US Space Force : La potenza americana passa anche dallo spazio

Vi raccontiamo l’importanza strategica della prima Forza Armata dello spazio

Era il 20 dicembre 2019 quando il Presidente Donald Trump annunciava la prima Forza Armata della storia umana operante nello spazio.

 

Nonostante gli Usa continuino a garantire il proprio dominio globale tramite il controllo dei mari e degli stretti, una talassocrazia moderna non può fare a meno di dominare gli oceani senza avere il pieno controllo dei cieli e dello spazio. Da qui l’uso sempre più frequente nella NATO di droni, caccia multiruolo di ultima generazione e di satelliti che supervisionino lo spazio aereo.

 

In piena guerra fredda, già negli anni ‘70 e ‘80, ci fu un numero sempre maggiore di missioni militari spaziali e satellitari. Da qui la crescente necessità di disporre di una nuova forza armata spaziale. “Sempre al di sopra”, questo il motto della nuova US Space Force, pronta ad integrare la guerra elettronica del cyberspazio con tutte le operazioni satellitari del nuovo millennio.

 

La futura guerra terrestre ed elettronica non può fare a meno di essere integrata con una corrispettiva guerra spaziale. Ciò che sembrava fantascienza ora è realtà. Il controllo dello spazio con satelliti e navicelle spaziali è vitale per contrattaccare futuri attacchi missilistici ed elettronici da terra.

 

Ma vediamo più da vicino la prima forza armata spaziale della Storia.

La US Space Force si occupa di conciliare i vecchi programmi spaziali della US Air Force(aeronautica USA) con la nuova guerra del millennio, fatta di: satelliti, attacchi informatici e droni.

 

Secondo John Raymond, comandante in capo della Space Force, lo spazio è diventato “un campo di competizione commerciale e militare” e rappresenta la nuova frontiera della guerra contemporanea.

 

Le costellazioni di satelliti svolgono un ruolo fondamentale per quel che attiene le comunicazioni e la navigazione. Allo stesso modo sviluppare sistemi di sorveglianza satellitari efficienti rappresenta la prospettiva migliore per difendersi dalle minacce missilistiche.

 

Già nel marzo del 2020, la nuova Forza Armata Usa ha portato nello spazio l’AEHF, un satellite atto a garantire le comunicazioni sicure. Tuttavia, la militarizzazione dello spazio potrebbe portarci in un futuro scenario dove la guerra spaziale diventi una realtà. Le armi ipersoniche e i missili antisatellitari(ASAT) di cui Russia, Cina e Stati Uniti dispongono, sembrano indicare che si stia andando proprio verso quella direzione.

 

In questo senso lo sviluppo di veicoli spaziali in grado di operare nel cosmo, raccogliere informazioni e potenzialmente colpire satelliti nemici, rappresenta un primo passo verso quelle future guerre galattiche che prima potevamo vedere soltanto nei film hollywoodiani.

 

I membri della Space Force si chiamano “guardiani”, in onore del motto della Air Force Command, il comando interno dell’aeronautica americana che si occupava dello spazio.

 

Per ora la nuova forza armata galattica è costituita da circa 2500 astronauti “guardiani” operanti nello spazio, coadiuvati da 16 mila militari in totale, suddivisi in microunità definite “navicelle”, di cui il massimo grado al comando sono i sergenti dello spazio; ovviamente tutti coordinati da un unico comando centrale, il Capo (CSO) e il Vicecapo delle Operazioni spaziali(VCSO), i quali insieme al generale più anziano dello spazio, il “Chief Master Sergent of the Space Force”, risiedono presso il Pentagono.

 

Sembra che questa nuova forza militare, addestrata per le guerre orbitali e gli allarmi missilistici, stia progettando dei nuovissimi microsatelliti di ultima generazione. L’intento è di fornire agli ufficiali militari Usa delle immagini satellitari più dettagliate in tempi rapidissimi, col fine di intercettare possibili minacce cinesi e russe, sia elettroniche che aerospaziali.

 

Con questa scelta geostrategica, gli Stati Uniti puntano a confermarsi come unica potenza globale per i prossimi decenni.

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Articolo pubblicato il 12/03/2021