Herman Sörgel: Il tedesco che voleva prosciugare il mediterraneo

Un progetto forse dimenticato ma che fa ancora riflettere

I lettori meno giovani si ricorderanno sicuramente di quel buffo signore milanese che nel gennaio 1978, ospite di Portobello, la trasmissione televisiva del compianto Enzo Tortora, propose a tutti gli Italiani di creare una voragine di larghezza considerevole che eliminasse fisicamente il Passo del Turchino. Tale voragine avrebbe dovuto essere profonda circa 600 metri, per permettere un flusso di aria costante che entrando nella pianura padana potesse uscire da tale novella apertura… o forse con percorso inverso…

Disgraziatamente per quel bizzarro individuo e per fortuna per tutti gli Italiani, il progetto non venne preso il considerazione e rimase una cartolina comica di Mamma RAI, che, a perenne testimonianza del fatto, alleghiamo in coda all’articolo…

Forse non tutti conoscono un episodio precedente, ancora più rilevante, che interessò un progetto presentato da un architetto tedesco: Herman Sörgel  (immagine a destra).

Nel 1927 l’originale architetto pianificò un progetto che consisteva nel costruire una enorme diga in grado di chiudere, letteralmente, le Colonne d’Ercole, dividendo il Mar Mediterraneo dall’Oceano Atlantico.

Lo scopo sarebbe stato duplice: abbassare il livello del Mediterraneo di 100 metri, sfruttando la naturale evaporazione che avrebbe lavorato gratuitamente, riducendo il livello del mare al ritmo di 1,6 metri/anno. Ci sarebbero voluti circa 150 anni di lavoro, ma con l’aiuto di pompe idrauliche… forse meno.

Con un dislivello di oltre 100 metri si sarebbero potute creare delle centrali idroelettriche in grado di fornire energia a mezza Europa, inoltre, secondo il simpatico tedesco, sarebbero emerse nuove fasce di terra da destinare alla coltivazione e al lavoro agricolo.

Il nome del progetto “Atlantopa” è oggi dimenticato, tuttavia all’inizio del XX secolo creò non pochi e vivaci dibattiti .

Sembra che ad ostacolare l’idea di Herman Sörgel sia stato il  Fuhrer.  

A Hitler da un lato piaceva l’idea di conquistare nuove terre da donare al Reich tedesco, ma dall’altro non vedeva di buon occhio dover collaborare con gli altri stati europei.

Inoltre Hitler, a sua volta, aveva in mente per il suo "Grande Piano" una serie di progetti architettonici, diversi da quello proposto da Sörgel.

Inoltre anche se Atlantropa concordava con "l'ideologia" del Fuhrer, sulla necessità di conquistare nuovo spazio vitale per il Reich germanico, proponeva una collaborazione tra gli stati, cosa certo non gradita al dittatore tedesco.

Un evento decisivo per il definitivo accantonamento del progetto fu l'esclusione della Germania dalla Società delle Nazioni.

Il progetto Atlantropa era entrato nell’ambiente politico e durante la Repubblica di Weimar era stato assorbito da una nuova corrente chiamata “Partito per l'intesa di Atlantropa", che prevedeva posizioni impostate su una visione razzista che accettavano e sostenevano le leggi razziali.

Sörgel asserì «Se la razza bianca vuole che la sua supremazia sull'Africa rimanga immutata, deve provvedere affinché la superiorità numerica dei negri si mantenga entro certi limiti»

Curioso il fatto che venne pubblicato un opuscoletto, a firma di Sörgel, dove dichiarava testualmente «La Grande Germania e l'Impero Italiano rappresenterebbero logicamente i piloni portanti di Atlantropa».

I giornali dell’epoca si irrigidirono, pubblicando articoli allarmanti, come nel caso del Corriere della Sera che intitolò:  “Un bizzarro sogno tedesco…”

In sostanza il progetto presentato ufficialmente da Herman Sörgel nel 1928,  prevedeva di isolare il Mar Mediterraneo chiudendo gli stretti di Gilbilterra, Suez e Dardanelli. Altre dighe sarebbero sorte in vari punti tra Tunisia, Sicilia e Italia continentale, tali aree sarebbero emerse rimanendo in gran parte unite da nuovi ponti di terra ferma. La diga di Gilbilterra avrebbe creato un dislivello di circa 100 metri, negli altri luoghi le dighe avrebbero abbassato il livello di ulteriori 100 metri, generando dislivelli di oltre 200 metri.

