Governo. Vergogne di Stato

Sbloccati 24,7 miliardi per stipendi Alitalia….

Facciamo un rapido esame di memoria e ripercorriamo i titoli dei giornali degli ultimi mesi.

- Proroga mensile o quindicinale delle segregazioni dei cittadini, con l’inspiegabile discriminazione tra alcune attività economiche e commerciali.

- Nel mentre le cronache documentano folle strabocchevoli sui lungomari e calche nei centri storici delle città. Tutti risultano indenni, pur propagando potenzialmente il contagio, salvo lo sfigato cittadino isolato che con mascherina indossata, varca per necessità i confini di qualche comune e viene pizzicato da un ottuso vigile urbano, che non è in grado di classificare il comportamento del malcapitato, nel combinato disposto di una farraginosa disposizione, incuneata nei DPCM scritti con i piedi.

- Vaccinazioni, altro tormentone. I bollettini sono trionfalistici, ma poi il giornale di guerra segna pesanti perdite. Dove di reperiscono locali e medici mancano i vaccini, o arrivano quelli sbagliati. Se ci sono i  vaccini, mancano i vaccinatori. Ed il risultato tragicomico non cambia.

Per la verità è cambiato il manovratore, ma la musica ed il terrorismo mediatico non da tregua in quanto i burocrati di riferimento, a partire dal ministro, sono rimasti i medesimi.

Ci sono categorie di cittadini allo stremo sotto l’aspetto psicologico ed a causa dei mancati o tardivi ristori, dopo che lo Stato, in modo becero ha limitato e continua a limitare l’esercizio di attività economiche e commerciali.

Ma di fronte a questi scenari inquietanti e, sino all’anno scorso inimmaginabili, si scopre che il vero e vergognoso scempio dello Stato miope e sprecone, per alcuni continua ed in modo ancor più offensivo.

Basta un nome che somiglia a una bestemmia: Alitalia!

Vettore nazionale del trasporto aereo ove sindacati, lobby e politici hanno sempre banchettato alla grande. Pessima gestone perpetrata negli anni, strapotere sindacale, scelte imprenditoriali errate e stipendi ed organici incomparabili con le principali compagine del mondo. L’utente pagante e scontento, è l’ultimo elemento che viene preso in considerazione.

Da anni, valutato il deficit ormai stratosferico ed il fatturato in declino, se ne parla su come lo Stato avrebbe potuto liberarsene, ma poi la logica del tanto peggio tanto meglio, continua a prevalere e le clientele risultano insopprimibili. Oggi,  pur con un governo che dovrebbe basarsi su logiche differenti, la musica vergognosamente non cambia. E notizia dei giorni scorsi: “Sbloccati 24,7 miliardi per stipendi Alitalia”

Stipendi ricevuti a ufo, perché la compagnia praticamente non vola, quindi il personale non lavora. Ma a differenza del commerciante e di tutti coloro che non possono lavorare per scelta governativa e non riescono a pagare affitto e luce…, i dipendenti Alitalia, vengono lautamente retribuiti. Da un lato c’è la pandemia, gestita con toni fatalistici e risultati pessimi, dall’altro il perpetrarsi della mala-gestione governativa che non turba i sonni di chi ci governa.

Dipendenti Alitalia, pubblici, privati di grandi organizzazioni da una parte. Dall’altra i cosiddetti autonomi. I primi garantiti, i secondi disperati… che pagano le tasse per garantire gli stipendi ai nullafacenti pubblici.

Un pentolone in ebollizione, in parte già esploso e che chi ci governa non ha voluto affrontare in termini di equità, partendo dal presupposto che tutti siamo uguali davanti alla legge, inclusa quella che dovrebbe consentirci di sopravvivere alla pandemia.

Per schifarci maggiormente e deprecare la furia devastatrice dello Stato, rileggiamo pari pari il comunicato dell’Ansa: “Abbiamo fatto il mandato di cassa all’amministrazione straordinaria in modo che nei prossimi giorni possano essere pagati gli stipendi ai lavoratori Alitalia”.

Lo afferma all’ANSA il sottosegretario al Tesoro, Claudio Durigon, al termine dell’incontro con una delegazione sindacale, spiegando che sono stati sbloccati dal ministero i 24,7 miliardi di ristori autorizzati dalla Commissione europea. “Cercheremo insieme agli altri ministeri dei tavoli di confronto per far partire al più presto il piano di Ita”, aggiunge Durigon. “Stiamo combattendo con la Vestager – conclude – per far capire l’importanza di avere una nostra compagnia”.

Compagnia da bandire. Ma fino a quando le logiche romane riusciranno a prevalere sulle effettive necessità del Paese? Le contraddizioni, più prima che poi scoppieranno e con ciò la vergogna di continuare a mantenere  una compagnia di trasporto inutile, per le logiche che la sovrastano, con tutti i suoi manutengoli appollaiati e supponenti.

Qualcuno se ne sta rendendo conto?

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 03/04/2021