Mathi (TO) Un ricordo del Maestro Mario Balma
Mario Balma

Dalle Ferriere all’Aeritalia, per approdare tra “ I sei delle Valli di Lanzo”

C’è un filo conduttore che unisce i figli di questa laboriosa terra che ha esportato in Piemonte e nel mondo teste pensanti e ingegnosi protagonisti della nostra civiltà, sin dai secoli scorsi. Ci imbattiamo nelle biografie e nei ricordi delle famiglie epocali di Mathi, Balangero e Lanzo, senza tralasciare le suggestive contrade delle Alte Valli. Si chiamano, Airola, Balma, Bosso, Gisolo,  Remondino, per citarne alcune, e ci troviamo a percorrere il filone dei frutti dell’ingegno.

Ragazzi che sin dalla tenera età hanno percorso dapprima i sentieri della necessità, con onore, per poi primeggiare nell’imprenditoria, nell’arte o solcare le conquiste della scienza, anche al di là dell’Oceano ove a distanza di anni sono ricordati per aver impresso segni indelebili e  lasciati  retaggi contrassegnati da probità  ed ingegno.

Oggi, a tre mesi dalla dipartita, tracciamo un convinto e doveroso ricordo di   Mario Balma, artista mathiese schivo e preparato che nasce a Venaria Reale il 9 Dicembre del 1933.

Dopo la scuola dell’obbligo, inizia giovanissimo il duro lavoro, come operaio presso le acciaierie e gli alti forni delle Ferriere Fiat.

E’ ambizioso e consapevole del destino che l’impegno potrà riservargli. Cercando di migliorare la situazione lavorativa, non sceglie scorciatoie, ma studia alla sera dopo il lavoro e si specializza in disegno tecnico e industriale nel 1955.

Valutata la sua preparazione, viene trasferito in Fiat Avio e poi in Aeritalia, nella Divisione Aerei da Combattimento, presso lo stabilimento di Caselle Torinese.

Qua vive gli anni della contestazione studentesca e l'autunno caldo; il periodo della storia d'Italia che prese consistenza dall'autunno del 1969 e portò alla nascita dello "Statuto dei Lavoratori".

Mario in quel periodo è tra i trascinatori del nascente movimento operaio all'interno dell’azienda, e la sua convinzione nella tutela dei diritti della classe operaia lo porta ad entrare nel sindacato e a diventare attivista del Partito Socialista Italiano. I suoi punti di riferimento politici erano Pietro Nenni e Sandro Pertini. E’ un riformista e si riconosce in quei valori di cui tanto oggi si sente necessità.

In quel periodo Mario prese sempre più consapevolezza del cambio epocale che si stava vivendo, e i valori che lo ispiravano erano il rispetto e l'uguaglianza  dei diritti delle persone.  Molti si ricordano di lui per l'impegno e l'aiuto disinteressato che profuse verso gli altri.  La sua correttezza e talvolta rigidità morale, sicuramente gli ostacolarono la carriera e l’incremento dello stipendio, ma non se ne lamentò mai. Non era un evirato cantore, come purtroppo molti in quella stagione, ma etica e ragione contrassegnavano il suo agire. Dal sindacato al perseguimento del Bene comune può essere il filo conduttore del proseguimento del suo impegno a favore degli altri.

Negli anni ‘70 partecipò alle elezioni comunali nel paese di Mathi, dove venne eletto e assunse la carica di Vicesindaco.

In quegli anni, con la giovane amministrazione comunale, portò avanti più iniziative, in collaborazione con le varie associazioni, per dare visibilità alle competenze ed eccellenze locali. Venne ad esempio iniziata la tradizione della Fiera dell'Artigianato e degli hobby locali, che portò pubblicità, consapevolezza e soddisfazione nella popolazione, oltre che notorietà alla ridente cittadina canavesana.

Divenne segretario della sezione locale del Partito Socialista, ma durante la prima metà degli anni '80, resosi conto della deriva politica e della corruzione generalizzata all'interno delle sfere nazionali del PSI, restituì la tessera del partito.

Andò in pensione nel 1987 e, da quel momento, iniziò per lui un significativo cambio di vita.  Aveva bisogno di incanalare la sua energia creativa e culturale e, probabilmente per la vicinanza e amicizia con l'artista mathiese e scultore Quinto Airola, si avvicinò all'arte. Gli era sempre piaciuto disegnare, ma prima l’aveva mai considerata come una passione.

Tramite una serie di passaggi da autodidatta, e poi sotto la guida del maestro Cleo Zanello, iniziò velocemente a produrre quadri caratterizzati da originalità e potenza espressiva. Tali che La Stampa nei primi anni '90 ha qualificato la sua opera, in merito a una esposizione di pittura nazionale, come "oasi in un deserto".

La sua passione artistica e culturale lo vedono fondare con il grande amico e maestro di acquarello Franco Gianone, l’associazione SuperArte a Balangero, che diventerà un punto di aggregazione e didattica per le nuove generazioni di artisti locali.

Nella metà degli anni '90, nasce la formazione che divenne nota come "I sei delle valli di Lanzo", sei artisti che hanno portato il nome delle nostre valli in tutta Italia e all'estero. Forse, nella migliore tradizione del "nemo propheta in patria", più apprezzati all'esterno delle Valli che in casa.

L'attività artistica è proseguita sino alla fine della sua esistenza, con fasi alterne. Un periodo di depressione lo ha influenzato nei colori e nei temi, che hanno sempre rappresentato lo specchio della sua anima e dei suoi sentimenti, spesso difficili, talvolta contraddittori. La difficoltà di far comprendere l'astrattismo delle sue tele da parte della popolazione locale, sicuramente ancora legata al disegno figurativo. La difficoltà di comprendere la direzione di una società ripiegata su se stessa, l'egoismo emergente, la mancanza di chiari ideali. Ma la sua speranza in un mondo dei giovani, delle nuove generazioni e del vero cambio di paradigma, verde, pulito, onesto, rispettoso, giusto.

Viveva da solo, in compagnia della inseparabile cagnolina Kira. Quando nell'ultimo mese e mezzo venne ricoverato in ospedale, Kira lo attese invano, sempre distesa nella culla. Due settimane dopo la sua dipartita, si lasciò morire per raggiungerlo.

La sua opera è stata apprezzata ed il suo nome compare in cataloghi prestigiosi. Ma la semplicità tipica degli uomini grandi, l’ha sempre tenuto lontano da trionfi effimeri.

Mario era una persona seria ed è un Grande.

Oltre alle affermazioni artistiche, con la sua probità e le sue intuizioni, nell’’impegno politico ha contribuito a far conoscere la sua terra. I nativi di queste valli, sin dall’antichità, hanno affermato l’anelito di libertà sfociato anche nella fierezza dell’ Autonomia, radicata e profonda, ma forse, per la loro genuinità, poco compresa da coloro che su questi temi si sono solamente riempiti solo la bocca.

La discrezione è una qualità incomparabile e tra i conterranei di Mario Balma  ne rintracciamo le radici.

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Articolo pubblicato il 04/04/2021