Quello che si deve sapere sullo sviluppo e la sicurezza dei vaccini anti-CoViD-19

Dal sito Internet dell’Istituto superiore della Sanità

I vaccini anti COVID-19

Da quando, l’11 gennaio 2020, è stata pubblicata la sequenza genetica del virus SARS-CoV-2, scienziati, industrie e istituti in tutto il mondo hanno cooperato per sviluppare il prima possibile vaccini sicuri ed efficaci contro il COVID-19.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), al 12 gennaio 2021 erano 236 i vaccini candidati in corso di sviluppo, di cui 173 in fase pre-clinica e 63 in fase clinica (15 di questi ultimi nella fase 3). Finora in Europa sono stati autorizzati due vaccini, entrambi vaccini a mRNA, il primo prodotto dalla ditta BioNTech/Pfizer, e approvato dall’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) il 21 dicembre 2020, il secondo prodotto da Moderna e approvato dall’EMA il 6 gennaio 2021. Poi dovrebbe essere la volta dei vaccini sviluppati da Università di Oxford-AstraZeneca e da Johnson&Johnson.

Alcuni vaccini sono realizzati utilizzando la stessa tecnologia (o “piattaforma”) di vaccini attualmente in uso, altri sono realizzati con nuovi approcci oppure approcci utilizzati di recente nello sviluppo di vaccini contro SARS e Ebola.

L’obiettivo di tutti questi vaccini è quello di produrre una risposta immunitaria al fine di neutralizzare il virus e impedire l’infezione delle cellule.

Le principali piattaforme utilizzate sono:

  • Vaccini virali inattivati: prodotti coltivando il virus SARS-CoV-2 in colture cellulari e inattivandolo chimicamente.
  • Vaccini vivi attenuati: prodotti generando una versione geneticamente indebolita del virus che si replica in misura limitata, non causando la malattia ma inducendo risposte immunitarie simili a quelle indotte dall'infezione naturale.
  • Vaccini proteici ricombinanti: basati sulla proteina spike, o sulla receptor binding protein (RBD) o su particelle simili a virus (VLP).
  • Vaccini a vettore virale: tipicamente basati su un virus esistente (generalmente un adenovirus incompetente per la replicazione) che trasporta la sequenza del codice genetico che codifica per la proteina spike.
  • Vaccini a DNA: basati su plasmidi, modificati in modo da trasportare geni che codificano in genere per la proteina spike che viene poi prodotta nell'individuo vaccinato.
  • Vaccini a RNA: basati su RNA messaggero (mRNA) o un RNA autoreplicante che fornisce l'informazione genetica per la proteina spike.

Il processo di valutazione dei vaccini

I vaccini proposti sono testati prima in laboratorio, poi su animali e infine su volontari umani. Gli studi in esame devono confermare l’efficacia e la sicurezza dei vaccini e che i loro benefici siano superiori a ogni potenziale effetto collaterale o rischio.

Durante l’erogazione dei vaccini per il COVID-19, l'EMA identificherà e valuterà rapidamente le informazioni e i dati che emergeranno rispetto a benefici e sicurezza, e monitorerà gli eventuali effetti collaterali riportati dalla sorveglianza post-marketing.

L'EMA valuta i vaccini contro il COVID-19 sulla base degli stessi standard elevati di qualità, sicurezza ed efficacia applicati a tutti gli altri farmaci da immettere sul mercato. Il 14 dicembre 2020, in accordo con il Ministero della Salute e il Commissario straordinario Domenico Arcuri per l’emergenza COVID-19, l’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA) ha istituito il comitato scientifico per la sorveglianza post marketing dei vaccini COVID-19.

L’obiettivo è coordinare le attività di farmacovigilanza e collaborare al Piano vaccinale relativo all’epidemia con una funzione strategica di supporto scientifico all’AIFA, al Ministero della Salute e al Servizio sanitario nazionale.

Sviluppo, valutazione e approvazione dei vaccini contro COVID-19

Generalmente lo sviluppo di un vaccino è un processo che necessita dai sette ai dieci anni, durante i quali le ricerche vengono condotte a tappe successive che includono i test di qualità, la sperimentazione preclinica e le fasi di quella clinica nell’uomo.

La sperimentazione clinica include tre fasi di studi:

  • Studi di fase 1 generalmente condotti su volontari sani per l’identificazione della dose ottimale e la valutazione della sicurezza nell’uomo
  • Studi di fase 2 a carattere esplorativo e condotti su piccoli gruppi di persone, generalmente meno di 100
  • Studi di fase 3, disegnati allo scopo confermativo e condotti su migliaia o decine di migliaia di persone.

Il monitoraggio della sicurezza è parte integrante di tutte le tappe dello sviluppo.

