Conte si è dimesso, e poi?

Il presidente della Repubblica inizierà le consultazioni nel pomeriggio

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, come da previsioni annunciate, ha rimesso ieri il suo mandato nelle mani del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Il presidente della Repubblica si è riservato di decidere e ha invitato il governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti, precisando che le consultazioni avranno inizio nel pomeriggio di domani, 27 gennaio iniziando dai presidenti dei due rami del Parlamento e dall’ex presidente della repubblica Giorgio Napolitano. Le delegazioni dei partiti politici saranno ricevute giovedì.

 

Per tutta la notte di lunedì, sono proseguiti i contatti da parte della maggioranza, per infoltire il numero dei “volenterosi” che in teoria avrebbero potuto sostenere l’esecutivo. E’ pure proseguita l tiritela sul “Renzi, si o no”, tanto per formare una maggioranza raccogliticcia, superare le veementi incomprensioni e salvare la cadrega a Conte. Logiche che oggi decadono, perché il governo non c’è più ed il presidente della repubblica dovrà sbrogliare la matassa. A cadavere ancora caldo, si sono sprecate le attestazioni di stima e continuità verso l’ormai ex premier da parte del PD e dei grillini. Ma queste frasi hanno il valore e la falsità del cordoglio, che si attesta al caro estinto.

 

Oggi, se non lo fa la politica politicante, il presidente della repubblica dovrà rivedere il film delle ambiguità. dall’inizio di questo governo, rispetto alla realtà che  sta opprimendo l’Italia. Pandemia con tutto quel che concerne, immischiato di superficialità e pressapochismo, senza celare la situazioni economica priva di sbocchi positivi. Ad oggi, per veti incrociati, non si è imboccata la via delle riforme e l’aggancio alle realizzazioni, favorite anche dall’Europa che, se seriamente intese, potrebbero farci uscire dalle secche. Si è sprecato il tempo in sillogismi e  risse di basso livello, ove la cupidigia della spartizione emergeva senza se e senza ma, da frasi auliche e prive di cogito.

 

Una maggioranza raccogliticcia, seppur disgustosa in un’ottica democratica, poteva essere funzionale all’ordinaria amministrazione, ma già l’impostazione totalitaria e giustizialista del ministro della Giustizia, avallata da Conte, ha contribuito a creare attrito tra forze politiche diseguali ed a far fallire il progetto.

 

A quali scenari potremo assistere? Al ripetersi delle contraddizioni, mutatis mutandis ,da parte dei partiti governativi, per approdare dove?

 

Le crisi di governo sono salutari se si rivelano funzionali ad uno scenario positivo e  volto alla realizzazione del “Bene comune”, lasciando per strada croste e bocce perse, per rinvigorire la squadra di governo con coloro che siano in grado di realizzare programmi confacenti alle esigenze del Paese. Il presidente Mattarella non si limiterà certo a consultare i partiti politici come da prassi. Avrà avuto modo di tastare il polso alla componente viva del Paese, quella che, quando emette comunicati stampa o incontra il governo, procura allergie a grillini ed all’ultra sinistra.

 

Non c’interessa il futuro di Conte che in  cuor suo, si presterebbe a compiere la terza giravolta della legislatura pur di rimanere a Palazzo Chigi. Auspichiamo una scelta funzionale per il futuro del Paese, senza l’inciampo di cadaveri nell’armadio, ancor più se si intende evitare il ricorso alle elezioni. Tra pochi giorni potremo capire quale indirizzo  verrà imboccato, sempre che ci sia coraggio e  volontà di voltar pagina e, se dovessero scendere in campo i volontari” , sarebbe opportuno non spenderli per coprire le impudicizie dei grillini, ma per contribuire alla svolta indispensabile per l’Italia.

 

Il tutto positivo o negativo che risulti, sarà la conseguenza.

 

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Articolo pubblicato il 27/01/2021