Anche per la più splendente stella dello spettacolo …

… arriva il momento di uscire di scena definitivamente.

 

 

Parte nona ed ultima del dodicesimo incontro dei dialoghi sul senso della vita tenutosi nel pomeriggio del giorno 29 novembre 2013 presso la biblioteca di San Raffaele Cimena (To) sede dell’UNITRE locale.

 

 

Non accade così spesso, come invece dovrebbe accadere, di soffermarci sul complesso sistema che ciascuno di noi è, così ci autoriduciamo sempre più in uno stato atrofizzato, poiché non dedichiamo ad esso almeno le stesse attenzioni che diamo a qualcosa che riteniamo importante per noi.

 

Il nostro sistema biologico è inserito momentaneamente, come un organo trapiantato, all’interno di un complesso energetico più grande, avente un campo di azione di circa 16 metri di diametro. Esso rappresenta in realtà il “nostro mondo”, quello in cui viviamo e respiriamo. L’insieme costituisce la massa energetica trasformabile che può essere chiamata “essere umano”. Noi siamo semplicemente una “cartuccia temporanea” che serve all’intero sistema per poter agire nella materia. Quando la cartuccia è esaurita viene sostituita con un’altra e così via fino a quando sarà necessario. La sintesi dell’esperienza acquisita attraverso ciascuna cartuccia è inserita nella banca dati del sistema. Tale banca dati costituisce la base di partenza per le esperienze che saranno vissute dall’intero sistema mediante l’uso di nuova cartuccia.

La vita “temporale” dell’intero sistema dell’essere umano può durare, secondo i nostri parametri, fino a milioni di volte quella di una singola cartuccia!

 

Però ciò che noi vediamo e sperimentiamo è la vita di una singola cartuccia. Ed è perciò comprensibile avere l’impressione che manchi qualcosa, che qualcosa non quadri. Infatti la vita di una cartuccia biologica non costituisce quella dell’intero sistema dell’essere umano; essa è relativa e in funzione della vita dell’intero sistema dell’essere umano.

 

La durata della cartuccia biologica può essere decine di anni o pochi secondi in funzione delle necessità dell’intero sistema, ed è anche in relazione alla durata della specifica esperienza che mancava ancora a quel sistema per completare uno dei suoi compiti.

 

Partendo da tale considerazione, non esiste una sostanziale differenza tra una vita dell’essere biologico che dura cento anni ed una che dura un secondo. Certo … per noi non è facile condividere tale dato di fatto!

 

IDP … non tanto relativo a noi stessi, … quando sei morto sei morto … quanto a ciò che è relativo ai nostri cari! … a coloro che ci sono vicini …

 

… è la stessa cosa! …

 

IDP … non lo so … a me fa più effetto la morte di un altro che la mia … se io muoio, tutto finisce in un attimo … mentre se muore uno della mia famiglia …

 

… questo è un altro paio di maniche …

… perché sentiamo che ci è stato tolto qualcosa o che la stessa cosa possa accadere a noi! Proiettiamo su di noi quanto vediamo accadere fuori di noi! Però …

 

… io, ansioso e pauroso, ho comunque tenuto la mano di mia suocera durante il suo trapasso! Significa che le cose non sono solo così, ma che sono molto di più di quello che crediamo e ogni cosa è legata a tutto il resto! Questo ci permette di andare oltre i nostri “presunti” limiti caratteriali. Basta essere disponibili a lasciare che ogni cosa si esprima interamente!

 

In quel momento ho accettato di vivere quella situazione senza porre limiti personali! Quell’attimo cambia la nostra abituale percezione delle cose.

 

Per il fatto che non conosciamo niente di quello che siamo, quindi a causa della nostra fondamentale ignoranza, reagiamo con paura o rabbia a tutto ciò che ci accade.

