Moncalieri (TO) - "Il gallo di Moncalieri"

Follie ai tempi del Covid

“Sono tempi strani. Dopo un anno che ci ha messo tutti a dura prova con questo Coronavirus che continua a funestare il mondo intero come ben sappiamo, quello che non ci voleva era perdere il sonno tutte le notti da mesi!”.

Così esordisce Marisa (nome di fantasia a tutela della privacy), portavoce di un gruppo di cittadini di Borgo Mercato, nel racconto di una situazione che non esitiamo a definire grottesca.

I cittadini sono praticamente vittime delle manifestazioni canore di un gallo che dal dicembre del 2020 ha eletto il proprio domicilio privato presso il cortile di un condominio che si affaccia sui giardini pubblici di Via Juglaris.

Curioso è anche il fatto che da allora nessuno ha vantato una qualsiasi forma di “parentela” nei confronti di questo bell’esemplare di galletto americano  “dalle penne sgargianti e colori vivaci, piccolo di statura ma possente di ugola”.

“Nessuno sa da dove sia arrivato – ci ha riferito ancora Marisa - se portato da qualche annoiato cittadino, deciso a dare un tocco folkloristico a un giardino condominiale in un anno particolarmente nero, o giunto lì motu proprio. Sta di fatto che ha trovato chi lo coccola e lo rimpinza e siamo convinti che da lì nessuno lo schioderà più”.

Marisa ci ha poi raccontato come il vivace pennuto dorma appollaiato su un pino a pochi metri dalle camere da letto del palazzo dove ella risiede:

“E naturalmente canta, com’è nella sua natura, dalle 4 del mattino in avanti, talvolta ininterrottamente fino a sole bello alto. Un meraviglioso quadretto bucolico! Sarebbe perfetto se noi avessimo scelto di vivere in campagna e lavorare la terra; se non fosse invece che viviamo in un centro urbano, di notte dormiamo e di giorno lavoriamo. Lavorare oggigiorno è una benedizione, ma non poter più riposare per il canto di un gallo molto meno”.

E nulla hanno scaturito telefonate, mail, esposti, lettere, foto segnaletiche del gallo a tutti gli organi ufficiali del Comune e dello Stato; Marisa ricorda come siano giunte risposte piuttosto vaghe quali: “Telefoni domani”, “Protocolli l’esposto”, “Sì, ce ne stiamo occupando”, “Non se ne occupa il Comune ma la Città Metropolitana”, “O forse è la Regione”, “Chiami il Tizio”, “Il Caio sa ma non fa”,“Non è competenza di Sempronio”, fino al più totale silenzio”. 

Intanto le settimane passano e le notti insonni pure.

“Chiediamo perciò aiuto anche alle associazioni animaliste – ha aggiunto Marisa -  ma la risposta o è stata picche o : in fondo il gallo sta meglio lì invece che in una fattoria dove forse gli tireranno il collo. Sigh!”.

“Ho la strana impressione – ha chiosato Marisa - che tutti sanno e nessuno se ne occupa. Inoltre mI stupisce e preoccupa che nel pieno centro di una borgata di Moncalieri un incolpevole gallo, forse giunto per caso, sia oggi trattenuto lì dalla superficialità umana causando gravi danni a chi rivendica solo il diritto al riposo”.  

La portavoce dei residenti di zona insiste con vena polemica:

“Insomma, i Ponzio Pilato (tanto per restare in tema pasquale!) che dovrebbero governare appunto, come il loro, purtroppo, illustre ispiratore, continuano a lavarsene le mani.  A un povero gallo è stata data la licenza di uccidere, perché la reiterata privazione del sonno causa irreparabili danni neurologici”.

Marisa ha voluto ricordare a quest’ultimo proposito:

“Lo sanno bene gli abitanti di San Salvario e di Vanchiglia. E a proposito di San Salvario e della recente sentenza della Cassazione, la condanna al comune di Torino per i danni provocati ai suoi cittadini, che invece sarebbe dovere di un sindaco evitare, riaccende un piccolo lume. E in questi tempi strani, anzi oscuri, è davvero tanta roba!”.

Ritornando al “gallo”, rammentiamo che Il quartiere oggetto della nostra cronaca non è rurale e pertanto il canto del gallo in un contesto cittadino, e a distanza molto ravvicinata, è tale da compromettere il riposo notturno con 250/300 canti dalle 4:30 del mattino fino alle 8 come ci è stato riferito.

“Avremmo bisogno di essere aiutati – ha concluso Marisa - perché, un gallo va rispettato, sicuramente, ma non può, e non per colpa sua, arrecare un inequivocabile disturbo; non ci pare giusto né che viva fuori dal suo habitat naturale né che corra il rischio che qualcuno, molto meno paziente di noi, decida di risolvere in modo poco civile questa questione che si trascina da mesi. Forse questa notizia non è di nessun conto e, in un momento veramente tragico per il paese intero, pare persino grottesca, ma proprio perché in questo quartiere ci sono persone già provate da un anno di pandemia, con problemi di salute, di lavoro, ecc. aggiungere questa forma di tortura che ci priva del sonno è solo crudele”.

 

 

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Articolo pubblicato il 14/04/2021