Può un oggetto inanimato trasmettere misteriose energie che possono essere ricevute da una persona, tanto da poterle procurare emozioni intense, se non disagio o, addirittura, una sensazione di paura? Esaminando la questione da un differente punto di vista, è possibile che, come vogliono alcune correnti di pensiero, uno spirito intelligente possa utilizzare un oggetto come tramite per far in modo che la sua presenza venga avvertita?
Ipotesi suggestiva ed intrigante, fonte di dibattito in tutte le epoche, specie nei due secoli che hanno preceduto il nostro, affrontate da numerosi autori affascinati dallo spiritismo, assidui frequentatori di ambienti in cui venivano e vengono, ancora oggi, praticate le cosiddette “sedute spiritiche. Più di uno studioso ha accennato a tale fenomenologia; personaggi insospettabili la cui credibilità viene messa in dubbio a fatica, considerando il loro grado di profonda Cultura. In questa occasione cito l’esperienza occorsa a un noto scrittore italiano, Luigi Capuana, una personalità di rilievo facente parte insieme a Giovanni Verga del Verismo, la corrente letteraria della seconda meta' dell'Ottocento che glorificava il nuovo sapere scientifico con lo scopo di dimostrare la vacuità delle antiche superstizioni popolari.
Nei lavori di Luigi Capuana le scienze mediche occupano un posto importante e sono ben rappresentate nei suoi testi letterari, ma a latere era anche molto interessato a una dimensione metafisica della nostra esistenza, di gran moda all’epoca in cui visse (1815-1939): lo spiritismo e condivideva con alcuni amici la frequentazione di salotti bene in cui era la norma sedersi a tavolini rotondi a tre zampe, come vuole la tradizione, per interrogare gli eventuali spiriti intervenuti a simili consessi.
E’ alla luce di queste considerazioni che dobbiamo valutare un curioso episodio che gli capitò a Roma, mentre era intento a visitare la Galleria dell’Accademia di San Luca. Era intensamente concentrato osservando un’opera d’arte esposta alla parete, quando ebbe l’impressione che qualcuno, dietro di lui, lo stesse osservando. Penso che a molti sia capitata un’esperienza simile e che, sentendosi in qualche modo controllato, voltando la testa possa capitare di incrociare lo sguardo di qualcuno che lo sta fissando.
In effetti qualcuno che lo stava guardando c’era, ma grande fu la sua sorpresa quando scoprì che si trattava di una donna, una donna di rara bellezza, ma riprodotta in un quadro dal titolo “Ritratto di ignota” realizzato dal maestro fiammingo Van Dick , è conservato alla Galleria dell'Accademia di San Luca a Roma, immortalato anche nelle foto presenti nell'archivio Alinari. Cauana ebbe l’impressione che lo sguardo di quella stupenda figura fosse realmente diretto a lui, ma realizzando che si trattava di una figura inanimata, si allontanò per fare ritorno a casa.
Qui giunto, probabilmente ancora turbato da quella insolita esperienza, fu assai preoccupato e provò un grande spavento, avvertendo un soffio tiepido caldo sfiorargli il viso. Immediatamente realizzò che la misteriosa presenza, identificata con la bella sconosciuta dipinta nel ritratto, l’aveva seguito e si trovava molto vicina a lui. La paura fu tale che corse a rinchiudersi nella sua camera, sperando di sfuggire a quella presenza, ma fu tutto inutile e per qualche tempo fu disturbato da quella esperienza che ebbe a ripetersi più volte nei giorni seguenti. Questa visione del mondo, insospettabile in una persona come Capuana, emerge da vari suoi scritti, in particolare dalla corrispondenza che ebbe con Pirandello, suo grande amico, in cui i due celebri personaggi si scambiano opinioni commentando manifestazioni relative alla fenomenologia paranormale.
Forse il tutto può essere riferito ad un eccessivo entusiasmo di fronte ad un’opera pregiata di rara bellezza; anche se resta difficile pensare che lo scrittore non sia stato influenzato dalle proprie esperienze a carattere metafisico, influenzato da tutto quello che di sconvolgente e perché no, pauroso, queste possano comportare. E’ possibile, in alternativa, che possa invece trattarsi di una manifestazione di déjà vu, ovvero la sensazione spiegata dagli psicologi di aver già vissuto in precedenza una determinata situazione. Sappiamo infatti che, a livello inconscio, tutto quel che capita attorno a noi viene registrato e, alla luce di questa considerazione, può essere che lo scrittore abbia registrato inconsciamente la figura della bella donna dipinta passandogli frettolosamente davanti, ma che tale rappresentazione gli sia tornata alla mente pochi minuti dopo e l’abbia indotto a voltare il capo per meglio coglierne i particolari. La sua passione per l’occulto avrebbe fatto successivamente il resto causandogli quello stato blandamente allucinatorio, responsabile del suo turbamento.
E’ difficile dire da che parte si trovi la verità, ma è noto che sono molti coloro che propendono per possibili manifestazioni del mondo invisibile colte per lo più occasionalmente. Non volendo entrare nel merito di considerazioni che richiederebbero ben altre risorse, non ci resta che raccogliere la prova di una particolare sensibilità di una persona il cui pensiero rimane ancora a nostra disposizione, corporificato nei volumi contenti i racconti che ci ha donato.
foto da : https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Capuana
https://www.wikiart.org/es/anton-van-dyck/autorretrato-con-un-girasol-1632 (pubblico dominio)
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Articolo pubblicato il 24/02/2021