In Europa, quando un’azienda farmaceutica ritiene di dimostrare sicurezza ed efficacia del prodotto, per una specifica indicazione terapeutica, sottopone alla European Medicine Agency (EMA) una richiesta di autorizzazione all’immissione in commercio. Solo dopo approvazione dell’EMA e da parte della Commissione Europea, l’azienda inizia la produzione su ampia scala.

Come è stato possibile sviluppare così rapidamente vaccini contro COVID-19?

Gli studi sui vaccini contro il COVID-19 sono iniziati nella primavera 2020 e in meno di un anno (a dicembre 2020) l’EMA ha raccomandato di concedere un’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata a un primo vaccino a RNA messaggero: mRNA (Comirnaty, della ditta BioNTech/Pfizer), e il 6 gennaio 2021, ne ha concessa una seconda per il vaccino prodotto da Moderna.

Il processo di sviluppo ha subito un’accelerazione senza precedenti, eppure nessuna tappa del processo è venuta meno, grazie a diversi fattori:

  • ricerche già condotte in passato sulla tecnologia a RNA messaggero (mRNA)
  • studi sui coronavirus umani correlati al SARS-CoV-2, per esempio quelli che hanno provocato SARS (Severe acute respiratory syndrome) e MERS (Middle East respiratory syndrome)
  • ingenti risorse umane ed economiche messe a disposizione in tempi stretti
  • conduzione parallela delle varie fasi di valutazione e di studio
  • produzione del vaccino insieme agli studi e al processo di autorizzazione
  • ottimizzazione della parte burocratica/amministrativa
  • valutazione da parte delle agenzie regolatorie dei risultati ottenuti, man mano che questi venivano prodotti (rolling review) e non, come generalmente si usa fare, solo dopo il completamento di tutti gli studi.

La valutazione dell’EMA: rolling review e autorizzazione condizionata

Per essere approvato nell’Unione Europea (UE), un vaccino deve essere sottoposto a rigorose sperimentazioni e a una solida valutazione scientifica da parte delle autorità regolatorie.

L’EMA valuta i vaccini contro il COVID-19 in base a norme, procedure e protocolli utilizzati per autorizzare qualsiasi altro farmaco o vaccino. Nel caso della rolling review o dell’autorizzazione condizionata, le procedure vengono effettuate in tempi e con modalità più agili: l’EMA offre alle aziende orientamento e supporto per presentare la domanda di approvazione, e si avvale di procedure rapide di analisi nel valutare i dati resi disponibili.

Nelle situazioni di emergenza, questo sistema assicura una valutazione il più veloce possibile e al contempo, approfondita di tutti i requisiti necessari in termini di sicurezza, efficacia e qualità del vaccino.

Al termine del processo di valutazione, l'EMA può raccomandare un'autorizzazione condizionata all'immissione in commercio: un tipo di approvazione per i farmaci che rispondono a esigenze medico-sanitarie non ancora soddisfatte, in particolare in situazioni di emergenza come appunto nel caso della pandemia da SARS-CoV-2.

Un’autorizzazione condizionata all'immissione in commercio garantisce che il vaccino:

  • soddisfi i rigorosi standard UE su sicurezza, efficacia e qualità
  • sia prodotto e controllato in impianti approvati e certificati, in linea con gli standard farmaceutici necessari per la commercializzazione su larga scala.

Le autorità fanno ricorso a questo strumento se il beneficio della disponibilità immediata del farmaco supera il rischio legato al fatto che non tutti i dati sono ancora disponibili. L’autorizzazione condizionata si basa infatti su dati meno completi rispetto a quelli richiesti per una “normale” procedura di approvazione e commercio. Tuttavia, una volta concessa, le aziende sono obbligate a fornire entro stabilite scadenze, ulteriori dati per confermare che i benefici superano di netto gli eventuali rischi.

Un'autorizzazione condizionata non è un'autorizzazione all'uso d'emergenza, che alcuni Paesi utilizzano (per es, Stati Uniti o Regno Unito) per consentire l'uso temporaneo di un medicinale non autorizzato in situazioni d'emergenza. Un'autorizzazione d'emergenza non è infatti un'autorizzazione alla messa in commercio del prodotto.

Un'autorizzazione condizionata rappresenta invece a tutti gli effetti un'autorizzazione formale: nel caso dei vaccini contro il COVID-19, riguarda i lotti prodotti per l'UE ed è lo strumento più appropriato per garantire l'accesso a un vaccino a tutti i cittadini europei e sostenere campagne di vaccinazione di massa.

Fonti : 

https://www.epicentro.iss.it/vaccini/covid-19

https://www.epicentro.iss.it/vaccini/covid-19-sviluppo-valutazione-approvazione

 

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Articolo pubblicato il 22/01/2021