidono negativamente sull’incolumità  degli utenti e creano di conseguenza rischiosa la circolazione dei veicoli.

Si è privata la città di un’opera viaria di fondamentale utilità. Ma c’è di più. Per consentire i lavori in piazza Baldissera, negli anni scorsi era stata sospesa la circolazione del tram 10, sostituito dal meno ecologico bus. A lavori ultimanti non si è provveduto a ricostruire qualche centinaio di metri di binario dalla fine di via Cecchi ang.p.Baldissera, sino in  via Stradella.

Da notare, sempre restando in zona che con l’eliminazione della stazione ferroviaria della GTT per Caselle e Valli di Lanzo, si trovano ben due tunnel ex ferroviari che potrebbero essere utilizzati dai tram e precisamente quello che parte da c. Brescia ang c.Vercelli ed arriva in via Saint Bon ed il percorso tutto interrato che da piazza Baldissera arriva sin allo stadio delle Alpi. Opere che in tempi diversi sono state costruite con lungimiranza ed hanno rappresentato oneri a carico dei torinesi, per cui non andrebbero sprecate ed abbandonate all’incuria.

Per difendere la salute dei torinesi e la viabilità di una zona già convulsa dal traffico, cosa mi permetto chiedere ai candidati sindaci? Di distogliere un attimo lo sguardo da ampie strategie planetarie, per calarlo su “aggiustamenti” poco onerosi, facili da realizzare, ma  d’impatto positivo e certo per i Torinesi. Non mi pare di chiedere molto. Forse iniziando da piccole, ma apprezzate opere, si cavalcheranno grandi progetti.

 La riflessione sarebbe salutare. Grato per l’attenzione”

 Amilcare Cicòtero

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Articolo pubblicato il 29/12/2020