 

IDP ... scusi … e quei sedici metri che abbiamo intorno continuano a vivere? …

 

… assolutamente sì! …

 

IDP … e ritornano all’origine? …

 

… no! … O almeno non fino a quando non avranno esaurito il loro compito! …

In questo momento ognuno di noi è una cartuccia nel sistema a cui appartiene …

 

IDP … e non possono stare senza cartucce? …

 

… certamente! Possono stare senza cartucce, … ma non potranno esprimersi nella materia!

 

IDP … un’altra cosa che mi ha sempre … io non credo molto … non mi faccio facilmente suggestionare … da questioni come i fantasmi … però c’è una chiesetta abbandonata del dodicesimo secolo, vicino a casa mia, davanti alla quale passa una bellissima strada panoramica piuttosto frequentata. Tutti coloro che passeggiano, non solo io, quando giungono nei suoi pressi, accelerano il passo, specie di notte, tenendo le antenne dritte. Addirittura i miei bimbi, fin da piccolissimi, quando alla sera passavamo di là, se erano a piedi da soli si facevano prendere in braccio, e se erano sul passeggino, piangevano! Solo in quel punto; eppure è un posto così bello e non c’è niente di particolare! È una chiesetta bellissima di fronte al mare.

Perché? Perfino gli animali … perché? cosa c’è?

 

… esistono cose che non vediamo … per esempio quelle che si chiamano “rimanenze”. Sono appunto le rimanenze di aggregati energetici di alcune entità biologiche che non si sono del tutto disgregate …

 

IDP … di quel sedici metri? …

 

… no, di qualche cartuccia scartata da quei sedici metri! Oppure di aggregati di pensieri o emozioni particolarmente forti, … ma quasi sempre rimanenze di cartucce che essendo particolarmente attaccate alla propria esistenza cercano in tutti modi di restarvi agganciate. Cercano in ogni modo di non seguire il processo di disgregazione biologica; quindi rimangono in una situazione che potremo definire di pseudoesistenza, né vivi, né morti. 

 

IDP … veramente “ghost”, eh? …

IDP … l’avevo detto io! … (risate!)

IDP … quella era la parrocchia degli abitanti della zona nell’undicesimo secolo … a metà montagna, non sulle rive del mare … 

 

… sicuramente tornando alla storia trascorsa di quel luogo troverete indizi particolari che possono darci altre indicazioni al riguardo: … fatti accaduti relativi a guerre, esorcismi, o altri avvenimenti, … o persone particolari …

… perché ci riferiamo ad una chiesetta … ma, aldilà di questo contesto, cose simili si possono riscontrare anche in case di normale abitazione … che si definiscono allora “case infestate”!

 

Tanto è che io, in una casa dove hanno vissuto altri, eviterei proprio di andarci a stare!  Piuttosto starei in una tenda! Ognuno ha le sue “fisime”!

 

Se una persona che ha vissuto in un certo luogo mantiene il suo attaccamento ad esso, una sua parte energetica sottile vi resterà per lungo tempo presente …

 

IDP … indipendentemente dal modo in cui è morta? …

 

… indipendentemente! …

 

IDP … a me è successo! … io abitavo a Torino in una casa molto vecchia … e ho visto, due o tre volte, come dei fantasmi … li avvertivo! … e una volta eravamo addirittura due … anche la mia amica ha sentito qualcosa. Quella casa era stata abitata da un prete! … ed una mia amica che era presso di me a dormire … durante la notte si ritrovò in terra. Io non le dissi niente … perché con me non ce l’avevano … io ero tranquillissima perché avevo capito che non erano contro di me … chiunque fosse … era contento che io fossi in quella casa … però non erano ben accetti gli estranei! …   

IDP … ma pensa te! Io sarei scappata! …

IDP … io no perché non avevo paura …

 

… tutto ciò avviene perché quella entità ha bisogno di stare agganciata ad una persona ancora dotata di corpo fisico da cui ricavare l’energia necessaria a mantenere la sua pseudovita (come farebbe un parassita o un essere simbiotico). 

