L’importante relazione fra Pechino e Islamabad

Pakistan: il fiore all'occhiello della Nuova Via della Seta cinese

Il confine tra la Cina e il Pakistan ha una lunghezza di 592 chilometri. Lungo quest’asse le relazioni fra i due paesi si intensificano sempre di più. Il fine, oltre che economico, è geostrategico.

 

Il corridoio economico Cina-Pakistan è il pezzo più importante della Nuova Via della Seta cinese, con progetti infrastrutturali dal valore di 46 miliardi di dollari.

Una volta completato, collegherà i porti pakistani di Guadar e Karachi con il nord del Paese, la regione cinese occidentale dello Xinjiang e l'Asia centrale attraverso strade e ferrovie. Ma, per trasformare il Pakistan in una potenza economica e commerciale, la Cina deve affrontare l'instabilità politica e il terrorismo separatista di cui soffre il paese.

 

La nuova via della seta cinese, lanciata dal presidente Xi Jinping nel 2013, è una strategia che mira a collegare il paese con il resto dell'Eurasia attraverso una serie di corridoi economici. Il più importante è il China-Pakistan Economic Corridor (CPEC), che mira a promuovere lo sviluppo economico e sfruttare il potenziale strategico, demografico e le risorse naturali del Pakistan con grandi investimenti economici.

 

Tuttavia, la Repubblica Popolare non fa mai niente per niente. Non dobbiamo dimenticarci che la Cina ha già concesso ingenti prestiti a molti Paesi, anche poveri o con un debito già molto alto, per la realizzazione di grandi progetti e iniziative, adottando quella che è stata definita dai critici la “diplomazia del debito”. L’egemonia finanziaria cinese punta in tutto il mondo a crearsi dei nuovi alleati “vassalli” sotto le dirette dipendenze di Pechino.

 

Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, il 2 marzo, ha partecipato insieme al suo omologo pakistano, Shah Mehmood Qureshi, alle celebrazioni virtuali per il 70esimo anniversario dell’allacciamento delle relazioni diplomatiche tra Pechino e Islamabad.

 

Dopo aver ricordato la lunga amicizia che lega la Cina e il Pakistan, Wang ha ricordato che, al momento, la costruzione del corridoio economico sino-pakistano sta progredendo con grande rapidità, simboleggiando il legame esistente tra le parti. Per Wang, è estremamente importante che Cina e Pakistan si attengano alla sua costruzione. Secondo il ministro cinese, i due Paesi devono approfittare del 70esimo anniversario delle relazioni diplomatiche per aumentare il loro livello di cooperazione, alla luce degli interessi reciproci e anche rispetto a questioni regionali e internazionali.

 

Anche il ministro degli Esteri di Islamabad ha elogiato i risultati ottenuti dalla cooperazione sino-pakistana e si è congratulato con la Cina per aver sollevato circa 800 milioni di persone dalla povertà. Per Islamabad, il partenariato con Pechino è stato fondamentale per la pace, la stabilità e lo sviluppo regionale. Qureshi ha ricordato che il Pakistan si attiene al principio “una sola Cina”, sostiene l’iniziativa delle Nuove Vie della Seta e ritiene che il corridoio economico sino-pachistano ne diventerà un esempio di sviluppo di alto livello.

 

Da un lato, Islamabad cerca di sfruttare il capitale finanziario, la capacità di produzione e il know-how tecnologico della Cina, per migliorare le sue infrastrutture e promuovere una crescita economica sostenibile. Dall’altra parte, Pechino intende ottenere un collegamento con il Mar Arabico in una rotta commerciale alternativa allo Stretto di Malacca, che fungerà da contrappeso alla potenza dell'India e degli Stati Uniti nell'asse Asia-Pacifico.

 

Un Pakistan più prospero e stabile aiuterà anche a stabilizzare la provincia cinese dello Xinjiang; dove Pechino reprime la minoranza musulmana uigura. In risposta, i militanti uiguri hanno lanciato una violenta campagna per creare uno stato indipendente, spingendo la Cina a intensificare le misure repressive.

 

Arif Alvi è presidente del Pakistan dal 2018. Con il suo Movimento per la Giustizia, cerca di conciliare nazionalismo e Islam, puntando nella solida alleanza con la Cina per modernizzare il Paese e contrastare il vicino indiano.

 

Il Pakistan, sempre più lontano dalle “petromonarchie” filo-indiane della penisola araba, punterà tutto sulla nuova linea ferroviaria transnazionale, la quale vedrà collegare Istanbul, Teheran e Islamabad; consentendo così all’alleato cinese di raggiungere, tramite Iran e Turchia, l’Europa.

 

I costi di un simile collegamento saranno suddivisi tra Pechino e Islamabad, e andranno a coprire le spese per adattare i binari dei 2.655 km di ferrovie del Paese, per consentire ai treni pakistani di raddoppiare la propria velocità di marcia, arrivando a 165 km orari.

 

A questo punto appare evidente come, sia la Russia con i suoi gasdotti, che la Cina, con le sue nuove “vie della seta”, puntino ad affermarsi come mere potenze terrestri lungo l’asse continentale euroasiatico. Ignorando, o peggio scappando, dalle proprie lacune in ambito marittimo. Esse dimenticano la grande lezione della Storia, che da sempre vede trionfare solo le potenze talassocràtiche.

 

Insomma, per superare gli Usa, quella che la Cina ha davanti è ancora “una lunga marcia”.

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Articolo pubblicato il 10/03/2021