Omaggio a Milva “La Rossa”, d’ora in poi sarà più vuoto il palcoscenico dell’arte

Elegante e sofisticata interprete di intramontabili brani e pieces teatrali, l’artista italiana osannata in tutto il mondo, a 81 anni è uscita dalle scene della vita

Il 24 aprile 2021, la storia dell’arte e della musica italiana si unisce in un momento di lutto, tristezza e commozione. Il magico trio: Milva, Mina e Ornella Vanoni; inarrivabili artiste che per decenni, hanno deliziato e viziato schiere di estimatori, ha perso una sua stella. All’età di 81 anni, infatti, Maria Ilva Bilocati, in arte Milva, ha abbandonato il palcoscenico della vita, lasciando un vuoto pieno di ricordi, ma anche un’eredità di struggenti interpretazioni.

Malata già da tempo di Alzheimer, Milva aveva fatto la sua ultima apparizione sulle scene musicali nel 2020, ma i suoi tanti affezionati estimatori sono stati colti di sorpresa dalla notizia della sua fine così repentina.  

Dotata di una calda voce da contralto, ampia, avvolgente e malleabile, Milva ci ha sempre ammaliati con ogni sua carismatica interpretazione, dapprima con brani delle classiche tonalità dei primi anni 60, per poi scivolare sempre di più verso la musica d’autore.

Volto ricorrente sul piccolo schermo nei tempi del bianco e nero, e di quella raffinata televisione di Garinei e Giovannini, pur senza lasciarla del tutto, Milva si era allontanata con gradualità dalla popolarità della tv, per concentrare il suo talento nella recitazione e nelle esibizioni dal vivo, sui più prestigiosi palchi di teatro.

Nella sua cinquantennale, poliedrica carriera musicale, Milva, soprannominata “La Rossa” per la sua chioma fluente, ma anche “La Pantera di Goro”, richiamando le sue origini ferraresi, ha inciso ben 173 album, cantando in almeno sette lingue diverse, e chiunque abbia seguito le sue performance in idioma straniero, ne è rimasto stregato.

Storicamente, dopo gli esordi nella musica leggera, Milva è passata alla canzone popolare per poi approdare ad una cooperazione con compositori del calibro di Ennio Morricone, Mikis Teodorakis, Vangelis & Francis Lai; alle interpretazioni mistiche del maestro Franco Battiato, ai testi concettuali di Enzo Jannacci, fino alle impegnate canzoni di autori francesi, greci e soprattutto tedeschi, esibendosi contemporaneamente nel teatro di Strehler e sui palchi dei più celebri teatri del mondo, compreso naturalmente l’immancabile appuntamento con quello dell’Ariston di Sanremo.

La Pantera di Goro fa parte di quegli artisti baciati da Dio e poi dedicati al pubblico della madre Terra. Esseri di un mondo parallelo, quello dell’armonia, della poesia, dell’atmosfera che cattura; non dovrebbero invecchiare mai e rimanere per sempre con noi.

Padroneggiando una bellezza seducente, sorniona e squisitamente femminile, e quel suo modo di fare nell’adoperare il talento di se stessa, l’artista italiana oltrepassava la pelle di ogni appassionato dell’interpretazione artistica. Lo testimoniano le più alte onorificenze a lei riconosciute dalle repubbliche italiana, francese e tedesca. Nessun altro come lei. Lei che ci manca già e che non dimenticheremo mai.

Oggi tutti i mass media le hanno dedicato un doveroso tributo, ma il mio consiglio spassionato, che di Milva sono sempre stato un devoto fan, reputandola, insieme ad Antonella Ruggiero, la più coinvolgente cantante dello spettacolo italiano, è quello di ritagliarci qualche minuto di raccoglimento, scegliere un brano dei suoi, magari qualche avvolgente tango, e poi lasciarsi andare all’ascolto. Commuoversi sarà un effetto naturale, un ringraziamento a chi ha lasciato il mondo un po’ più ricco, consegnandoci la miglior bellezza interpretativa del suo fugace tempo mortale.

 

 

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Articolo pubblicato il 24/04/2021