I Senatori che hanno salvato Conte

Le incognite del giorno dopo

La seduta del senato ha scatenato una scia di polemiche, ma il cerchio non s’è ancora chiuso. Capiremo nei prossimi giorni se Conte abbia o meno conseguito la vittoria di Pirro. Ma chi sono i suoi salvatori del Sanato?

I più inattesi sono  stati Mariarosaria Rossi da Piedimonte Matese, classe 1972, ed un oscuro, Andrea Causin, sempre di Forza Italia. 

La Rossi è ex tesoriera del partito, una delle fedelissime di Silvio Berlusconi vota la fiducia al governo Conte al Senato in dissenso, ponendosi fuori dal partito. Una scelta che coglie di sorpresa tutti e spiazza i vertici azzurri. Con lei c'è anche Andrea Causin, anche se la sua 'defezione' era da tempo nell'aria. Antonio Tajani, numero due di Fi, va su tutte le furie e annuncia la 'cacciata' di entrambi in tempo reale. Ora in tanti si interrogano perché Rossi si sia spinta a votare a favore dell'avvocato del “popolo” e se dietro ci sia lo zampino di Silvio Berlusconi.

In tarda serata di martedì, Rossi  conferma: ''non ho condiviso questa decisione con il presidente Berlusconi". Ma questo, assicura, non significa rottura con l'ex premier: ''Il mio rapporto di stima e di amicizia con il Presidente è immutato e immutabile". La senatrice spiega le ragioni del suo sì: ''Ho votato la fiducia al presidente Conte, che non è un esponente di partiti. Conte in questo straordinario e delicato momento è la nostra unica interfaccia in Italia e nel mondo...". La visione di Conte è di una politica liberale, europeista e garantista. Io questa visione l'ho sposata nel 1994 e da questa visione non mi separerò mai perché ci credo ora più di allora".

Simili le motivazioni del collega Causin, che aveva militato nel Partito Democratico e in Scelta Civica prima di approdare agli azzurri: "Si deve agire subito e, in questo scenario, ho deciso di accogliere l'appello del presidente della Repubblica Mattarella condiviso dalle forze sociali ed economiche del Paese, e dare il mio contributo affinché si possa uscire da una crisi che gli Italiani non solo non comprendono, ma che sentono dalle paure oggi più che mai dalle paure e dai bisogni che hanno. Ho riscontrato nell'intervento del Presidente Conte la volontà forte di apertura di una nuova stagione politica e di ripensare, in modo più incisivo ed efficace l'azione del Governo soprattutto per il contrasto alla pandemia.

Nel momento in cui sarebbe più facile e comodo fuggire dai propri doveri, stare defilati ed attendere gli eventi, ho deciso di fare un passo avanti". In un'intervista  Causin spiega di essere "un ragazzo semplice, di campagna, che ha la fortuna di stare nelle istituzioni. E di fronte a questa pandemia bisogna fare un passo in avanti". Fa sapere di essere stato contattato dal presidente Conte prima della decisione. 

Poi ci sono Riccardo Nencini, leader dei Socialisti e membro di Italia Viva e Lello Ciampolillo. Protagonisti entrambi di un voto all'ultimo secondo che in un primo momento non era stato conteggiato dalla presidente del Senato Elisabetta Casellati che aveva sostenuto che i due non avessero risposto alla chiama in tempo per dichiararlo. Secondo Renzi a Nencini è stato proposto un ministero.

Che dice Alfonso Ciampolillo detto Lello? "In un momento così critico per il Paese ritengo necessario porre l'interesse comune della Nazione avanti a singoli interessi di partito. Aprire una crisi di governo nell'attuale condizione di emergenza sanitaria, economica, sociale, significherebbe solamente aggravare una situazione già compromessa con ulteriori ripercussioni sulla popolazione già stremata", ha detto ieri. Eletto nel MoVimento 5 Stelle, è stato espulso per i mancati rimborsi parlamentari. Prima si era distinto in un'eroica (si fa per dire) battaglia: si era fatto cedere dal proprietario in comodato d'uso un ulivo affetto da Xylella in Puglia e lo aveva dichiarato sua residenza parlamentare fermandone così (solo temporaneamente) l'abbattimento.

In una conferenza stampa aveva poi sostenuto tesi alternative e vicine alle teorie complottiste sul tema, contrastando i metodi scientifici di contenimento del batterio: "Ci sono dei rimedi, dal metodo Scortichini che usa rame e zinco (sul quale ci sono dubbi della comunità scientifica) a un particolare tipo di sapone che serve a lavare gli ulivi. Si fanno un paio di trattamenti l'anno e anche lì alberi centenari o secolari sono tornati verdi". Ieri ha detto, riflettendo a proposito della possibilità di arrivare al governo, che l'Agricoltura (ovvero il ministero delle Politiche Agricole e Forestali appena lasciato libero da Teresa Bellanova) gli piace tanto. 

Ciampolillo, che sul suo profilo facebook si professa freevax: "Sono favorevole al vaccino obbligatorio per chi lo propone e per i congiunti del proponente"), condivide post di Enrico Montesano e sembra ostile all'uso della mascherina, è a favore della liberalizzazione della cannabis, addirittura consigliata in una lettera al ministro della Salute Roberto Speranza come cura per il coronavirus (no, la cannabis non cura il coronavirus):  "Caro Ministro, ti scrivo per suggerire il fiore di Cannabis terapeutica quale possibile antidoto al coronavirus - si legge nella missiva - La vaporizzazione del fiore di cannabis terapeutica ha già dato effetti straordinariamente positivi per i problemi dell'apparato respiratorio di pazienti terminali.

E' noto, del resto, che gli oltre 800 principi attivi contenuti nel fiore rafforzano in modo significativo le difese immunitarie". Ma soprattutto è un ardente vegano: "Mangiano animali morti in decomposizione e latte destinato ai vitelli. Poi dormono con la mascherina. Sì, sono gli onnivori con le difese immunitarie impazzite e che per questo passano la vita ad ammalarsi. Mangi male, stai male. Mangi bene, stai bene, scrisse qualche tempo fa. 

Anche Sandra Lonardo Mastella, come promesso, ha votato sì alla fiducia. Prima però ha polemizzato con la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.

Pro fiducia si sono schierati i 7 del gruppo Autonomie (con Pierferdinando Casini in testa), i 5 del Movimento italiani all'estero, fuoriusciti come Gregorio De Falco (ex M5s) e  "rientranti' come Tommaso Cerno che da martedì sera è tornato nel Pd, l'"ovile" da cui era uscito un anno fa. Come annunciato, hanno votato sì i tre senatori a vita Liliana Segre, Mario Monti e Elena Cattaneo. In più vanno contate le assenze del pentastellato Francesco Castiello e del senatore a vita Carlo Rubbia. Nel conto vanno messi anche Gregorio De Falco, Luigi Di Marzio, Saverio De Bonis, tutti ex M5s. Tutti uniti appassionatamente!

Hanno votato no alla fiducia invece Mario Michele Giarrusso e Carlo Martelli. Così come Paola Binetti. Che però ha anche detto: "Domani è un altro giorno". 

 

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Articolo pubblicato il 21/01/2021