La svolta di Draghi

Il Presidente del Consiglio: “Questo è un anno in cui non si chiedono soldi, si danno”

ll Consiglio dei ministri ha approvato, nella serata di ieri, il Dl sostegni che è il primo provvedimento economico di Mario Draghi. “Il decreto sostegni si muove sui margini definiti dallo scostamento di gennaio.

 

Ci sono cinque linee di intervento: imprese, interventi di sostegno al lavoro e contrasto alla povertà, salute e sicurezza. Poi ci sono interventi per istruzione, turismo e agricoltura”.

 

Il decreto prevede “cinque miliardi per salute e sicurezza”. Di questi “2.8 miliardi sono per l’acquisto di vaccini e farmaci poi ci sono i fondi utilizzati per la logistica e un intervento per creare un fondo per la produzione di vaccini in Italia”. 

 

Così il premier Mario Draghi in conferenza stampa, al termine del Cdm. "Siamo consapevoli che si tratta di un intervento parziale e per questo" c'è l'ipotesi di "un secondo stanziamento in occasione della presentazione del Def", ha aggiunto. Ora "è necessario accompagnare le imprese e i lavoratori nel percorso di uscita dalla pandemia, questo è un anno in cui non si chiedono soldi, si danno soldi, verrà il momento di guardare al debito ma non è questo il momento, di pensare al Patto di stabilità", ha spiegato Draghi in conferenza stampa, la prima da presidente del Consiglio.

 

"I pagamenti inizieranno l'8 aprile per chi avrà fatto domanda, quindi 11 miliardi entreranno nell'economia nel mese di aprile", ha quindi sottolineato Draghi aggiungendo che si tratta di "un "intervento significativo nei confronti dei meno abbienti, di coloro che hanno perso il lavoro e i sussidi di disoccupazione. Quindi si pensa a un'estensione del reddito di emergenza sia della platea sia degli importi stanziati". Con il decreto saranno distribuite in tutto "risorse per 32 miliardi di euro a imprese, lavoratori, scuola, sanità e turismo invernale.

 

Una grandissima iniezione di fiducia per le attività e le partite iva colpite dalle chiusure degli ultimi mesi. “Sulle imprese c'è una parte destinata al ristoro o indennizzo delle imprese che operano nella montagna, molte poste di questo decreto sono indirizzate al turismo e c'è un provvedimento molto importante per gli autonomi per tutti i lavoratori inclusi i lavoratori del settore agricolo, con decontribuzione da due miliardi e mezzo, abbiamo aggiunto un miliardo e mezzo al miliardo precedentemente" stanziato, ha detto ancora Draghi ricordando che "il turismo è il settore più colpito e vale veramente la pena continuare a investire, perché a fine pandemia tornerà, perché fortunatamente è l'Italia, quindi quella del turismo è un'industria prospera e in grado di occupare molte persone".

 

Quanto allo stralcio delle cartelle "questo in effetti è un condono, ma di multe di oltre 10 anni fa, che noi abbiamo contenuto nell'importo di 5000 euro" che al netto di sanzioni varie "corrispondono circa a 2500 euro" e "dentro un tetto, uno scaglione di reddito per cui questo azzeramento" permette "all'amministrazione di perseguire la lotta all'evasione in modo più efficiente".

 

"E' chiaro che in questo caso qualcosa non funziona se uno Stato permette l'accumulo di milioni di cartelle che non si riescono ad esigere e per questo" nel decreto è prevista "una modifica delle norme della riscossione, in altre parole ci vuole una riforma -spero piccola- del meccanismo di controllo e scarico delle cartelle". "Il fatto di accedere a un condono non elimina il problema, permette un piccolo sollievo ma un vero sollievo viene da una riforma del meccanismo", se si deve fare un condono "si deve fare per una parte piccola della platea dei contribuenti e forse quella che ha meno disponibilità e per importi molto limitati".

 

Dopo un braccio di ferro durato ben due ore e mezzo, nel pomeriggio di ieri, sarebbe passata la proposta di mediazione sul nodo cartelle avanzata dal ministro Daniele Franco e del premier Mario Draghi, dubbioso su una sanatoria di ampio respiro. Dunque sì alla cancellazione di vecchie cartelle, ma solo con un reddito Irpef che non superi i 30mila euro.

 

Il colpo di bianchetto sulle cartelle varrà fino al 2011, mentre inizialmente avrebbe dovuto coprire il periodo 2000-2015. Fino al 2015, è la mediazione raggiunta in Cdm, la cancellazione dovrebbe essere legata alla riforma per l'efficientamento del sistema della riscossione chiesta da Lega e Fi. Il ministro dell'economia e delle finanze, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore del presente decreto, presenta al Parlamento per le conseguenti deliberazioni una relazione contenente i criteri per procedere alla revisione del meccanismo di controllo e di discarico dei crediti non riscossi".

 

Per quel che mi riguarda la scuola sarà la prima a riaprire quando la situazione dei contagi lo permetterà. Sarà la prima attività a essere riaperta, riprendendo perlomeno la frequenza scolastica fino alla prima media", ha sostenuto il premier.

 

Prosegue la disciplina emergenziale per quel che riguarda il lavoro, con delle distinzioni. Lo stop ai licenziamenti va avanti per tutti fino al 30 giugno. “Si interrompe il trattamento eccezionale del blocco dei licenziamenti per chi ha strumenti autonomi di cig ordinaria e si prosegue fino all’autunno per chi non ce li ha”, ha detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando. “Ci saranno “interventi per i lavoratori di Ilva e trasporto aereo così come prosegue il sostegno per i lavoratori fragili”, ha aggiunto l’esponente Pd.

 

I provvedimenti a favore del turismo montano e dei lavoratori stagionali ed autonomi, rappresentano una boccata d’ossigeno per il Piemonte . Tra i primi commenti, l’eurodeputato Alessandro Panza, dichiara: “ Con la nuova manovra il Governo ha varato 700 milioni destinati alla montagna, con indennizzi concreti anche per i lavoratori stagionali, per gli autonomi, per il settore agricolo e per le attività turistiche. Un buon inizio – prosegue Panza,  con l'auspicio che questa cifra aumenti ancora nel passaggio al parlamento”.

 

Per le “Terre Alte” è stato messo a disposizione un apposito capitolo del Dl sostegni, dove sono previsti contributi ai maestri di sci che erano stati praticamente dimenticati dal precedente Governo. “Ci sarà sicuramente da fare un lavoro importante in concerto con le Regioni, conclude l’eurodeputato, per stabilire criteri oggettivi per l'allocazione di queste risorse, ma certo questa manovra segna un passo importante nel riconoscere dignità alle terre di montagna, soprattutto a chi in montagna fa impresa, puntando a far ripartire le aziende del nostro Paese, senza lasciare indietro nessuno”.

 

La parola d’ordine pare indubbiamente sia diventata la concretezza. L’era delle conferenze stampa fiume costruite sul nulla dell’imbonitore Conte,  sono ormai archiviate e dimenticate.

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 20/03/2021