Secondo i calcoli del simpatico architetto l’energia così ricavata avrebbe potuto soddisfare il 30% del fabbisogno energetico europeo.

Sempre secondo i suoi calcoli tutti gli oceani sarebbero saliti di un solo metro… tuttavia l'architetto comprendeva che tale crescita, se pur relativamente modesta, avrebbe potuto creare dei gravi danni alle zone costiere, e non solo: Per risolvere questo problema, il progetto prevedeva la creazione di una diga sul fiume Congo per creare il "Lago del Congo", di circa 135.000 Km2, da collegare al preesistente Lago Ciad che avrebbe trasformato nel "Mare del Ciad" di oltre 270.000 Km2 da unire con Mediterraneo attraverso un "secondo Nilo " che così avrebbe irrigato il Sahara.

Atlantropa avrebbe prosciugato il Mediterraneo di oltre 660.000 Km2 che così sarebbero stati destinati a nuove aree agricole, terre di cui avrebbero potuto beneficiare tutti gli stati europei. Avrebbe anche creato nuove vie di comunicazione tra il continente  europeo e quello africano e avrebbe dovuto portare, nelle intenzioni del suo ideatore, a una riappacificazione in Europa, dato che per attuarlo tutti gli stati europei avrebbero dovuto necessariamente collaborare.

Queste aree sarebbero diventate anche un paradiso per archeologi e storici che avrebbero potuto, ad esempio, trovare i relitti delle milleduecento navi persiane  sbaragliate e disfatte da Temistocle e Aristide a Salamina, e delle migliaia di navi che hanno solcato per millenni il Mediterraneo. In tal modo i popoli costieri avrebbero potuto constatare la verità dell'affermazione di Platone, secondo il quale il Mediterraneo era «uno stagno attorno al quale le genti sono raccolte come rane, accomunate dallo stesso destino» (fonte Web)".

All’epoca il progetto ebbe forti consensi da parte di politici e di esperti di ogni parte del mondo, i quali, forse un po’ ingenuamente, sognavano ad occhi aperti, intravvedendo una soluzione a tutti i problemi del Pianeta.

La sensibilità ecologica non era sicuramente ancora nata, e tutti i problemi che oggi decliniamo quando consideriamo che l’effetto serra potrebbe alzare di qualche decina di centimetri il livello dei mari, facendo scomparire aree come la Maldive o sommergere Venezia e le altre metropoli che si affacciano con i propri porti sugli oceani, non erano neppure lontanamente ipotizzati.

Le terre emerse sarebbero diventate delle salamoie maleodoranti praticamente impossibili da bonificare.

Pensiamo, inoltre che una catastrofe naturale, accaduta circa 5,6 milioni di anni fa, chiuse completamente le Colonne d’Ercole, creando un lago salato che si prosciugò lentamente, poiché l’acqua delle piogge e dei fiumi era in quantità minore di quella evaporata… il Mediterraneo seccò come un deserto di sale.

Il periodo geologico che fu interessato da questo evento si chiama “Messiniano”, le cave di gesso che si trovano anche in Piemonte ne sono una traccia, e le recenti trivellazioni eseguite nel mediterraneo hanno dimostrato che lo strato di sale, dovuto alla totale evaporazione del Mediterraneo, è spesso fino a 3 Km. Potremmo quindi immaginare una concreta impossibilità a realizzare un simile delirante progetto, ma in quel momento storico gli effetti negativi e l'impatto sull'ambiente non sembravano costituire un problema reale.

Altri “effetti collaterali” come catastrofi climatiche impossibili da prevedere, cicloni, terremoti e altro… sarebbero state sicuramente presenti in qualità e quantità devastanti.

Ci fa piacere concludere che il primato dell’idiozia non spetti al nostro fantasioso connazionale diventato, grazie a Portobello, "eroe per un giorno"… tuttavia un meritatissimo Secondo Posto lo pone in una posizione di tutto rispetto.

 

https://www.youtube.com/watch?v=vmvpm51TdJM

 

https://www.youtube.com/watch?v=aLB7FBe11W8

 

https://www.youtube.com/watch?v=WmjUYgsaaik

 

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Articolo pubblicato il 21/02/2021