Il Governo nomina i commissari per 57 opere da 83 miliardi

L’ulteriore mazzata sul Piemonte. Giachino:” Torino a Roma conta quasi zero”

Se ne parlava da tempo, si è in più occasioni invocato il “modello Genova” per sbloccare le opere pubbliche cantierabili e dar fiato all’economia. Così ieri il consiglio dei ministri ha finalmente nominato ben 29 commissari.

Avranno il compito di assicurare la realizzazione di 57 opere pubbliche per un valore di circa 83 miliardi e un impatto occupazionale che nel 2025 arriverà a valere 100 mila posti di lavoro. Sono i 29 commissari straordinari ai quali il governo ha affidato ieri il difficile compito di gestire progetti e lavori impantanati da anni nella palude della burocrazia.

Si tratta di 16 infrastrutture ferroviarie, 14 stradali, 12 caserme per pubblica sicurezza, 11 opere idriche, 3 infrastrutture portuali e una metropolitana e potranno avere un ruolo determinante per abbattere il gap infrastrutturale del nostro Paese e ancora di più quello tra nord e sud: la parte più consistente degli interventi, infatti, proprio al Mezzogiorno sarà concentrata, con 36,3 miliardi impegnati mentre quelli per il Centro Italia valgono circa 24,8 miliardi e quelli per il Nord 21,6.

Si tratta di opere già finanziate per circa 33 miliardi di euro ai quali dovranno essere aggiunte ulteriori risorse nazionali ed europee, compreso il Next Generation EU. I tempi saranno certi, assicura anche il premier Draghi, che in conferenza stampa dice: “Sono sicuro che andrete a controllare: Giovannini ed io siamo certi delle date e la certezza viene dal fatto che le procedure per le aperture sono state compiute o saranno compiute”.

Purtroppo sul Piemonte s’è abbattuta un’altra mazzata. I cantieri della Tav e di altre opere indifferibili, sono bellamente ignorati. Sarà per l’influenza dei grillini di governo, o perché il Sud, tanto per non cambiare, sarà il vero protagonista dell’impegno economico del governo. Ma l’opera fondamentale non solo per il Piemonte è rimasta ancora al palo e rischia di perdere anche i finanziamenti europei, per l’inerzia degli ultimi governi ed i cantieri praticamene fermi. Pronta la reazione ed il commento di Mino Giachino:” Torino a Roma conta quasi zero. Nell’elenco delle opere poco o nulla. Manca la nomina del Commissario per la TAV. Genova ha ottenuto molto di più. Com’era diverso quando a Roma, Torino era rappresentata da Quintino Sella, da Donat-Cattin, da Bodrato, da Botta e Froio”. Purtroppo i parlamentari piemontesi non hanno inciso su queste priorità governative, ma ci fosse la volontà politica, saremo ancora in tempo.

L’aspetto rilevante di questo progetto, prosegue la nota governativa, sta nel fatto che i cantieri partiranno subito: secondo le previsioni nel 2021 se ne apriranno 20, 50 nel 2022 e 37 nel 2023. L’impatto occupazionale sarà in media di 68 mila posti all’anno che diventeranno 118 mila nel 2025. Per accelerare i tempi un accordo sindacale ha previsto la possibilità di lavorare 24 ore su 24 e l’avanzamento delle opere sarà monitorato trimestralmente dal ministero.

Ai commissari spetterà un ampia capacità decisionale aldilà dei vincoli previsti dal Codice degli appalti e da altre normative, una strada che però si vuole evitare che sia imboccata troppo di frequente. Annunciando presto un nuovo elenco di opere da commissariare che sarà definito entro giugno, infatti, il ministro per le Infrastrutture e le mobilità sostenibili, Enrico Giovannini ha sottolineato che “bisogna ricordare che il commissariamento è un atto straordinario” e che si sta lavorando a interventi normativi e procedurali per ridefinire le regole per la realizzazione delle infrastrutture, a partire già da quelle previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Intanto però il tempo stringe e quindi per garantire la realizzazione di queste 57 infrastrutture è previsto che l’approvazione dei progetti da parte dei Commissari, d’intesa con i Presidenti delle regioni territorialmente competenti, “sostituisca a effetto di legge ogni autorizzazione, parere, visto e nulla osta occorrenti per l’avvio o la prosecuzione dei lavori”, eccezion fatta per i vincoli legati alla tutela ambientale e dei beni culturali e paesaggistici, “per i quali è definita una specifica disciplina”.

In dettaglio gli investimenti in infrastrutture ferroviarie valgono circa 60,8 miliardi, le strade 10,9 , i presidi di pubblica sicurezza 528 milioni, le opere idriche 2,8 miliardi, le infrastrutture portuali 1,7 miliardi, la metropolitana 5,9 miliardi. Tra le opere ferroviarie ci sono le linee AV/AC Brescia-Verona-Padova, Napoli-Bari, Palermo-Catania-Messina; il potenziamento delle linee Orte-Falconara e Roma-Pescara; la chiusura dell’anello ferroviario di Roma; il potenziamento con caratteristiche di AV della direttrice Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia.

Tra le opere stradali principali rientrano: la SS Ionica 106; la E 78 Grosseto-Fano; la SS 4 Salaria e la SS 20 del Colle di Tenda; la SS 16 Adriatica; la SS 89 Garganica. I presidi di pubblica sicurezza verranno realizzati a Palermo, Catania, Reggio Calabria, Crotone, Napoli, Bologna, Genova e Milano. Gli altri interventi riguardano l’Acquedotto del Peschiera e numerose dighe in Sardegna, i porti di Genova, Livorno e Palermo.

Non ci resta che sperare che anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, faccia sentire la sua voce.

 

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Articolo pubblicato il 17/04/2021