Incognite della vaccinazione di massa.

La gatta frettolosa partorisce gattini ciechi.

A scanso di equivoci premetto di non essere pro o contro i vaccini e neppure indifferente, come per ogni altro farmaco o rimedio, ma auspico una certa prudenza circa l’uso che se ne fa specialmente se dettato dal panico scatenato dalla paura di morire, poiché la morte è certa, indipendentemente dal modo in cui avviene.

 

Ciò detto, accettato che la reazione ad una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo richieda (forse) delle contromisure che in ogni modo avranno, a loro volta, aspetti positivi e negativi, preso atto di quanto si afferma o si nega da più parti circa questa o quella caratteristica di un vaccino piuttosto di un altro, valutate le conseguenze di quanto sperimentato praticamente fino ad oggi e proiettando possibili scenari alla luce di quanto non ancora testato e valutato in conseguenza di ciò che ancora non conosciamo in merito, mi pongo e pongo le seguenti domande:

 

Cosa può succedere al momento in cui, visto che non è provato che chi è vaccinato non sia più infettivo, si rivelasse che una vaccinazione di massa in tempi ristretti (prima volta che accade nella storia – quindi senza casistica di riferimento), arrivando a costituire una massa critica sufficiente per innescare una reazione a catena irreversibile, provocasse la creazione di un enorme focolaio infettivo con mutazioni imprevedibili e veloci?

 

Crediamo davvero che si possano in qualche modo “salvare” vite umane andando contro il loro destino?

 

Qualcuno ha idea di quali possano essere, a medio e lungo termine, le conseguenze, non immediatamente percepibili a livello fisico, sugli aspetti psichici ed emotivi di ogni singolo e nell’insieme degli esseri umani?

 

Si può escludere categoricamente che le reazioni intraprese non siano direttamente indotte dal virus stesso, ammesso che ogni cosa abbia una coscienza ed una funzione, proprio allo scopo di provocare un cambiamento sistemico nel modo di funzionare delle cose, esseri umani compresi?

 

È possibile prevedere le mutazioni del virus e quindi adottare, ammesso che abbia senso farlo, una strategia adatta per evitarne le conseguenze?

 

Se le mutazioni sono conseguenza dell’adattamento del virus alla strategia difensiva umana, questa storia, questo rincorrersi tra azioni e reazioni non finirà mai?

 

E se non finirà mai, dovremmo ricorrere continuamente a nuove vaccinazioni (in aggiunta ad altre per altre ragioni) o richiami sempre più pressanti?

 

Qualcuno ha quantificato con sufficiente approssimazione quante sarebbero state le vittime se non si fosse intervenuti in alcun modo?

 

Qualcuno ha una vaga idea di quanti morti conteremo negli anni che verranno per altre malattie sulle quali non si è potuti intervenire, come conseguenza della scelta (obbligata?!) di agire prioritariamente su questa emergenza?

 

Se è vero che non esiste una sola cosa totalmente negativa o totalmente positiva, qualcuno conosce quale sia l’aspetto positivo dell’esistenza di un virus?

 

Diamo per assodato che, finora, chi di dovere abbia tenuto conto degli svantaggi e dei vantaggi della somministrazione massiva dei vaccini secondo i piani stabiliti, considerando i vantaggi di gran lunga superiori, ovvero che abbiano agito al meglio delle loro conoscenze e possibilità.

 

Ciò non toglie che la conoscenza in merito sia piuttosto frammentata, frammentaria, contradittoria e incompleta. Come è indubbio che la massa chieda, a gran voce, la soluzione del problema a chi abbia, a qualunque titolo, la delega a farlo. Che poi il rimedio sia peggiore del male ad oggi non è dato di sapere (l’abuso di farmaci è una delle prime in classifica tra le cause di morti nel mondo – l’abuso di antibiotici ha provocato una diffusa antibiotico-resistenza per cui già oggi ci sono infezioni che non possono più essere trattate in alcun modo – la percentuale della dipendenza da psicofarmaci è in aumento esponenziale a livello mondiale). E quando si saprà, inizieranno (a dire il vero sono già cominciate da tempo) le solite accuse, indignazioni, scaricabarili, di tutti verso tutti.

 

Nel frattempo i fatti risponderanno a queste domande e chi lo vorrà potrà farsi un’idea sempre più chiara di come realmente stiano le cose. Che ciò avvenga è certo poiché le domande affiorano solo quando le risposte sono mature.

 

 O, più semplicemente, perché nulla accade a caso!

 

grafica e testo

pietro cartella

 

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Articolo pubblicato il 27/02/2021