Homo Ludens : Dalla Tragedia greca al teatro pubblico elisabettiano
L’Umanità di oggi non è più abituata ad osservare e ad ascoltare. Per questo un semplice atto banale come il gioco viene spesso trascurato da noi adulti.
Sarà capitato a tutti di assistere al proprio figlio, nipote o bambino altrui, e di vederlo giocare così intensamente, talmente rapito dal gioco, da trascurare tutto il resto; come se vi fosse una sorta di messa o di momento solenne, il quale richiede attenzione e concentrazione al di fuori della realtà circostante.
Un bambino mentre gioca, oltre ad esorcizzare il male, interpreta vari ruoli e rappresenta in forma ludica un rituale sacro, forse la prima forma di ritualità arcaica che veniva manifestata dai nostri progenitori.
L’infante durante l’atto ludico mette in rappresentazione tutti i simboli archetipali umani presenti in natura; e tramite essi, esprime: il bene contro il male, la vita e la morte, la guerra e la pace, l’amore e l’odio. Tutta la realtà duale nel bambino viene manifestata durante il gioco.
Questo semplice atto infantile dovrebbe indurci a pensare che forse il primo atto religioso, la prima tradizione umana, sia stata proprio il gioco. Ed è proprio nella sua dimensione ludica che la poesia, la recitazione, la musica, l’arte, il linguaggio ed infine il pensiero, acquisiscono un significato che le accomuna tutte in un’unica forma di rappresentazione primordiale: il Teatro.
L’accezione odierna di recitazione teatrale non deve indurci in un errore interpretativo. Non dobbiamo dimenticare che in età arcaica l’uomo interpretava ogni suono e ogni fenomeno naturale come mera manifestazione del sacro. Di conseguenza il teatro, così come la poesia e la musica, erano pure rappresentazioni religiose. Oggi, a noi contemporanei risulta difficile crederlo, poiché nei tempi odierni, sia nel teatro che in molte religioni, si tende a vivere e a ridurre tutto ad una semplice e passiva lettura di un copione; il quale viene ripetuto senza la minima consapevolezza del sacro che lo rappresenta.
Invece, fu proprio dalle prime forme di rappresentazione ludico-teatrale che, in contemporanea alla tragedia greca, nacquero gli antichi culti misterici occidentali. L’Orfismo, i Misteri Eleusini e il pitagorismo, altri non sono che correnti iniziatiche derivanti dal teatro greco. In esse si rappresentavano i drammi e le tragedie, ma anche le virtù e la vita, derivanti dal susseguirsi delle stagioni.
Esattamente come nel gioco di un bambino, nel teatro si interpretano dei ruoli. Anche nella prima forma di diritto romano era prevista una recitazione rituale da parte di colui che intendeva difendere un imputato, e nel caso in cui vi fossero stati errori o dimenticanze nella ritualità, l’imputato sarebbe stato condannato.
Da qui si evince un altro elemento fondamentale presente in molte tradizioni antiche: la Memoria(fondamento dei pitagorici). Essa era uno strumento fondamentale per trasmettere i messaggi teatrali, e di conseguenza tramandare i Misteri rappresentanti la vita stessa, i quali trasferivano agli spettatori la conoscenza attraverso pratiche cerimoniali. Non è casuale che la parola tardo-latina misterium significhi proprio cerimonia. Appare quindi evidente come la dimensione ludico-teatrale fosse in età arcaica determinante per la vita stessa di un individuo, molto più dei tempi odierni.
Se i primi culti misterici, così come le prime forme di diritto umano, hanno origine dal teatro; non deve stupirci che anche le prime società iniziatiche moderne, fra cui la Massoneria, si siano generate da confraternite ludiche e goliardiche: le quali sarebbero derivate dai primi teatri pubblici inglesi.
Questa dimensione giocosa, così come per gli antichi culti iniziatici, non deve indurci a sminuire la portata tradizionale e mistica delle sopracitate società.
La prima forma di Libera Muratoria speculativa venne inizialmente ispirata dall’entusiasmo e dallo spirito di emulazione del teatro elisabettiano inglese.
Durante l’Età elisabettiana una nuova classe mercantile acquistava potere, e con i commerci aumentarono anche gli scambi culturali con l'estero. Si accrebbe così l'interesse verso le humanae litterae, e quindi verso l'Italia, dove gli intellettuali bizantini fuggiti da Costantinopoli (caduta per mano dei turchi il 29 Maggio del 1453) avevano portato con sé gli antichi manoscritti dei grandi classici greci e latini, facendo esplodere un interesse senza precedenti per l'antichità greco-romana e lo studio della lingua ebraica.
Questa forte spinta culturale, le grandi innovazioni scientifiche e il teatro pubblico britannico, prima incentrato sui Mystery Plays e poi sulle Morality Plays(ovvero drammatizzazioni teatrali a carattere didattico e religioso), suscitò grande interesse in quelle corporazioni di mestiere che da operative(gilde di costruttori) divennero man mano massonico-speculative(di natura simbolico-filosofica).
Le prime società iniziatiche moderne nacquero semplicemente come una sorta di gioco di rappresentazione, dove si emulava in luoghi protetti ciò che avveniva nei teatri pubblici(spesso sottoposti a censura e a forti leggi restrittive).
Dai teatri rinascimentali inglesi emersero così le prime forme di ritualità esoterica moderna.
Corsi e ricorsi storici verrebbe da dire. Insomma, prima della mistica vi era la ludica. Il sacro in principio corrispondeva alla poesia recitata e cantata, al teatro ludico e musicale, in cui ogni suono era considerato numinoso, ogni ruolo interpretato un archetipo importante da manifestare ritualmente.
Le prime religioni, indicanti l’origine stessa della vita e degli esseri umani, risiedevano proprio nella prima forma di gioco organizzato collettivamente: il teatro. A tal proposito, risulta significativo che il termine latino “persona” presso gli etruschi indicasse proprio una maschera teatrale.
Forse ha ragione lo storico olandese Huizinga, il quale, nel suo famoso saggio “Homo Ludens” afferma che prima delle molteplici tradizioni umane vi era un’unica Tradizione primordiale: il Gioco.
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Articolo pubblicato il 29/12/2020