Cosa sono le minacce ibride?

Una spiegazione per comprendere meglio le guerre del nostro tempo

Guerra “ambigua”, “non-lineare”, ibrida, sono solo alcuni dei modi differenti di definire le guerre del nostro secolo.

 

Le modalità di suddette guerre si allontanano sempre più dalle concezioni e dalle dottrine dei conflitti tradizionali degli ultimi due secoli.

 

Le minacce ibride sono fenomeni che combinano attacchi convenzionali e non per destabilizzare un paese. Le minacce convenzionali sono solitamente di natura militare; mentre le minacce non convenzionali includono attacchi: informatici, chimico-patogeni, terroristici, campagne di disinformazione o propaganda e pressioni politiche ed economico-finanziarie. Tutto ciò mira a danneggiare i pilastri dello Stato rivale, minando la fiducia delle sue istituzioni, la stabilità economica e la coesione sociale.

 

Gli attacchi ibridi possono essere opera dei governi, ma anche di attori non statali; come multinazionali, banche, servizi di sicurezza privati, organizzazioni criminali o movimenti terroristici di varia natura.

 

Alcuni esempi di attacchi ibridi sono quelli di gruppi terroristici come Daesh o Al Qaeda, i quali combinano i loro attacchi con campagne mediatiche per diffondere il terrore e radicalizzare nuove reclute. Alcune azioni della Russia sono state considerate dagli Usa delle minacce ibride; come lo spionaggio e la presunta interferenza nelle elezioni presidenziali statunitensi nel 2016, o il dispiegamento di soldati senza identificazione nella penisola ucraina di Crimea nel 2014. Stati Uniti, Cina, Israele, Iran o la Corea del Nord hanno più volte lanciato operazioni ibride contro i propri avversari sotto forma di attacchi informatici o di spionaggio elettronico.

 

Le minacce ibride sono complesse, multidimensionali e non sempre violente, sebbene siano altamente dirompenti. Lo sviluppo tecnologico, la competizione geopolitica o la polarizzazione sociale hanno favorito la sua comparsa. Conflitti armati, terrorismo, attacchi informatici, spionaggio o pressione economica si combinano ora per formare minacce ibride di portata maggiore, coordinate e sincronizzate grazie alla tecnologia. Ciò, ad esempio, ha consentito agli attori non statali di sfruttare il cyberspazio per attaccare da qualsiasi parte del globo.

 

Un'altra caratteristica delle minacce ibride è l' ambiguità che pongono tra guerra e pace agli occhi del diritto internazionale. Per il servizio di ricerca del Parlamento europeo, in un conflitto ibrido vengono utilizzate tattiche convenzionali e non convenzionali. Uno degli esempi classici fu l'uso da parte della Cina di pescherecci, sostenuti da navi da guerra, per reclamare il Mar Cinese Meridionale. Idem dicasi degli attacchi del partito guerrigliero libanese Hezbollah contro Israele nel 2006; che includeva guerriglia e disinformazione via Internet.

 

Per il Parlamento europeo, affinché ci sia una guerra ibrida, due o più paesi devono aver dichiarato guerra formalmente e utilizzare mezzi di attacco non convenzionali. Purtroppo però da questa definizione si evince tutta l’ingenuità delle istituzioni europee. Poiché la forza dirompente di una minaccia ibrida consiste proprio nel creare danni a seguito di un conflitto non dichiarato.

 

Le minacce non convenzionali sono una perenne fonte di insicurezza internazionale. Prevenirle è complicato, vista la loro velocità e le intensità che possono raggiungere in breve tempo. Per questo la NATO le considera tra le sue principali linee di azione in materia di sicurezza preventiva.

 

 

Ma se proprio vogliamo trovare una filosofia della guerra asimmetrica e non convenzionale non possiamo non citare la Dottrina Gerasimov. Essa, secondo molti esperti della NATO, fu teorizzata dal generalissimo di Putin, Valery Gerasimov, comandante in capo di tutte le Forze Armate russe.

 

La Dottrina parla di come nel mondo moderno, l'uso della propaganda e della sovversione possa trasformare uno stato perfettamente fiorente, nel giro di pochi mesi o persino giorni, in un'arena di feroce conflitto armato, divenendo vittima dell'intervento straniero, e sprofondando in una caotica rete di catastrofi umanitarie e di guerre civili.

 

 

In realtà però occorre ricordare che, al di là del nome, la Dottrina Gerasimov esiste molto prima del Generale russo in questione. Essa è figlia di decenni di guerra fredda, dove nei rispettivi campi di azione, CIA e KGB, hanno potuto sperimentare guerre ibride e non convenzionali nelle più disparate aree del mondo.

 

Può essere che il compimento di tale teoria sia stato portato a termine, come ricordò in un’intervista Gerasimov stesso, a seguito delle Primavere arabe.

 

Il conflitto in Ucraina risulterebbe quindi essere solo l’ultimo, e il più riuscito, di una dottrina militare ibrida che da diversi anni, Russia e Stati Uniti, metterebbero in atto rispettivamente per i propri interessi geostrategici.

 

Visto il terribile, quanto confuso, periodo che stiamo vivendo, non si può non notare le incredibili somiglianze con la Teoria di guerra ibrida sopracitata. Nei nostri giorni, più che una crisi pandemica planetaria, osservata da un altro punto di vista, parrebbe di vivere davvero in una di quelle guerre “sporche” e non dichiarate della Dottrina Gerasimov.

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Articolo pubblicato il 07/03/2021