Scatta l’ora legale : Ma l’Europa del Nord è contraria

Da domenica 28 marzo tutta Europa avrà l’ora legale, ma potrebbe essere l’ultima volta.

Stanotte, dopo le 2 di domenica, avremo tutti le lancette degli orologi spostate in avanti, dalle 2 alle 3. Questo regime temporale durerà fino a domenica 31 ottobre, quando alle 3 di notte ritornerà l’ora solare.

Si dormirà un’ora in meno, ma le giornate si allungheranno.

 

Nelle società antiche, prima della diffusione degli orologi, l'organizzazione delle civiltà agricole non si basava su bioritmi fissi, come nelle moderne civiltà industrializzate. I contadini, che costituivano la grande maggioranza della popolazione, si alzavano sempre all'alba seguendone inconsciamente il progressivo anticipo in primavera o ritardo in autunno: nella Roma antica la cosiddetta “Ora Prima” era sempre quella che seguiva il sorgere del sole, indipendentemente dall'istante in cui questo evento astronomico si verificasse. Nell'età contemporanea l'espediente dell'ora legale non fa che riprodurre almeno in parte questo antico spostamento dei bioritmi umani a seconda delle stagioni.

 

L'ora legale introdotta in Primavera ha come scopo quello di consentire un maggiore risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell'illuminazione elettrica.

 

Terna, la società in Italia responsabile della gestione dei flussi di energia elettrica, ogni anno stima il notevole risparmio consentito dall'adozione dell'ora legale. Al considerevole risparmio energetico ne segue un aumento altrettanto importante nei consumi, il quale ogni anno espande la domanda aggregata del PIL italiano.

 

Ma se l’Italia è favorevole, sembra che i paesi del nord Europa siano di tutt’altro avviso. Infatti, a favore dell’abolizione dell’ora legale si sono schierati i Paesi dell’Europa settentrionale, con paesi Scandinavi e Polonia in testa: la loro posizione geografica, più vicina al Circolo Polare, regala comunque giornate estive lunghissime e un breve intervallo di buio: il risparmio sulla bolletta elettrica in questi casi è irrisorio e, in effetti, non giustifica il sia pur minimo sforzo di adattamento richiesto dal cambio di “fuso orario”.

 

Il Parlamento Europeo, prendendo in esame le richieste del Nord Europa, ha approvato la proposta di abolizione del passaggio stagionale all’ora estiva a partire proprio da quest’anno. Questo spostamento di lancette potrebbe essere l’ultimo infatti.

 

Come evidenziato in precedenza, l’ora legale risulta invece molto vantaggiosa per i Paesi mediterranei, tra cui l’Italia.

Quest’ultima, ha infatti depositato a Bruxelles una richiesta formale per conservare il doppio orario.

Come noi anche Liechtenstein, Andorra, Monaco, San Marino, Svizzera e Città del Vaticano.

 

La Francia dal canto suo sembra disposta a mantenere solo l’ora legale, dimostrando notevole attaccamento verso l’idea che ebbe origine proprio nella loro patria da Benjamin Franklin. Insieme alla République sembrano essersi schierati anche la Germania, la Finlandia e i Paesi baltici.

 

In ogni caso, il Parlamento Europeo ha abolito l’obbligo di passare dall’ora estiva e quella invernale. La partita tuttavia è ancora aperta e la competizione fra stati europei sembra spostarsi dall’ambito economico a quello temporale, dai titoli di stato alle lancette di orologio. Nei prossimi mesi potremmo assistere all’epilogo di questa lotta incentrata sulla “geopolitica delle lancette”.

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Articolo pubblicato il 27/03/2021