Don Paolo Albera, Sacerdote Salesiano sulle orme di Don Bosco

La povera campagna di None, nel torinese, il 6 giugno 1845 ha dato i natali a Paolo Albera, secondo Rettor Maggiore dei Salesiani, successore di Don Michele Rua di cui vi ho parlato recentemente.

Paolo nasce in una famiglia povera materialmente ma estremamente ricca nello spirito. Settimo di sette figli cresce tra le campagne torinesi durante il giorno e al focolare della fede la sera con la mamma ed il papà. Da questa casa molto cattolica escono quattro vocazioni, una più bella dell’altra. La sorella Francesca si fa suora tra le Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli; il fratello Luigi si fa sacerdote tra i Preti della Missione di San Vincenzo de Paoli; il fratello Lodovico si consacra nell’Ordine dei Frati Minori di San Francesco d’Assisi.

Paolo, invece, manifestato al suo parroco il desiderio di seguire e servire il Signore nella Chiesa, viene portato da don Bosco. Don Matteo Abrate, parroco di None, ritiene che Paolo abbia una vocazione molto simile a quella dell’astigiano fondatore della Congregazione Salesiana e la storia dimostrerà che aveva visto giusto.

La Congregazione Salesiana era nata formalmente nel dicembre del 1859 e il 1° maggio 1860 Paolo Albera – su sollecitazione di don Bosco stesso – entra nella Congregazione per la formazione e il cammino di discernimento. Dai documenti presenti negli Archivi Salesiani non sappiamo se Paolo facesse parte, come molti dei primi figli di don Bosco, della “Compagnia dell’Immacolata” ma sappiamo sicuramente che egli aveva una devozione radicata e profonda alla Santa Vergine.

Don Bosco si affeziona da subito al quindicenne Albera e tra loro nasce un profondo legame spirituale che non si scioglierà mai. Don Bosco era solito fare sogni premonitori e nella notte fra l’1 e il 2 maggio 1861 ne fa uno in cui “vide una moltitudine di giovani alcuni dei quali portavano una lucerna in mano per far lume anche in pieno mezzogiorno. Sono coloro che sarebbero stati di buon esempio agli altri operai del vangelo e con questo devono illuminare il clero. Fra essi era Albera Paolo il quale, oltre avere la lucerna, suonava eziandio la chitarra; e ciò significa che mostrerà la via ai sacerdoti, e farà loro coraggio per andare avanti nella loro missione”. (Memorie Biografiche di San Giovanni Bosco, Volume VI, paragrafi 898 e 910) Paolo Albera, solo sedicenne, nella mente di don Bosco era già un futuro Direttore delle Case Salesiane.

Nel 1863 don Bosco invia il giovane Paolo al Collegio di Mirabello dove si perfeziona negli studi. Nel 1865 ottiene il Diploma Magistrale e poi va all’Università di Torino dove consegue l’abilitazione per insegnare al ginnasio inferiore. Nel 1868 viene ordinato Sacerdote e il 19 settembre 1869 fa la professione perpetua a Trofarello direttamente nelle mani di don Bosco.

La sua vita sacerdotale inizia subito con importanti incarichi. Don Bosco ha ben impresso nella memoria il sogno fatto. Don Albera parte alla volta di Genova dove dirige l’Ospizio Marassi che dopo solo un anno verrà spostato a Sampierdarena. Da questa importante casa salesiana partiranno in futuro decine di Salesiani destinati alle terre di missione.

A Sampierdarena don Albera fa cose importantissime, con l’aiuto di pie donne e benefattori amplia l’Ospizio, fonda una tipografia per insegnare un lavoro ai giovani e lì, nel 1877, inizia la stampa de “Il Bollettino Salesiano”. Le sue grandi doti gestionali unite ad una profonda vita di preghiera spingono i superiori ad inviare don Albera a Marsiglia con l’incarico di Ispettore Salesiano delle tre Case di Francia.

In soli dieci anni di permanenza in territorio transalpino non solo accresce e solidifica le tre case ma ne fonda altre dieci. Quando nel 1881 don Albera lascerà Marsiglia per tornare a Torino in qualità di Direttore Spirituale della Società Salesiana nelle tredici case salesiane d’oltralpe si diceva: il “piccolo don Bosco” torna in Italia.

Don Michele Rua, primo Rettor Maggiore della Congregazione, lo manda a visitare le Case Salesiane delle Ispettorie lontane da Torino. In pochi anni don Albera non conosce sosta e va in Francia, Algeria, Terra Santa, Sicilia, Belgio, Spagna e di nuovo in Francia. Qui conosce tanti giovani Salesiani e porta loro il vero ed autentico spirito di don Bosco. Nel 1903 don Rua lo invia in America dove visita le Case Salesiane di Messico e Stati Uniti. Rientrato in Europa va in Austria, Polonia, Spagna, Francia e in Tunisia.

Don Rua vede in don Albera un fedele compagno di viaggio e gli affida gli incarichi più complessi e delicati. Innanzitutto, gli comanda di scrivere un Manuale per la Formazione dei Direttori delle Case Salesiane che ancora oggi è tenuto in alta considerazione dalla Congregazione. L’ottima riuscita di quest’opera spinge don Rua a chiedergli di scrivere un libro sul Modo di tenere gli Oratori Festivi ed una Biografia di don Bosco.

L’attività libraria di don Albera suscita grande interesse e produce importante profitto nella Congregazione. I Salesiani delle diverse Ispettorie vengono forgiati ed edificati dai libri di don Albera e comprendono che egli incarna i veri valori e la profonda spiritualità del fondatore.

Papa Pio X, in occasione dell’undicesimo Capitolo Generale della Congregazione, tenutosi nel 1910, invia una missiva ai Salesiani capitolari in cui li esorta ad eleggere Rettor Maggiore colui che “giudicavano in Domino il più adatto per mantenere il vero spirito della Regola, per incoraggiare e dirigere alla perfezione tutti i membri del religioso istituto, e per far prosperare le molteplici opere di carità e di religione”.

Le parole del Papa vengono capite ed interiorizzate da tutti; al primo scrutinio viene eletto a larga maggioranza don Paolo Albera che accoglie l’elezione piangendo e pronunciando queste parole: “Vi ringrazio dell’attestato di fiducia e di stima che mi avete dato, ma temo che presto dovrete fare un’altra elezione”.

Il suo mandato durerà fino al 29 ottobre 1921. In quel giorno il Signore richiamò a sé l’anima bella di don Albera lasciando ai Salesiani il suo grande esempio.

Andrea Elia Rovera

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Articolo pubblicato il 24/04/2021