 

IDP … guai a chi si attacca! …

IDP ... c’è una serie di film che tratta di queste cose …

IDP … io, per esempio, ritenendo di non aver fatto abbastanza per mio padre al momento dei suoi ultimi giorni, … mio padre aveva tanta paura di morire … io non mi sento così tranquilla, anche se non lo abbiamo mai lasciato solo … non ritenendo di aver fatto abbastanza sento ancora questo legame con lui! …

IDP … io abito un una casa dei miei bisnonni … quindi ho sempre sentito qualcosa … però mi ha aiutato … nessuna cattiveria … qualche avvertimento … circa cose che dovevano avvenire …

 

… vale lo stesso discorso appena fatto! ...

 

IDP … quindi per me i fantasmi esistono perché ne ho avuto prova attraverso i loro avvertimenti! … io non ho paura! …

 

… non ho dubbi al riguardo! …

 

IDP … in questa casa continuiamo a vivere … aggiustandola continuamente e andando avanti …

 

… quello che mi sento di dire è che ognuno dovrebbe essere lasciato libero di andare …

 

IDP … quello sì, però …

 

… questi legami hanno comunque un prezzo molto molto elevato!

 

IDP … per chi?

 

… per tutti! ... per entrambe le parti!

Una mia zia, fino a quando è vissuta la madre, non ha potuto avere una vita propria, ha dovuto farle da serva! Solo alla morte della madre ha potuto cominciare a vivere! I legami di cui stiamo parlando sono molto simili a questo esempio.

 

Purtroppo a causa della loro ambiguità, poiché molti li ritengono “buoni”, vengono tenuti in piedi a caro prezzo. Non ci sono sentimenti realmente buoni in tali legami: ciò che sembra tale serve solo a coprire la loro vera natura parassitaria, il loro secondo fine nascosto!

 

Sono cordoni ombelicali artificiali che, a fronte di ciò che sembrano dare di buono, chiedono molto di più, per altri scopi. Una sorta di vampirismo ben dissimulato! Una sorte di prigionia reciproca auto mantenuta!

 

IDP … tornando all’argomento precedente … ma quindi … se ho capito bene … non è la vita che ci lascia ma siamo noi che lasciamo la vita! … cioè … noi usciamo da questa cosa (la sfera vitale di 16 metri, il vero essere umano) …

 

… sì! … potremo dire così! Siamo un aggregato temporaneo che serve alla vita come strumento per manifestare quello che è necessario nella materia; terminato il compito, la forza di coesione che tiene insieme tale aggregato viene ritirata e lo strumento si disgrega; i suoi componenti sono nuovamente messi a disposizione per una nuova aggregazione. (siamo polvere – di provenienza stellare – e torniamo ad essere polvere).

 

Gli equivoci, i malintesi, nascono dal fatto che per tenere insieme temporaneamente tale aggregato occorre una forza di coesione che deve essere gestita da un fattore che animi il tutto; tale fattore, o anima temporanea, deve poi cedere la direzione all’anima originale già presente nel sistema che accoglierà tale aggregato. In altre parole l’anima temporanea deve confluire in quella originale come la goccia d’acqua confluisce nell’oceano.

 

Noi consideriamo la morte come uno stato in cui percepiamo tale processo in modo simile alla perdita di qualcosa, anziché un cambiamento di stato del sistema.

 

L’anima animale deve cedere il passo all’anima umana!

 

Quante anime ci sono?

Come mai siamo convinti che ci sia solo un’anima?

Quante cose abbiamo assunto come vere solo perché non le abbiamo mai messe in discussione?

Da dove nascono queste affermazioni?

 

Domande come queste hanno bisogno di risposte, ma per oggi basta e avanza! Ognuno avrà tempo per rispondere alle proprie domande

 

A presto!

 

Fine dell’incontro

 

 

foto, schema e testo

pietro cartella

 

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Articolo pubblicato il 23/02/2021