No Tav: Il Governo latita, ma in val Susa la violenza non perdona e Giachino riceve una telefonata.
Elena Maccanti

Lega: Serve commissario con urgenza, Giovannini batta un colpo

Il Governo è in tutt’altre faccende affacendato, nel cronometrare la durata del coprifuoco e cercando di respingere l’assalto dei partiti nelle ultime definizioni del Recovery Plan che verrà approvato nel pomeriggio di oggi dal Consiglio dei Ministri.

Ma in val di Susa non si scherza e fatti incresciosi, dopo i blocchi stradali e ferroviari della scorsa settimana,  si stanno intensificando. Lanciano l’allarme e in un nota, chiedono un particolare impegno del governo, i deputati della Lega Elena Maccanti, capogruppo in Commissioni Trasporti, ed Edoardo Rixi, responsabile nazionale Infrastrutture e componente della Commissione Trasporti.

“L’ennesimo atto intimidatorio nei confronti di un’azienda che lavora sulla realizzazione della Tav in Val Susa richiede una risposta forte da parte del governo e ripropone l’urgenza della necessità di commissariamento dell’opera. Il ministro Giovannini” prosegue il documento, ”non ha ancora dato l’ok alla firma del contratto di programma tra Mims, Fs e Telt su cui le commissioni hanno dato parere favorevole a dicembre grazie al voto del centrodestra, allora all’opposizione. La tratta italiana, che il governo Conte II aveva inspiegabilmente escluso dalle opere strategiche commissariate col Dl Sbocca-cantieri, deve essere ricompresa , secondo i deputati della Lega, nella seconda lista di interventi che il Mims - su richiesta della Lega - si è impegnato ad approvare entro il 30 aprile, definendolo con la Conferenza delle Regioni e col Parlamento. Inoltre bisogna intervenire subito, concludono Maccanti e Rixi, per agganciare tutti i finanziamenti Ue a cui è possibile attingere, sia sulla tratta nazionale che internazionale”.

Che dirà il Governo? La valorizzazione di lavori e progetti strategici, dovrebbe  costituire la filosofia del Recovery Plan. A meno che il massiccio piano di investimenti previsto per il Sud, declassi di fatto un’opera pubblica a vocazione europea, con il Piemonte artefice e protagonista. Lo diranno i fatti. Sempre in zona, c’è un’altra minaccia, proveniente, si presume, dal mondo dei Notav, che ha coinvolto  Mino Giachino, da sempre paladino della Tav e candidato sindaco a Torino.

Infatti, in risposta a un post sulla pagina FB di Mino Giachino, sull’ambiente e sulla TAV , sono arrivati insulti e minacce da un telefonino con numero francese al Leader dei SITAV.

In un momento così concitato con le lotte riprese il val Susa, quale interpretazione ci da Giachino di questo gesto che la vede coinvolta?

“Sono abituato perché ogni giorno sulla pagina SITAVSILAVORO a e me scrivono di tutti i colori. Mi dispiace quando si nascondono sotto pseudonimo o senza nome”.
“In Italia, prosegue Giachino, c’è la democrazia e quindi le opinioni sono tutte legittime, ma insultare e minacciare no, sono la anticamera della violenza .
Ovviamente, conclude Giachino, la battaglia per la TAV è la mia battaglia della vita perché senza TAV ci sarà più inquinamento e maggior intasamento stradale e ci sarà’ meno crescita e meno posti di lavoro”.
“Tutto questo capita, conclude Giachino, perché non avendo la Ministra Demicheli nominato il Commissario per la TAV oltre ai ritardi sui progetti da presentare in Europa, i No Tav hanno immaginato un arretramento del Governo”.

Il Governo dovrebbe quindi anche far sentire la sua autorevolezza in Piemonte, a difesa  di opere e persone.

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Articolo pubblicato il 23/04/2021